giovedì 5 luglio 2012

La particella di Dio



Al Cern di Ginevra, il 4 giugno 2012, è stata annunciata una radicale scoperta. 

Gli scienziati hanno dimostrato che il bosone di Higgs esiste ed è bello «cicciottello», ha dimensioni comprese fra 125 e 126 miliardi di elettronvolt, ossia pesa fra 125 e 126 volte più di un protone. 

I romantici non hanno perso l’occasione per chiamarlo “Particella di Dio”.

Il bosone ha la facoltà di dare proprietà di massa a qualunque presenza fisica, cioè, dipende dal bosone se alcune particelle si comportano con tanta vanità e passano o trapassano gli altri corpi senza nessuna difficoltà. 

Un bel sasso testimonia la generosità del bosone contrariamente ai fotoni di Einstein.

Il bosone, quindi, può essere ricondotto a una traccia della presenza e del potere di Dio.

La forma e la stabilità dell’universo dipendono dall’equilibrio dinamico che il bosone mantiene per concretizzare un universo macroscopicamente sempre uguale a se stesso, ma che in realtà, è in una decantazione precaria senza direzione e destino.

L’anima, il pensiero, i sentimenti hanno scacciato ogni bosone dal loro essere per cui essi non hanno nessun rapporto con la materialità. 

Per questi elementi Dio non ha voluto nessun intermediario.

Essi si muovono senza massa tra le presenze dell’universo e sconvolgono il suo assetto, richiamandolo così all’ordine dell’amore.    
Il bosone è una scoperta per gli scienziati ma è una ovvietà per chi, per innata inclinazione, gli riesce difficile scindere logica, fede e fantasia. 

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