domenica 16 giugno 2024

Ho preso 10 a scuola!

 



Durante la mia carriera di insegnante ero restio a mettere voti oltre 8. Mi rendevo conto che deludevo le aspettative di molti miei studenti. A maggior ragione quando nello stesso consiglio di classe c’erano colleghi che facevano fioccare i 9 e 10 come se fossero noccioline sul tavolo.

Ovviamente, io apparivo come il guastafeste di turno mentre quei generosi colleghi erano alfieri dell’insegnamento, vantandosi della simpatia degli studenti.

Vi confesso che spesso restavo senza parole quando al mio umile 6 si affiancava il 10 di un’altra materia. In quell’occasione il preside, rivolgendosi verso di me, poneva la classica domanda: “Professore, il suo 6 e proprio un 6?”.

Capite da soli perché quella stessa domanda non veniva fatta al collega che aveva messo il 10!

Poiché la valutazione generosa del mio collega non era un caso isolato, il mio collega giustificò il criterio che seguiva per assegnare il 10: “Preside, io non ho nessun problema ad assegnare il 10 se il ragazzo risponde a tutte le mie domande, d'altronde se è ammissibile la valutazione massima, perché non usarla!”

Il dirigente, come anche io, non poteva andare oltre alla sua domanda, anche perché tutto andava a vantaggio dello studente ed era salva la formalità della libertà di giudizio del docente.

Il problema ero io!

Nella mia valutazione facevo entrare un altro parametro poco istituzionale ma molto umano. Il 9 o 10 lo assegnavo anche quando l’allievo non rispondeva perfettamente a tutte le mie domande, ma mostrava una dedizione particolare allo studio e una sensibilità all’incoraggiamento che poteva aiutarlo a superare le residue difficoltà per migliorarsi ed emergere come intelligenza viva e rispettosa. Lo studente che studiava in modo forzoso (probabilmente lo faceva per accontentare i genitori), acquisiva il risultato dei suoi sforzi che alla fine si riassumeva nella memorizzazione di ciò che studiava. In realtà i concetti studiati erano pronti ad evaporare appena trascorso qualche giorno. Assegnavo voti esattamente in base alla completezza e chiarezza dei concetti studiati.

Mi capitò un caso di una ragazza che aveva copiato il compito dalla sua amica di banco. Lei tutta ansiosa di mostrarsi brava, chiese la verifica del suo lavoro. In quell’occasione, poiché il lavoro fu completo e corretto, assegnai un 10 che le fece brillare di gioia i suoi occhi. Mi fu chiaro che quella ragazza fino ad allora non aveva creduto in se stessa ma per cercare una gratificazione aveva copiato il lavoro dalla sua modesta, generosa e silenziosa compagna. Dopo qualche mese, quella stessa ragazza divenne una delle intelligenze più belle della classe.

Un bene di tutti


Amo la democrazia prima di tutto perché amo la giustizia più di ogni altra cosa al mondo. Un processo politico democratico è l'unica forma giusta di governo perché in esso tutti i membri della comunità sono liberi di partecipare alle decisioni che riguardano tutti. Poichè il processo politico impone di effettuare scelte per la comunità nel suo insieme, è conseguenziale che l'effetto di quelle scelte ricade su ogni membro. Ecco perché ogni cittadino deve essere libero di partecipare a quel processo affinché sia ​​giusto. Solo un processo democratico, con libertà di parola politica e una distribuzione democratica di tutti i diritti politici, come il voto e la candidatura alle cariche pubbliche, soddisfa tale requisito. Una distribuzione "democratica" di tali diritti significa che sono disponibili a tutti i cittadini, ma con restrizioni universalmente applicabili, universalmente applicate. Quindi, solo un processo democratico può produrre risultati politici che siano giusti.

Oggi, ogni persona adulta ha una qualche nozione, per quanto vaga e stentata possa essere, su come la società dovrebbe essere governata. Ciò include come le persone dovrebbero agire e anche un'idea di come il processo politico e l'economia dovrebbero essere strutturati e dovrebbero funzionare; come la società dovrebbe essere governata a livello pratico.

Che le persone abbiano idee molto diverse su come una società dovrebbe essere governata è un enigma per qualsiasi società democratica. Anche se tutti nella comunità fossero d'accordo sul fatto che la democrazia è la migliore forma possibile del processo politico perché è l'unica forma giusta che il processo può assumere, ci sarebbe ancora ampio spazio per seri disaccordi politici.

I cittadini possono abbracciare il conflitto politico come un distintivo d'onore, ma c'è sempre la possibilità che il conflitto possa sfuggire di mano, che possa portare fino alla violenza fisica. La prospettiva di perdere una competizione politica può indurle a ricorrere alle misure più disperate per impedirlo.

Un grande valore pratico della democrazia si rivela quando produce un cambiamento sociale non violento. Nel tempo, sia le circostanze materiali che i valori dominanti possono cambiare e cambiano. È giusto e positivo che il governo della società rifletta tali cambiamenti. La democrazia consente di stare al passo con i tempi in un processo incrementale e continuo, senza le dislocazioni, o peggio, di una rivoluzione.

Per il bene della democrazia stessa, i cittadini di una società democratica devono quindi essere disposti a massimizzare il "vivi e lascia vivere". Dobbiamo ridurre al minimo la misura in cui cerchiamo di richiedere agli altri di vivere secondo le nostre convinzioni e idee su come le persone dovrebbero vivere le loro vite. Per quanto possibile, dobbiamo astenerci dal criminalizzare le scelte che altri individui potrebbero desiderare o effettuare.

Quindi cosa dovrebbe essere messo fuori legge? Fondamentalmente, tutto ciò che si traduce in un danno universalmente innegabile per le altre persone nella comunità. Allo stesso tempo, dobbiamo essere tutti pienamente consapevoli che le persone sono perfettamente libere di fare qualsiasi cosa che non sia contro la legge.

La minaccia più grande per la democrazia sono le persone che cercano il potere come fine a sé stesso. Le persone possono tirare fuori questioni che non hanno nulla a che fare con la comunità nel suo insieme per fungere da veicoli per l'esercizio del potere e usare il processo politico per imporre la volontà di un gruppo a tutti gli altri per puro autocompiacimento. Per noi semplici esseri umani è già abbastanza difficile definire in buona fede una condotta che sia “innegabilmente dannosa” per gli altri senza contaminare il giudizio con il proprio ego.

 

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