venerdì 5 dicembre 2025

Il disordine è un punto di un ordine superiore

 

Osservando ciò che succede nel mondo: l’incapacità di arrivare a costituire un’armonia di vita per ogni essere umano; l’impossibilità di comporre in una logica funzionale l’enorme mosaico delle necessità umane, induce a pensare che il disordine è apparente e non può esistere, va semplicemente inteso come un ordine di livello più alto e nascosto alla coscienza umana.

Di conseguenza, si deve ritenere che il caso, genitore del disordine, è frutto di idee approssimate dell’uomo non evoluto, non ancora pronto a interpretare la realtà in una visione più ampia. L’inesistenza della casualità è avvalorata anche dalla difficoltà dei matematici di produrre funzioni effettivamente random e quindi capaci di riprodurre scenari simili a quelli naturali.

È bellissimo pensare a una logica misteriosa che disegna la macchia di latte versato da un bicchiere involontariamente finito sul pavimento o la geometria dell’area di vomito disegnata da una ribelle digestione. Non parliamo dei sogni miliardari dei giocatori alle roulette del casinò o degli scommettitori sulle corse di cavalli, o dei pronosticatori di risultati di eventi sportivi.

Il disordine, quindi, deve necessariamente essere un ordine nascosto, scopribile solo da una visione più ampia e propria di altri livelli di conoscenza ad oggi fuori portata dalla logica umana.

Per esempio, il fondale di un tratto di mare potrebbe apparire torbido agli occhi di un pesce che non ha coscienza dell’enorme massa d’acqua che lo contiene. Al livello superiore di coscienza, invece, potremmo affermare che quel fondale subisce un riflusso completamente prevedibile e utile per mantenere la logica per la quale ci sono le correnti sottomarine. 

L’ordine e il disordine, inoltre, celano una strabiliante potenza energetica dell’universo. Fate mente locale alle isobare disegnate sulle carte meteorologiche. Queste sono linee immaginarie che percorrono il globo terrestre su cui i valori di pressione sono identici. Come una rete di sostegno a una rupe franabile, così le isobare incatenano energie in un ordine globale che governa saggiamente la distribuzione delle piogge sul pianeta.

Può succedere che in una zona della terra il disordine imperi come la furia di un uragano, ma ciò è il dettaglio dell’ordine globale. Il complesso sistema di forze determina l’equilibrio e la calma apparente che nasconde il potenziale energetico in gioco.

Allargando il concetto nella vita umana, possiamo comprendere che possa esistere una logica superiore che guidi l’evoluzione della nostra specie attraverso la casualità della distribuzione di malattie, la casualità che interviene a favorire certe scoperte scientifiche.

In definitiva, non dovremmo sorprenderci se un giorno si scoprisse che il disordine è soltanto un tipo diverso di ordine che sfida l’intelligenza umana ancora allo stato rudimentale.

giovedì 4 dicembre 2025

Sopravvivere ad un colloquio forzato

 

Quando si ha una relazione con un narcisista – sentimentale, familiare, amicale, professionale, qualunque sia il legame – si impara che nulla di ciò che dice sarà mai sufficiente a spiegarsi.

Il narcisista generalmente è un maestro del linguaggio dell'iper-spiegazione perché è l'unico modo per sopravvivere alla conversazione e alla relazione senza che questa degenerai in accuse, sensi di colpa o rabbia. In questa dinamica occorre stare sempre in allerta. Qualsiasi semplice conversazione può trasformarsi in un vero e proprio litigio

Spiegare troppo non è solo estenuante per chi ascolta, è un esercizio inconsapevole di potere. Ogni volta che si parla compulsivamente, si sta inconsciamente consumando tanta energia mentre si sta trasmettendo il messaggio: "Ho bisogno della tua approvazione. Ho bisogno che tu capisca. Ho bisogno che tu sia d'accordo con me prima che io possa procedere".

In questi casi, l’ascoltatore rinuncia al potere di rifiutarsi e cede al ruolo di inferiorità nel tentativo di evitare conflitti o di "ferire i sentimenti" del narcisista.

Le persone che ti rispettano non hanno bisogno di sentire la storia della tua vita a corollario di un banale discorso; non devono per forza assecondare i tuoi pensieri e essere costretti a dare segni di conferma continua.

La verità è che le persone che rispettano l’interlocutore non sentono il bisogno di dare lunghe spiegazioni per trasferire i loro pensieri, specialmente se il colloquio si volge su questioni private. Parlano e se non trovano consenso, non fanno drammi, vanno avanti. Chi ascolta, tranne se non chiede espressamente altre spiegazioni, non ha bisogno di prove sulla veridicità o ulteriori approfondimenti sul tema; a loro non interessa giustificazioni che coinvolgono la sfera personale; non vogliono essere valvole di sfogo a cause di natura psicologica.

Le frasi brevi e dirette non sono maleducate. Recuperano il potere di decidere se interessarci o no a ciò che si dice, senza rimanere prigionieri di un lungo sermone a cui si deve assistere a tutti costi.

mercoledì 3 dicembre 2025

Gli evitanti: persone difficili con l'amore



Gli evitanti sono persone che diffidano del sentimento, pre-configurandosi nel rapporto più dolori che gioie, per cui sono partner molto difficili con cui stare.

La verità è che gli evitanti desiderano l'amore tanto quanto chiunque altro, ma ne sono solo terrorizzati.  Sviluppano questo stile di rigetto della relazione intima a causa di una educazione sentimentale problematica durante l'infanzia.

I genitori dovrebbero essere l'esempio di amore incondizionato. Ma quando l'atto d’amore diventa subordinato a certe condizioni, il bambino impara a comportarsi in un certo modo per ricevere quell'amore.

Per le persone evitanti, questo significa che hanno creato un meccanismo di difesa per proteggersi. Hanno imparato che l'amore non è sicuro e che possono contare solo su sé stessi.

Succede, quindi, che quando un partner si presenta nella loro vita adulta, sentono ancora il bisogno di proteggersi. È la loro ombra interiore che suggerisce: "L'amore sarà doloroso, non lasciarti ferire".

È un viaggio lungo e doloroso comprendere questi schemi in sé stessi, ma il partner giusto può demolire questa paura. Quando parlo del partner giusto, non intendo una persona magica che guarisce all'improvviso. Tutt'altro. È una persona che rende dolcemente consapevole quali siano le ferite, i fattori scatenanti, i traumi irrisolti. Saranno costretti a guardarsi allo specchio perché quel partner è arrivato sul loro cammino per insegnargli qualcosa. C'è una connessione animica tra le due persone, una connessione che le eleva entrambe.

Queste relazioni sono incredibilmente impegnative. Non hanno nulla a che fare con le favole romantiche, ma con l'affrontare finalmente i propri problemi.

La persona giusta potrebbe non essere qualcuno che stringe per sempre la relazione con l'evitante. Si presenta quando arriva il momento della svolta. E quel momento è sempre perfetto, anche se a prima vista non sembra così.

La connessione con la persona giusta va oltre la normale relazione. Entrambe le persone sanno che c'è qualcosa di più profondo in ballo. Ecco perché è impossibile stare lontani l'uno dall'altra.

L'evitante non cambia perché si insiste ad amarla. Cambia perché si rende conto di avere un problema.

Il partner giusto per una persona evitante può essere uno specchio che fissa i suoi problemi di attaccamento, non si fa ingannare dall’apparenza.

Questo non significa che questa relazione diventerà improvvisamente facile.

Così, se quel partner è la persona giusta, la persona evitante lavorerà su sé stessa per risolvere il suo problema.

Cosa succede quando incontri un'anima gemella?

Contrariamente a quanto si crede, le anime gemelle non sono (sempre) storie d'amore romantiche. Piuttosto, arrivano per iniziarti alla versione che avresti sempre dovuto diventare.

Jung chiama questo l'attivazione dell'Anima/Animus; il tuo maschile o femminile interiore represso. La tua anima gemella ti riflette quel pezzo mancante. Ma non per diventare co-dipendente. Lo attivano in modo che tu possa trovarlo in te stesso, senza di loro. 

Questa è la completezza che manca a chi evita ogni rapporto intimo prima ancora di rendersene conto.

martedì 2 dicembre 2025

La mente condiziona la realtà



La maggior parte delle persone vive in uno stato di continua fluttuazione. Un momento sono su, quello dopo sono giù. Un giorno sono ispirati, quello dopo sono ansiosi. Un commento può sollevarli, un altro può distruggerli.

Siamo condizionati a reagire ai più piccoli cambiamenti nell'ambiente, a essere spinti, tirati, DIPENDENTI da circostanze esterne casuali.

Purtroppo, una mente caotica crea una realtà caotica. Se non si impara a controllare il proprio mondo interiore, non si potrà mai prendere il controllo di quello esteriore.

Gli individui di maggior successo non sono necessariamente i più intelligenti o i più talentuosi: sono quelli che mantengono la calma di fronte alla pressione. Quando tutto intorno a loro sembra crollare, hanno la capacità di rallentare e rimanere imperturbabili.

Si puoi passare tutta la vita a cercare di controllare le persone, i risultati e le circostanze, ma l'unica cosa su cui si ha veramente il controllo in questo mondo è il proprio stato d'animo.

Domina la mente e la realtà seguirà.

Come esseri umani, abbiamo questa naturale tendenza a reagire emotivamente alle circostanze. Il nostro umore può oscillare da estremamente alto a estremamente basso più volte nell'arco della stessa giornata. Il più piccolo inconveniente può farci perdere l'equilibrio, rovinandoci l'intera giornata, mentre la minima conferma può improvvisamente farci sentire come se tutto andasse per il verso giusto.

Qualcuno ci critica e ci sentiamo come se il mondo intero ci fosse contro. Qualcuno ci fa un complimento e all'improvviso siamo al settimo cielo.

Questa instabilità emotiva non deriva dagli eventi in sé, ma dal nostro bisogno primordiale di sentirci in controllo.

Le nostre reazioni emotive alle circostanze dipendono principalmente dalle nostre aspettative. Ogni volta che sentiamo che qualcosa non sta andando come ci aspettavamo, il nostro subconscio attiva la modalità sopravvivenza.

Ci stressiamo, pensiamo troppo e a volte persino andiamo nel panico, poiché è il modo naturale in cui il nostro corpo è condizionato a reagire al pericolo.

Occorre prendere consapevolezza che l'unica realtà che esiste è quella a cui si presta attenzione.

Per trascendere la realtà, si deve iniziare a vivere secondo la vista della mente. La fonte delle emozioni deve sempre provenire da dentro.

Quando ci ossessioniamo sulle possibilità future, in realtà condizioniamo il nostro subconscio ad accettarle come uno stato attuale della nostra realtà.

Il subconscio non conosce né passato né futuro: ogni esperienza pre-vissuta viene registrata come ADESSO.

La maggior parte delle persone si autosabota inconsapevolmente ogni giorno, immaginando tutto ciò che può andare storto, ma pochissimi decidono di capovolgere la situazione.

La paura è in realtà fede al contrario.

Entrambi sono atti di fede. Entrambi sono forme di immaginazione. Entrambi sono modi per imprimere una nuova realtà nella mente subconscia.

La differenza è semplice: La paura immagina ciò che non vuoi. La fede immagina ciò che vuoi.

L'immaginazione può essere il tuo strumento più potente, ma può anche essere la tua più grande maledizione.

Possiamo usare la nostra immaginazione per creare una vita di sogni o una vita di incubi, e dipende interamente da te.

In una visione puramente esoterica, tutte le storie religiose su alcuni interventi divini erano in realtà metafore del corretto uso dell'immaginazione.

Se non impari a controllare la tempesta interiore, non sarai mai in grado di controllare la tempesta esteriore.

Devi darti abbastanza sicurezza in te stesso da non essere in alcun modo scombussolato dal mondo che ti circonda.

E ogni volta che una circostanza esterna riesce a farti perdere l'equilibrio, devi sottoporti al processo di riallineamento, calmando le acque interiori prima di poter dirigere quelle esteriori.

La tipica reazione dopo aver attraversato un momento spiacevole è quella di sprofondare nella frustrazione.

Ripensiamo troppo, ripercorriamo l'evento, analizziamo ogni aspetto e, così facendo, ci stimoliamo ancora di più, moltiplicando proprio l'emozione da cui stiamo cercando di sfuggire.

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