domenica 24 settembre 2023

Ragionando del dopo


 
 
 
 
 
 
 
 
L’animo umano è complesso; tentare una sortita conoscitiva è un’esperienza affascinante che non crea nessun precedente.

Illustri psicologi si sono avventurati e hanno catturato qualche teoria interessante, ma hanno tirato fuori solo idee discutibili, anzi, hanno gettato benzina su un fuoco che già era parte di un incendio.

Un dato certo esiste. Ognuno di noi nascendo è costretto a sopravvivere. Questa incombenza è un macigno che ci portiamo sulle spalle e che ci impedisce di guardarci attorno. 

Non riusciamo, per la fatica, nemmeno a guardarci fra noi, poiché rimaniamo paralizzati dalla diffidenza. Solo parvenze di intimità ci leniscono il dolore di una solitudine voluta da una natura, di cui facciamo parte, ma non ne siamo padroni. 

La coscienza di una vita che dovrà terminare ci forza il pensiero della morte. 

Il crudele automatismo si innesca così: 
Sono cosciente di dover morire e mi affanno a rimandare quel momento, occupando il tempo a trovare il sistema migliore per ritardarlo”. 

Alla fine del percorso molti si rendono conto che hanno rincorso la propria coda, consumando il prezioso tempo vita.

Tutto questo mi ricorda la storia di un cane che, lasciato solo per intere giornate, al rientro del suo padrone, iniziava a rincorrere la propria coda impedendo al padrone di accarezzarlo.

Vi apparirà evidente che il cane divorato dall’ansia di rivedere il proprio padrone, chiedeva a se stesso di consumare un piacere per troppo tempo rimandato. 

Il meccanismo psicologico adottato dal cane ha funzionato in assenza del padrone, ma non gli ha consentito di raggiungere lo scopo per il quale il meccanismo era stato costruito.

In altre parole, il surrogato di un piacere ha fatto in modo che si sia dimenticato il vero piacere.

È verosimile pensare che, conducendo una vita in cui sbarcare il lunario ci impegna severeamente, diventi inevitabile posticipare o a non occuparci mai di questioni più vicine alla sfera umana.

Ed ecco che l’età e la cultura intervengono come bastone e carota per il povero uomo.

L’età, mentre avanza, ti costringe a sentire sempre più forte il peso del macigno e ti fa sperimentare a piccoli passi che cosa significa morire.

La cultura, come una droga, ti fa dimenticare il peso del macigno e abbassa la sensibilità alla stanchezza, sebbene a intervalli di tempo ti illuda di essere così speciale nell’universo fino a far apparire la morte come un’antipatica sosta o un angusto passaggio della natura. Allo sfortunato utente del proprio corpo, quel passaggio è durissimo. 

Soltanto la religione e il mistero potranno aiutarlo, poiché in questi sentieri non c’è bisogno di ragionare; basta la fede e la speranza. 
 

venerdì 22 settembre 2023

Amore impossibile

 

 

Una bellissima bionda ragazza passeggiava con il suo fidanzato. Mostrava animosità e disprezzo per il mondo che la circondava. Probabilmente, perché era cieca e si sentiva esclusa, commiserata. La sua acredine le impediva di frequentare molti amici. Il suo fidanzato, innamorato pazzo di lei, soffriva quando si parlava dei valori dell’amicizia, tolleranza e amore. Assisteva alla sua rabbia causata dalla impossibilità di cambiare il suo stato. Spesso si confrontavano in un colloquio che mirava a favorire la serenità interiore per entrambi.

-“Carlo, perché il mondo è cattivo?”

-“Amore mio, è il tuo cuore in pena a dipingerlo brutto e scostante.”

-“Capisco che mi vuoi bene e vuoi mitigare la mia sofferenza di donna cieca. Sappi però che il mio handicap accresce la sensibilità e per questo riesco a percepire più a fondo i sentimenti di chi mi parla.”

-“Allora sai che ti amo tanto e mi dispiace che tu manifesti dolore.” Disse Carlo, stringendole la mano.

-“Sì, so bene che mi ami, perché sei un uomo buono.”

-“Mi sposeresti?” domandò Carlo, volendo provare la sua sincerità.

-“Se un giorno acquistassi la vista ti sposerei senza esitazione.”

La ragazza era nella lista d’attesa per i trapianti di retina. Finalmente, giunse il giorno in cui fu chiamata dall’ospedale. Sottoposta all’intervento, riacquistò la vista.

Quando si incontrò con il suo fidanzato lo vide bellissimo, ma sorprendentemente cieco, come era stata lei!

-“Cara, ora vedi?”

-“Sì, Carlo! Sono rinata.”

-“Sono felice più di te. Ora che vedi ci potremo sposare?” chiese il ragazzo felicissimo.

-“Sposare? Per fare cosa? Caro, uno di noi due è cieco! Non potremmo mai essere felici. Mi dispiace, ma voglio una vita diversa.”

Il ragazzo scoppiò in lacrime e disse:

-“Ti capisco, cara. Io voglio che tu sia felice. Abbi cura di te stessa e dei miei occhi!”  

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