Una legge dell’informatica statisticamente desunta, conosciuta come la legge del 90/10, afferma che un programma in esecuzione costringe l’elaboratore per il 90% del suo tempo, a lavorare solo sul 10% di tutta la sua sequenza operativa. Se il calcolatore potesse parlare direbbe: “Ma che monotonia!”. Per fortuna il calcolatore non suda e nemmeno si ribella, anzi, esegue da perfetto schiavo, in maniera precisa, maniacale ad altissima velocità, tutti i comandi che riceve. Il nostro calcolatore è così “fedele” che esegue anche comandi senza nessun contenuto logico o perfettamente inutili.
Il nostro Creatore ha fatto molto meglio con noi. Ci ha fornito qualcosa che sfugge ai meccanismi della ragione e alle leggi della fisica. Questo artefatto è impalpabile e magicamente, senza alcun contatto fisico, riesce a far accelerare il cuore, rendere vive idee e azioni ritenute impossibili.
Non ci crederete ma siamo capaci di ignorare questo incredibile dono. Vi dirò di più: ci affanniamo a nasconderlo, quasi come se fosse qualcosa di cui vergognarci. Vi sto parlando della nostra Anima! A essa applichiamo la stessa legge vista per i computer.
Perdiamo per il 90% del nostro tempo vita per dedicarlo solo al 10% delle possibili attività umane. Per molti la scelta cade per le attività più miserevoli o inutili. Fate in modo di violare questa legge e dichiararvi mangiatori di sentimenti, inviati del cuore, soldati del pensiero, cantori dell’anima.
Allora sarà facile incontrare il momento di vita che ti sorprende, ti blocca, ti impone di rompere l’abitudine senza pensiero. Non importa tutto ciò che gira attorno. Quello è il tuo momento per riflettere, sei da solo con te stesso e devi guardarti dentro.
Nel corso della vita questi momenti sono come temporali improvvisi che oscurano il cielo e ti impongono di guardar lassù. Lampi e tuoni fanno di tutto per imporre attenzione e un saggio timore. Non hai bisogno di mentire o nascondere le tue ansie. Vedi le scene del quotidiano in un’altra prospettiva, forse più vera, lontana dalle regole dei formalismi e delle apparenze.
Trovarti, per esempio, in luogo dove trascorri tantissimo tempo e dove lasci la tua impronta e perfino il tuo odore, ti disegna la mente in un modo particolare. Ti rendi conto che quei luoghi parlano di te, perché ti hanno visto faticare, completamente preso nello slancio d’amore per condurre battaglie, spesso solitarie.
Ma più bello è il ricordo se in quei luoghi hai vissuto, ti sei arrabbiato, hai sorriso e scherzato. Hai, insomma, impregnato l’aria della tua anima, Hai donato qualcosa di te a chi ha dovuto condividere lo spazio, a chi era costretto dal tempo e dalla situazione a stare con te. Non importa se di fronte avevi un collega, un professore o un compagno di scuola.
Quando saranno passati molti anni e quei ricordi saranno ricoperti da un velo di emozioni, parlane richiamerebbero parole che evocherebbero situazioni colorate dal sentimento e lontane dall’obiettività della ragione, ma che il battito del tuo cuore, i brividi sulla tua pelle, ti faranno capire perché sei nato.
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