(continuazione dell'articolo precedente)
ETT: Raccontami dei commissari, sei rimasto contento di loro?
LUIGI: ETT, come potrei parlar male di loro! Quest’anno mi è difficile stabilire a chi dare il primato di bontà.
Prima di tutto perché sei su otto sono donne e tu sai che ho una grande debolezza per le donne!
Aggiungi il fatto che con qualcuna lavoro gomito a gomito, per cui non sarei nemmeno obiettivo.
Comunque, non mi sottraggo nel commentare eventi in cui particolari tratti caratteristici si sono evidenziati.
Anche i ragazzi, con le loro inventive, hanno contribuito a rendere simpatico il periodo solenne dell’esame.
Le qualità caratteriali dei commissari, interagendo con le tipicità degli studenti, miscelano uno spirito sociale che spesso abbandona il carattere formativo per trasformarsi in manifestazioni comiche.
ETT: Ecco, vorrei che mi descrivessi questi avvenimenti.
LUIGI: I protagonisti di questi eventi mi perdoneranno il tono ironico del racconto.
Il mio piacere consiste proprio nell'apprezzare in pieno l’ingenuità che emerge nella psicologia dei giovani e ciò, a dimostrazione delle qualità fondamentalmente buone dei giovani.
Inizio a parlarti delle incertezze culturali evidenziate in italiano e storia.
Il commissario di Italiano era solito assumere posture corporali e in particolare facciali, consone per l’aspetto umanistico della disciplina.
Non si riusciva a capire chiaramente se sorridesse o se, invece, solfeggiasse una corrente letteraria o una motivazione storica.
Per questo motivo, il mal capitato incerto studente era costretto a proferire in modo esitante e ad ammettere che Wilson fosse stato presidente dell’Inghilterra.
In questi casi, poco sono serviti i monosillabi trattenuti in gola dal docente, vertenti a suggerire una risposta che allo studente appariva impossibile da confezionare.
Devo confessare che anch’io mi sono sorpreso in questo generoso tentativo di suggerire e invece, mi sono ritrovato con parole tra i denti emesse senza suoni.
Ricordate Ulisse con le sirene?
“Tutta la costa biancheggiava d'ossa portate dal mare. Era il canto delle sirene! Ulisse l’udì e, per non morire, si fece legare all'albero maestro della nave e turò le orecchie dei suoi compagni con la cera. Solo lui le sentì e avrebbe dato la vita per seguirle, supplicò, si divincolò ma nessuno gli diede ascolto: così si salvò”.
Bene! Ulisse legato all’albero maestro della nave, ero io!
ETT: Noto con piacere come la tua autostima sia migliorata!
LUIGI: Con te, che sei un extraterrestre, certamente posso sfoggiare tutta la mia vanità con estrema nonchalance.
ETT: Continua il tuo racconto, ti prego.
LUIGI: La cultura per definizione è gentile, discreta e rispettosa dell’animo umano.
Questa caratterista indossata dal commissario di italiano e storia, irradia rispetto, timore e questo è anche uno dei motivi per cui gli sgraziati studenti dell’industriale non sono scrittori o poeti.
Purtroppo anche le genialità nell’ambito tecnico devono ridimensionarsi e ubbidire alle regole della grammatica italiana se voglio ingigantire l’alone di grandezza avvolgente la loro figura.
(continua nel prossimo articolo)
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