sabato 14 luglio 2012

Esami di stato 2012 (terza parte)


(continuazione dell'articolo precedente)

Il commissario di matematica, quest’anno, ha assunto un volto anomalo, si pensava all’arcigno, austero, lento e rigoroso esponente della scienza esatta e invece, ci si trova di fronte un’amabile, premurosa mamma che discute qualche formula del percorso d’esame e scambia vedute ideologiche su aleatori teoremi sparsi sui lugubri programmi svolti. 

Lo shock per tanta grazia ricevuta, gli studenti interrogati lo rivelano zittendo religiosamente alle esortanti domande. 

Può succedere quindi che si dimentichino certe figure geometriche, si confondano i trapezi con i rettangoli. 

Per fortuna che la durata delle interrogazioni era comparabile al tempo di una puntura indolore.

ETT: Luigi, ricordati che sono extraterrestre! Che cosa è una puntura indolore?

LUIGI: Si tratta di una tecnica usata dagli umani per perforare la pelle e inoculare del liquido tra i muscoli. 

Solitamente si fa per fornire della medicina al corpo, utilizzando un ago con un serbatoio annesso. La piccola arma di medicina prende il nome di siringa. I bambini sono terrorizzati da questa pratica.

Come al solito, noi umani inventiamo dei modi per nascondere la paura e il dolore e, se ci va bene, tentiamo di ricavarci anche denaro. 

Questo è il caso di “PIC indolor”, la siringa pubblicizzata in tv con la presunta gioia dei bambini a sottoporsi volentieri all’iniezione.

Il supplizio aggiuntivo o l’ultimo fio da pagare alla propria esistenza per abbandonare l’interrogazione di matematica, costituisce la disciplina “Calcolo”. 

Questa materia, giudicata atipica dallo stato italiano, per fortuna dei futuri periti informatici, sarà fagocitata dalla matematica e si spera che in un prossimo futuro scompaia dal menù delle interrogazioni.

Il commissario di calcolo è interno, anche se è difficile capirlo subito!  Il docente è una donna che si conosce dal primo anno delle superiori e molti hanno ancora nelle orecchie l’eco dei suoi richiami. 

Si potrebbe definire una seconda mamma, cioè “rompi<<........>>”. 

In seduta d’esame non si smentisce e cede spesso alla sua bontà quando, notando la lentezza delle probabili risposte esatte, solleva l’anima dell'interrogato con la famosa frase “lascia perdere, vai avanti!”.

Quando si giunge all’interrogazione di elettronica, se non è già tutto compromesso, si è comunque sull’orlo del baratro.

Il terrore si fa doppio perché alle minacce del commissario di elettronica bisogna aggiungere il pericolo concreto dell’intervento del presidente.

Immagina una leonessa sonnecchiare e che improvvisamente scopre di poter disporre di una preda alla distanza di una zampata, sicuramente capirai la posizione scomoda della preda.

La leonessa non ha fame ma non può ignorare il suo istinto nei confronti della preda. 

Con questa metafora vorrei darti il quadro psicologico dello studente che si approccia a iniziare l’interrogazione di elettronica con la consapevolezza che in ogni momento potrebbe intervenire il presidente e metterlo in difficoltà. 

La disciplina elettronica è complessa per la sua strutturazione e per la vastità del programma ministeriale, quindi, come succede anche per le altre discipline, il professore interno è costretto a ritagliare e selezionare parti del programma nella misura del tempo a disposizione e delle propensioni della classe. 

Succede, statisticamente provato, che il commissario esterno interroghi sempre sulle parti ritagliate escluse, le quali, non so per quale scherzo del destino, finiscono tra le righe del programma svolto.

Nonostante la sinteticità del percorso d'esame e le chiare linee guida del percorso d'esame, il presidente, ahimè, è stato sempre sfortunato poiché ha sempre pescato male tra i possibili argomenti del colloquio.

Tutto questo patema giustifica il timido, frastornato candidato che confonde Volt con Ampere.   
 (continua nel prossimo articolo)

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