Nel giorno di Pasqua, mi sono chiesto che cosa augurare ai miei amici.
Inviare messaggi formali o inoltrare immagini sante, ritengo che sia una prassi quasi inutile se poi non c'è nessuna ricaduta sugli atteggiamenti futuri.
Così ho pensato a un modello di analisi tecnica che insegnavo a scuola per focalizzare la mente dei futuri tecnici su come approcciarsi alle problematiche che inevitabilmente intervengono nel normale funzionamento dei dispositivi in uso.
Esiste nella teoria della progettazione delle reti di
computer un argomento che, ahimè, risulta antipatico e trascurato nella sua
importanza dagli studenti. Si tratta del “Modello ISO/OSI”.
Per coloro che non sono informatici, sappiano che la
conoscenza di tale argomento e paragonabile a quella della Bibbia per i cristiani,
al Corano per i mussulmani, alla Costituzione per gli stati democratici.
Pensate a come fu fatta nascere la costituzione degli Stati Uniti d'Amera. Un gruppo di "saggi" si riunirono per stilare un grande documento di riferimento, consultabile da chiunque volesse costruire ed operare in democrazia, rispetto e libertà.
Il modello OSI, tenendo conto della complessità dei
problemi, interviene per fornire regole a carattere generale finalizzate a
uniformare scelte progettuali, procedurali e formali.
Discende quindi, che
qualunque dispositivo realizzato da una qualunque azienda in un qualunque posto
del mondo, può essere capito, usato e scambiato con uno simile, senza problemi.
In altre parole, il dispositivo è costruito nel linguaggio universale della
tecnica.
Il modello OSI, per ottenere questi risultati, si è
dato una strutturazione logica che ha tenuto conto dei limiti umani.
Sapete benissimo che, salvo poche eccezioni, siamo
disordinati, presuntuosi nel credere di sapere ciò che vogliamo o addirittura,
ciò che gli altri vogliono. Siamo pasticcioni e portati a credere che le nostre
idee siano sempre migliori. Spesso diamo per scontato che alcuni significati,
associati alle nostre parole, siano chiari e inequivocabili. Infine, il nostro
operato è, per definizione, perfetto già dalla prima azione intrapresa.
La
conseguenza di questi assunti ci conduce o a forzare le nostre idee o a
elemosinare comprensione per argomenti che ad altri potrebbero sembrare poco
interessanti o, in certi casi, stralunati.
Il modello OSI ha capito che non siamo tutti uguali e
per questo, le problematiche esso le ha scisse in livelli di rudezza o
semplicità.
Per meglio spiegarmi, pensate a ciò che ha fatto Dante
con la Divina Commedia
dividendo l’inferno in gironi o il paradiso in cieli.
I livelli sono stati individuati in modo da
raccogliere in sé lo stesso tipo di problematica, così da poter individuare
soluzioni trasparenti ad altri livelli ma più semplici da organizzare e
utilizzare.
Essi sono individuati in base al loro grado di
raffinatezza o senza voler offendere nessuno, in base alla capacità
intellettiva. Per questo motivo, possono comunicare con brevi frasi e
rigorosamente disciplinate, solo tra i loro immediati superiori e inferiori,
nella scala della ragione. Il termine tecnico giusto, usato per riferirsi ai
livelli vicini, è quello di “adiacenti”.
Il modello individua sette livelli che, come sette fratelli
nati in tempi diversi, hanno un tipo di istruzione differente; dal più
modesto al più colto ed elegante.
I livelli bassi, a causa della loro scarsa
criticità, assolvono compiti quasi meccanici e senza inventiva personale,
mentre i livelli superiori filosofano sulle funzionalità producendo servizi di
alto contenuto logico e valore applicativo.
I livelli alti non sanno
dell’esistenza dei bassi livelli, si indignano facilmente e credono in valori
completamente ignoti ai livelli operai.
La loro comunicazione è riservata ai
livelli dello stesso rango, questi prendono il nome di “paritetici”.
Il livello
di intelligenza superiore impone l’assenza di un collegamento fisico diretto ma
solo un’intesa filosofica.
Platone nella sua “Repubblica” forse aveva in mente il
modello OSI, quando divideva il popolo in oro, argento e ferro. Egli attribuiva
ai filosofi il livello di oro, agli esecutori dello stato, l’argento e al
popolo ignorante, il ferro.
Egli diceva, inoltre, che ognuno nel suo livello
riesce a dare il meglio in relazione alle capacità ereditate dalla natura.
In modo quasi razzistico, affermava che il giorno in
cui il ferro vorrà sostituirsi all’oro non saprà più essere né ferro né
oro.
Adottando il modello OSI come riferimento nella società civilizzata, il governo avrebbe la possibilità di condurre una analisi critica, mirata e puntuale in tutte le situazioni problematiche.
Avrebbe, cioè, la possibilità di saper meglio
individuare le cause dei problemi e di conseguenza, adottare le soluzioni opportune per il bene di tutti.