Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
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lunedì 1 gennaio 2024
Comunicare con il pennello
domenica 31 dicembre 2023
Pensieri di fine anno
Come ogni anno ci ritroviamo a sperare nel futuro … e non manchiamo di volgerci al passato per cercare qualche spunto per dire che abbiamo vissuto bene.
Spesso non mostriamo entusiasmo … anche perché ormai quei piaceri sono stati “consumati” oppure perché probabilmente non sono capitati grandi avvenimenti.
Ci consoliamo al pensiero che ci dice: “siamo arrivati al 2024!” come se fosse un premio ottenuto a grande fatica. Intanto, i figli crescono e il tempo lavora in incognito per demolire chi ha trascorso molte primavere.
I giovani non ci pensano, per loro il vecchio e il nuovo anno sono due dei tanti (infiniti) che sono davanti a loro.
Mi rammarico pensando come alcuni valori si vanno deteriorando, sostituiti da mode che ahimè non riesco ad apprezzarle.
Evidentemente, la maturità impedisce di capire quelle stranezze che si rivoltano contro chi le rinnega poiché etichettati come antichi, fuori del tempo o brutalmente “vecchi”.
Mi affido a quella nuvola di saggezza che fortunatamente fa ombra ai feticci della stravaganza e impedisce che il cuore buono continui a battere, stimolato da quell’oggetto noto con la parola “Amore” ma che per molti è soltanto un sostantivo da usare per apparire belli.
venerdì 29 dicembre 2023
Cercando il Paradiso
Viveva in una terra lontana un uomo molto religioso. Era gentile e si prodigava per il prossimo. Viveva da solo, in compagnia di un ragazzino che aveva adottato come figlio.
Un giorno l’uomo ebbe bisogno di un servizio. Gli necessitava che il ragazzo gli portasse qualcosa dal mercato. Lo cercò ovunque ma non riuscì a trovarlo. Poiché sapeva che gli piaceva l’atmosfera della chiesa, andò alla parrocchia della sua zona e sbirciò attraverso una delle finestre della chiesa per dare un’occhiata all’interno. Vide che il suo ragazzo giocava con qualcuno.
Entrò silenziosamente in chiesa e scoprì che il compagno di giochi del figlio non era altro che la statua di Gesù bambino. La scultura in alabastro bianco in qualche modo aveva preso vita. Aveva lasciato il suo santuario ed era sdraiato sul pavimento a parlare e giocare con il ragazzo.
Lo stupito padre ricordò il detto secondo cui Dio appare solo davanti a persone innocenti. Chi era più puro di mente e di cuore del suo bambino, ancora incontaminato dalla sporcizia del mondo?
L’uomo si allontanò silenziosamente, tornò a casa e attese il ritorno del figlio. Intanto, gli aveva preparato una buon pasto.
Quando il bambino rientrò, il padre gli chiese dove fosse stato.
"In chiesa, papà. Stavo giocando con un amico." rispose sorridendo il ragazzo.
“Molto bene. Se vuoi puoi condividere un po’ di cibo con il tuo amico” propose il padre.
"Lo vuoi veramente?" chiese il ragazzo.
"Certamente!" rispose il padre con tutta la sua sincerità.
Il ragazzo raccolse un po’ di pane e formaggio in un tovagliolo e si apprestò a tornare dal suo amico. Ma mentre stava per andarsene, il padre lo fermò e disse:
"Figlio mio, voglio che tu faccia una cosa per me. Quando incontrerai di nuovo il tuo amico, chiedigli se andrò nella gloria in paradiso quando sarò morto."
"Sì, papà" rispose il ragazzo nella sua ingenuità. Uscì di casa e portò il suo pasto in chiesa per condividerlo con il bambino Gesù, lasciando il padre ad aspettare con ansia il suo ritorno.
Quando il ragazzo fu a casa di nuovo, il padre gli chiese con impazienza se avesse parlato con suo amico di quel suo desiderio.
"Sì, papà ne ho parlato. Ho chiesto se il mio papà andrà in paradiso? Ma lui ha risposto di no, perché hai trascurato i tuoi genitori."
L’uomo si rattristò nel sentire questo. Ci pensò un po' e disse di nuovo al ragazzo: "Se mai incontrassi di nuovo il tuo amico, chiedigli se mi verrà perdonato per i torti fatti ai miei genitori facendo del bene ad altri anziani."
Il ragazzo fece come gli era stato detto. Quando il giorno dopo incontrò di nuovo il suo compagno celeste, gli chiese: “Dimmi, amico, mio padre, andrà in gloria in paradiso se ha servito con amore altri anziani?”
“No”, rispose il bambino Gesù, “devono essere suo padre e sua madre a ricevere ciò che gli è dovuto. Potrà salire con gioia in cielo solo se avrà onorato e curato bene i suoi genitori”.
Quando il padre udì ciò, tornò dai suoi poveri vecchi padre e madre che fino ad allora aveva trascurato. Li condusse dove viveva e li trattò con la massima gentilezza, amore e rispetto. Prodigò loro ogni cura e non permise a nessun che lo sostituisse nelle cure.
Quando vide la gioia che i suoi genitori mostravano per la sua gentilezza nei loro confronti, la sua felicità assunse un senso diverso. Non mirava più l’obiettivo di ottenere il paradiso. Tutto il giorno e la notte pensava a come rendere i suoi genitori sempre più felici. Non era il pensiero del paradiso a spingerlo, ma il pensiero della gioia autentica dei suoi genitori. I loro sorrisi lo portava a fare sempre di più per loro.
Poi un giorno, il suo vecchio padre e sua madre morirono. Erano stati molto felici con il loro figlio. Vissero e morirono in pace, contenti della consapevolezza che il loro ragazzo li amava così tanto.
La morte dei genitori rese l’uomo molto triste. Per giorni non riuscì a superare il dolore per la loro perdita.
Dopo la morte dei cari genitori trascorse molto tempo, l’uomo invecchiò. Una notte fu svegliato dal sonno da suo figlio, che ormai era diventato grande e gli disse di ascoltare ciò che sembrava una melodia. C’era una musica dolce e piacevole che sembrava risuonasse in tutta la casa.
“Oh,” disse il padre con gioia, “forse sono gli angeli che sono venuti a prendermi per portarmi in paradiso."
E aveva ragione!
Gli angeli avvolsero l’uomo in una fulgide luce e lo portarono nel cielo glorioso.
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