venerdì 5 settembre 2025

Anime ancorate per morte violenta

 

Circa 150.000 persone muoiono ogni giorno. Alcune muoiono di vecchiaia, altre per problemi di salute preesistenti, altre ancora improvvisamente a causa di un incidente. Ma il peggio è quando alcune persone vengono strappate via dalla loro vita a causa di crudeltà e violenza. Sono queste morti che finiscono in urla anziché in sospiri a tormentare la maggior parte delle persone.

Cosa succede quando una vita finisce in modo troppo violento – quando rabbia, paura o angoscia si fondono con il momento della morte – può qualcosa persistere? 

Può un'anima ancorarsi a un luogo, a un ricordo, a un singolo urlo intrappolato nel tempo?

La credenza nei fantasmi è una delle più antiche ossessioni dell'umanità, e le storie di luoghi infestati ci afferrano ancora come dita di ghiaccio nel buio. Questi luoghi non sono solo spettrali; sono segnati da sangue, follia e sofferenze inimmaginabili. 

Ecco un luogo in cui il velo tra la vita e la morte sembra intrecciarsi.

Arroccata sulle aride colline dell'Arizona, la città di Jerome prospera grazie ai morti. Un tempo fiorente città mineraria di rame, ora è un rifugio per fantasmi, e le storie sono dense come la polvere sulle sue strade infestate.

Nel XIX secolo, la reputazione di Jerome era tristemente nota: sparatorie echeggiavano nel canyon; minatori scomparivano nei pozzi crollati; prostituzione e oppio alimentavano i vizi della città fino a notte fonda – e ogni vizio era un invito alla morte.

La gente del posto sussurra di Sammie Dean, una prostituta strangolata nel suo letto da un cliente sconosciuto. Si dice che il suo spirito vaghi ancora per la città, entrando nelle case in cerca del suo assassino. Un altro racconto racconta che nella vicina miniera, Charlie Senza Testa trascina il suo corpo spettrale attraverso i tunnel, alla ricerca eterna della testa persa in un orribile incidente.

Si dice che il vecchio ospedale della città, ora un hotel, sia infestato dai fantasmi emaciati della pandemia influenzale del 1917, dove si possono udire risatine nel buio e sentire le porte aprirsi cigolando senza un filo d'aria. A Jerome, il passato è ancora vivo e, a volte, si protende per afferrarti.

giovedì 4 settembre 2025

Le "affordance" di James J. Gibson

 

James J. Gibson era uno psicologo che si sentiva frustrato dal modo in cui veniva studiata la percezione. All'epoca, gli psicologi facevano sedere le persone in laboratori bui, mostravano punti e linee su uno schermo e chiedevano loro di descrivere ciò che vedevano. Da questi compiti, costruirono elaborate teorie su come il cervello ricostruisce la realtà. Gibson sosteneva che per comprendere la percezione, bisogna uscire dal laboratorio ed entrare nel mondo.

Chiamò il suo approccio "psicologia ecologica". L'idea era semplice: per comprendere la percezione, bisogna studiare le persone nel loro ambiente. Da questa posizione derivò il suo più grande contributo: le affordance.

Le affordance sono azioni che il nostro ambiente ci rende possibili. Una maniglia ci permette di tirare. Un pulsante ci permette di premere. Una superficie piana ci permette di appoggiare qualcosa.

Non ci soffermiamo a pensare alle affordance perché si annunciano da sole. Sono il ponte tra design e comportamento, spiegando perché alcuni oggetti ci appaiono intuitivi e altri ci contrastano a ogni passo. Secondo Gibson, la percezione è il riconoscimento di ciò che il mondo ci permette di fare.

I designer si sono aggrappati all'idea di Gibson perché spiegava perché i prodotti hanno successo o falliscono. Don Norman ha spinto oltre il concetto con il concetto di significanti. Questi sono gli indizi che indicano alle persone quali azioni sono disponibili.

Una piastra di una porta suggerisce di spingere. Una maniglia suggerisce di tirare. Quando l'indizio corrisponde all'azione, l'esperienza scompare nella memoria.

Un buon design rende l'azione chiara e il risultato affidabile.

Anche la tecnologia è un insieme di affordance. Alcune sono esplicite: ogni scorrimento, clic, richiesta o pulsante che invita ad agire. Altre sono implicite: il filtro antispam che elimina la posta indesiderata prima che ce ne accorgiamo, il correttore automatico che corregge un errore di battitura. Quando funzionano, passano in secondo piano mentre le notiamo quelle che non funzionano.

Ogni affordance è una promessa. E le promesse contano.

La tecnologia che si rompe è fastidiosa. La tecnologia che mente è un tradimento.

Gibson non scriveva di app o algoritmi, ma la sua teoria delle affordance è altrettanto rilevante oggi. La tecnologia si basa su una serie di inviti ad agire, e la nostra fiducia dipende dalla loro tenuta.

Ogni funzionalità non funzionante, ogni falso segnale, ogni processo frustrante, anche un piccolo difetto di progettazione è in realtà una promessa non mantenuta.

Ogni volta che un prodotto offre un'azione che non può fornire, si assume quello che chiamo debito di affordance e getta sospetti su tutte le altre offerte.

Ogni sistema ha un budget con i suoi utenti. Quel budget è l'insieme delle promesse che gli utenti sono disposti a credere che il sistema possa mantenere. Nel momento in cui le promesse falliscono... le persone danno per scontato che le successive falliranno.

La nostra fiducia nella tecnologia si basa sul concetto di affordance di Gibson. Ogni prodotto ha successo o fallisce in base al divario tra ciò che sembra offrire e ciò che può offrire. La fiducia deriva dal mantenimento delle promesse.

mercoledì 3 settembre 2025

La verità ultima

 

La verità ultima è come un fiume nascosto che scorre sotto il terreno delle nostre vite, invisibile ma che nutre ogni cosa; alcuni la chiamano Dio, altri la chiamano realtà, altri ancora la chiamano coscienza. 

La sua natura è come la luce, rivela tutto ma non può essere afferrata dalle nostre mani; puoi stare alla luce del sole, sentirne il calore, ma non puoi mai metterla in un barattolo. Che sia pienamente conoscibile o per sempre al di là di noi è come fissare il cielo: puoi vedere le stelle ma non toccarle mai, eppure il loro splendore guida il tuo cammino. 

Quando le persone si aggrappano solo al proprio riflesso della verità, le divisioni crescono come muri tra giardini, ma se ricordiamo che tutti i giardini bevono dallo stesso fiume sotterraneo, l'unità fiorisce naturalmente. 

Proprio come i bambini che litigano smettono di litigare nel momento in cui si rendono conto che il giocattolo non appartiene a nessuno ma è destinato a essere condiviso, la realizzazione di una verità unica potrebbe dissolvere il conflitto e lenire i nostri cuori inquieti. 

Forse la verità ultima non consiste tanto nell'essere risolta come un puzzle, quanto nell'essere vissuta come il respiro, un ritmo silenzioso che, se abbracciato, potrebbe essere la medicina per guarire le nostre ferite più profonde.

lunedì 1 settembre 2025

Gli impostori dell'amore

 

L’attività dell’amore è amare. 

Il verbo porta con sé il significato di azione. Il suo intendo è fornire cibo all’anima. Esiste ed agisce per il bene di qualcuno che può essere un figlio, un compagno di vita, una qualsiasi persona che in qualche modo, entrando nella sfera dei sentimenti, sia diventata una presenza importante. 

Non pone condizioni alla persona a cui rivolge il bene: sia egli un principe o l’ultimo povero della strada. Ha bisogno della sua partecipazione completa affinché possa dimorare nel cuore; ha bisogno anche di un ambiente dove si respira aria “amorevole”.

Spesso è accompagnato maldestramente dalla passione per la quale facilmente gli addebitano la follia, ma che gli è indispensabile per muovere la volontà a dispetto della razionalità. 

Quando l’amore è in azione utilizza le emozioni per trasferire la gioia, il sorriso per aprire la strada e rompere la diffidenza. Crea empatia, fiducia per superare timori, circospezioni. Appena giunge in un cuore nuovo, inizia a rivoluzionarlo; lo libera dalle paure, elimina tensioni e comincia a coprire d’oblio i risentimenti. 

Gli interessa stabilire un clima interiore sereno prima di produrre del bene. Spesso l’odio, coltivato dalla cattiveria, costruisce mura invalicabili per cui il suo compito diventa arduo e gli occorre tanto tempo per demolire le sofisticate fortezze egoistiche.

Esistono figure che si spacciano per Amore. Si chiamano Interesse, Desiderio, Piacere, Sesso. Questi impostori hanno credito nei pensieri degli uomini perché assomigliano molto alle forme originali che sono proprie dell’amore e lo aiutano nel suo compito, ma quando ci riferiamo agli impostori, questi sosia fanno molto danno. 

Per queste controfigure è facile fingere anche se sono maldestri nelle imitazioni. 

L’unico modo per smascherarli consiste nell’individuarli sapendo che girano da soli nelle anime degli sfortunati e si muovono in un sottofondo di egoismi. Per fortuna hanno vita breve; dopo aver combinato un po’ di guai scompaiono e lasciano i protagonisti delusi, rammaricati. Se dovessero confrontare con gli originali si coprirebbero di meschinità e tenderebbero subito a dileguarsi.


*brano tratto dal mio libro "Amore" pubblicato nel 2023.

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