Sono sola, in dialogo con me stessa.
A volte, scelgo la compagnia di me stessa per parlarmi e convincermi sulla
bontà di certe idee che l’istinto mi suggerisce in modo sibillino.
Sarà perché la mia sensibilità è
complice, illudendomi che il mondo sia più comprensibile e dolce di quanto
realmente è.
Ed ecco che comincio a parlare di
te come se mi fossi accanto, tutto intento ad ascoltarmi e a comprendermi.
Più volte volevo scriverti una
poesia o parlarti dell’amore, ma poi mi rendo conto che per te sono soltanto
parole vuote, riempitive di spazi temporali senza importanza e allora
desisto.
Comunque scrivo, mi rivolgo a chi
non ho mai conosciuto e di cui ho certezza che abbia la mia stessa sensibilità.
Le tue parole, spesso formali, fredde, mi arrivano come schiaffi, dense di
ipocrisia e quindi faccio fatica a mantenere lo sguardo su di te. Declino il
capo perché non leggessi nei miei occhi la delusione che mi spegne
l’entusiasmo.
E allora mi rendo conto quanto sia
difficile entrare nell’anima di chi ormai è abituato alla superficialità
dell’essere; quanto sia arduo essere presente ed entrare nel cuore di chi
“vede” una relazione in bianco e nero.
Caro amico, la mia idea d’amore è
completamente estranea al tuo mondo e per questo motivo non la comprendi e
forse ci ridi sopra.
Sono sicura che quando i tuoi
capelli diventeranno grigi, scoprirai che nella vita ci sono i colori dei
sentimenti veri, quelli da coltivare, quelli che danno il senso di esistere e
il piacere di vivere. Intanto ti accontenti delle “cose” che accumuli,
assecondando inconfessabili egoismi mascherati da necessità e doveri ai quali
ti è impossibile rinunciare.
Amare una persona significa includerla
nella propria vita, farla partecipe, amica sempre. Non avere sospetti su nulla.
Non considerarla un tassello da usare quando ne hai bisogno o quando hai da
occupare i tuoi tempi morti, o, al peggio, soddisfare i tuoi capricci.
Non esiste niente di più
importante della tua donna, perché non esiste una priorità quando c’è di mezzo
il tuo sentimento. L’amore vuole una totale, gioiosa, libera e volontaria
appartenenza di anima e corpo.
È troppo difficile per te?
Probabilmente, sì. Ma ti comprendo perché per poter amare è necessario essere
stati amati. E tu, non hai avuto la mia stessa fortuna.
Detto questo, io sono convinta che
tu non hai mai amato nessuno perché nessuno è abbandonato da chi ama veramente.
Non credo di procurarti un gran dolore lasciandoti e questo mi solleva dall’ansia di essere stata dura con te. Io ritorno ad amare me stessa, illusa che esista da qualche parte del mondo chi potrei amare ed essere amata veramente.

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