sabato 26 aprile 2025

Quanto è ancora difficile essere donna

 

Mi é capitato di leggere questa storia (che di seguito riporto integralmente) per indurre a riflettere su un problema per il quale si nota una tacita tendenza ad ignorarlo o quantomeno a sminuirlo. Credo che occorra fare uno sforzo per mettersi nei panni di coloro che vivono esperienze di privazione e di dolore. 

Probabilmente, per le donne la matrice patriarcale del problema affonda radici profonde nella nostra società, ma la psicologia del mondo sta cambiando e di questo prima o poi dovremmo rendercene conto.

"CAMILLE CLAUDEL, nata nel 1864, morta nel 1943. Dimenticata da tutti, sola, in un ospedale psichiatrico.

Che colpa aveva?

In un’epoca in cui alle donne era precluso l’accesso alla Scuola di Belle Arti di Parigi, Camille, giovane scultrice, si fece strada in uno dei mondi più chiusi e maschili di tutti: l’arte. Per poter studiare, frequentò gli atelier privati di artisti che, controcorrente, accettavano allieve donne. Fu così che conobbe Auguste Rodin, lo scultore più celebre del tempo. Tra loro nacque un’intensa relazione sentimentale e artistica: scolpivano insieme, si ispiravano a vicenda. Le loro mani plasmarono opere meravigliose, oggi custodite al Musée Rodin e al Musée d’Orsay.

Ma l’equilibrio si spezzò. Rodin, legato a un’altra donna da anni, alla fine la abbandonò. Lui rimase il maestro acclamato, l’uomo rispettato e celebrato, mentre Camille fu lasciata nell’ombra, ignorata, screditata. Non solo come donna, ma anche come artista. Le sue sculture non si vendevano, nessuno le commissionava più nulla. Isolata, diffidente verso il mondo, la sua vita si fece sempre più difficile.

A complicare tutto, la sua famiglia – potente, benestante, e imbarazzata da questa donna "scomoda", così libera e fuori dagli schemi. Suo fratello era Paul Claudel, poeta e diplomatico, uomo pubblico di prestigio. Fu proprio la famiglia a decidere di internarla. Camille, lucida, consapevole, scrisse per trent’anni lettere disperate a parenti e amici, chiedendo di essere liberata. Nessuno le diede ascolto.

Morì quasi di fame, il 19 ottobre 1943, in un ospedale pubblico. Nessuno dei suoi familiari partecipò al suo funerale. Il suo corpo fu sepolto in una fossa comune.

Oggi la storia ha finalmente reso giustizia al suo talento: le opere di Camille Claudel sono esposte accanto a quelle di Rodin, e a pochi chilometri da Parigi, un museo è interamente dedicato a lei.

Riflessione

Quante Camille ci sono nella storia? 

Quante donne geniali, anticonformiste, sono state silenziate, invisibili, perché troppo “moderne”, troppo “libere”, troppo “vive”? 

La vicenda di Camille Claudel non è solo una tragedia personale, è il simbolo di un sistema che ha soffocato talenti solo perché scomodi. Pensare che per decenni la sua voce non sia stata ascoltata, che la sua arte sia stata dimenticata, fa riflettere su quanto sia fragile la memoria collettiva – e quanto sia nostro dovere custodirla, proteggerla, farla brillare. 

Camille non ha avuto giustizia in vita, ma oggi, nel riconoscimento che finalmente le è stato restituito, troviamo la forza di riscrivere le storie dimenticate."


venerdì 25 aprile 2025

Il pensiero gentile


Il pensiero è un dono di Dio; se poi è anche gentile fa miracoli al posto suo.

Regalandolo, moltiplica se stesso, fa piacere a chi lo riceve e genera gioia interiore. 

Esso è un bene magico che si dona senza perderlo. Forse Dio ha voluto donarci qualcosa di sé, per darci un segno della sua onnipotenza?

Il pensiero può istruirsi, abbellirsi; può essere profondo e delicato contemporaneamente; può essere tenero e discreto.

Il pensiero gentile può sorprendere e stende ponti verso l'amicizia vera, quella disinteressata, volta al solo piacere di stare insieme.

Il pensiero è una risorsa a molteplicità infinita, rinnovabile, disponibile in larga scala, a costo zero e a valore indefinibile.

Di Dio si dice di tutto... però, ammettetelo, in questo caso è originale!

Il pensiero anticipa la realtà, caratterizza l’azione, produce un risultato. Dimostriamo il nostro carattere dalle azioni che intraprendiamo. 

Le azioni sono spinte dagli stimoli dettati dal pensiero. 

L’atto rivela ciò in cui veramente crediamo. Riveliamo quindi il nostro credo dalle azioni sviluppate. Quest’ultime smentisce il pensiero diverso da quello che ha ispirato l’azione. Il corpo con le sue posture fa da testimone.

La chiarezza del pensiero guida infallibilmente il pensante verso la meta; come un treno in corsa sui binari.

Un pensiero felice ti porta in luoghi gioiosi, espande l’anima, porta fiducia e gioia ovunque.

Il corpo che porta un pensiero felice assume posture di legame e fiducia nel prossimo. Difficilmente si ammala e, se dovesse succedere, non lo farebbe sembrare, poiché sarebbe già in ripresa.

Il pensiero positivo cancella dalla memoria il male subito, non concede rimpianti, lamentele, nostalgie. Esso riempie di energia il corpo e lo stimola all’azione.

Il pensiero è il frutto dell’albero del sapere.


giovedì 24 aprile 2025

Un messaggio a tutto cuore

 

Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. 

Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. 

Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.

Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. 

È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima. 

È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.

È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono.

Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: "Ho fatto degli errori". 

È avere il coraggio di dire "Mi dispiace". 

È avere la sensibilità di dire "Ho bisogno di te". 

È avere la capacità di dire "Ti amo". Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità ... che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza.

E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza.

Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza. Non mollare mai ... Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.

PAPA FRANCESCO

mercoledì 23 aprile 2025

Il sogno di Luca

 

Era il giorno del suo compleanno ed era triste, aveva pochi amici e una grande difficoltà nel comunicare. Luca vedeva il mondo cattivo, lontano dalla sua sensibilità. Una sera, rientrando in casa molto presto, si rifugiò nel letto per abbandonarsi alla lettura.

Non riuscì a leggere molte pagine poiché il sonno lo rapì.

Sognò di un amico molto speciale. Non usava parole, ma le sue idee gli arrivavano molto chiaramente. Infondeva fiducia e serenità, come se fosse una persona che conoscesse da molto tempo.

Forse era un angelo, ma a Luca non importava questo, gli bastava solo il piacere di stargli vicino per continuare a osservarlo.

L’angelo gli prese la mano e come se salisse su un arcobaleno, variopinto di emozioni, lo condusse in un luogo che non riusciva a descrivere.

Si vedevano due persone che davano l’idea di giustificarsi dinnanzi a una figura immensamente dolce nei modi e nell’essere.

La curiosità di Luca, gli impose di chiedere al suo angelo, dov’era e chi erano quelle persone che parlavano.

L’angelo, si aspettava la domanda e disse:

Luca, quelle due persone provengono dal tuo mondo e ora non possono più ritornavi. In questo momento, si conciliano con l’angelo della pace, prima di entrare in Paradiso”.

Il cuore di Luca cominciò a battere a mille e nonostante tantissima emozione, volle assistere al loro colloquio.

Il più anziano sembrava avere una settantina d’anni e appariva molto dispiaciuto per aver lasciato la terra. Sebbene fosse lontano, si capiva benissimo che cosa dicesse.

Ho condotto una vita impegnando tutto il mio tempo per accumulare denaro. Soltanto ora mi sono accorto di aver trascurato tantissimi altri valori. Ero convito che col denaro avrei potuto ottenere tutto. Infatti, ho avuto tante comodità, tante sottomissioni e pochissimi sorrisi sinceri. Sono stato il falso orgoglio dei miei figli, perché ora litigano per la divisione dei miei beni. Non merito di andare in Paradiso”.

L’angelo della pace ascoltò l’uomo con tantissima commozione e concesse per l’ultima volta che alcune lacrime gli scendessero sul viso.

La seconda persona che si apprestava a parlare, era molto giovane, dimostrava di avere una trentina d’anni. Appariva molto dimesso per cui si aspettava di essere redarguito dall’angelo della pace.

Impacciato e con molto dolore, iniziò a raccontare:

Non sono riuscito a fermarmi! Ero molto deluso, senza prospettive e abbandonato da tutti. Sentivo di essere l’ultimo miserabile della terra!”.

L’angelo non aggiunse nulla, ma gli permise di mandare un messaggio al mondo da cui si era staccato.

Amici miei, nei momenti più tristi non abbattetevi per esorcizzare il dolore, ma superatelo riflettendo sul valore della vostra vita.

Pensate per esempio a una banconota da 500 euro, è forse difficile da scambiare, ma è anche improbabile da rifiutare, se vi venisse regalata.

La stessa banconota manterrebbe il suo valore nonostante che si presenti spiegazzata, accartocciata, sporcata con le più fantasiose schifezze, purché si mantenesse integra”.

L’intensità emotiva prodotta dal messaggio fece in modo che Luca si svegliasse improvvisamente nel cuore della notte.

Luca si rese conto che l’avere e l’apparire pesano pochissimo sul piatto della bilancia che tiene in equilibrio il peso del proprio valore.

 

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