giovedì 16 novembre 2023

L'angelo impazzito

 

 

Questa è una triste storia capitata nel tempo in cui la pace e la gioia racchiudevano tutto l’universo.

In quell’epoca la stasi di tanta pace subì un’inspiegabile mutazione. Intervenne un’energia esterna che produsse cambiamenti con lo scopo di indurre movimenti interni atti a determinare l’evoluzione.

Questo nuovo quadro dell’universo che veniva a comporsi, era originato da una distrazione della perfezione in essere che, non chiedendo null’altro da sé stessa, tentava di sollevarsi dall’amorfismo totale in cui era caduta.

La mente geniale dell’universo aveva inventato il divenire come strumento da contrapporre all’immobilità dell’essere umano e per consentirgli la rottura della stasi, gli associò l’idea della qualità crescente dell’universo.

Capitò, quindi, che in Paradiso un angelo diffondesse l’idea che si potesse diventare più buoni di quanto già si fosse. Propose una bontà dinamica, non statica e quindi, non definitivamente acquisita. L’implicazione che seguiva era tremenda: si introducevano un grado alla bontà e l’accettazione di processi in divenire che qualificava l’essenza in una scala infinita di valori.

Pensare, per esempio, che l’assoluto sia un fotogramma del relativo, è come dare dello stupido alla ragione. Figuratevi di stare dietro l’obiettivo di una telecamera e di riprendere da lontano su una collina, un treno in corsa. La sensazione del treno in movimento è chiarissima e contestarla sembrerebbe pazzia. 

Cercate, ora, con uno zoom mentale, di continuare a riprendere il treno, prima avvicinandovi ai finestrini e poi entrando nel suo interno. Avrete nuovamente chiarissima l’idea di essere fermi e di osservare gli arredi del treno. 

Spostando l’attenzione sull’esterno del treno, non vi stupirete assistere a un mondo che si muove rispetto a voi. In questo momento ospitate due idee diverse e contemporaneamente vere: siete fermi nel treno e contemporaneamente vi muovete con il treno. Tutto lo scenario ottiene il plauso dalla ragione, solo perché, nulla appare ingiustificato rispetto a ciò che si conosce. 

Nascondendo parte della dinamica, non avrei mai potuto darvi due idee opposte ma ugualmente valide, senza essere giudicato pazzo. Capirete, ora, perché l’angelo suscitò tanto scalpore in Paradiso. 

L’idea appariva assurda anche perché era partorita da una mente eccelsa, come quella di un angelo. Si dovette ammettere la rottura dell’anima buona, nella forma di pazzia delirante.

Il Paradiso si trovò in una situazione imbarazzante. In mezzo a tantissima brava gente, girava un pazzo.Per la salvaguardia della pace celeste, fu presa una grave decisione. L’angelo impazzito doveva ricredersi e sperimentare su sé stesso gli effetti della sua teoria. 

Fu mandato su un pianeta chiamato Terra e spogliato delle qualità celesti, fu immerso in un corpo decadente nel tempo ma rinnovabile attraverso la propria riproduzione. A questo angelo gli fu assegnato il nome di uomo.

Sono passati milioni di anni e il divenire è stato la bandiera di quest’uomo. Ha sperimentato l’evoluzione della specie come frutto di scelte conforme all’ambiente con cui si è dovuto misurare per assicurare la sua riproduzione.

Giunto nell’anno 2023, ha capito che il divenire è un luogo che si attraversa senza poter dimorare. Non abbiamo né tempo né spazio per la ragione. L’uomo è troppo occupato a sopravvivere per adeguarsi ai mutamenti. 

Non c’è modo di sperimentare il brio e la fantasia senza rischiare la propria sussistenza. Vede le piante completamente tese a riprodursi; vede gli animali sfortunati compagni di viaggio; vede sé stesso nascondere i propri limiti e suffragare ombre di verità giustificate da una logica oscillatoria vestita con paraocchi uniformati, riconosciuti come scienza. 

Di rado e furtivamente, qualcuno chiude gli occhi per aprire la porta dell’incredibile, dell’indifferenziato, della non ragione e vola dove non esistono regole, patria della creatività. In tali occasioni si entra in un mondo vibrante, senza memoria, completamente estraneo a quello vegetale. È pericoloso indugiare, poiché si è trascinati lungo un sentiero di non ritorno che conduce alla pazzia.

La riproduzione del genere umano a dismisura è un tentativo per mantenere costante la probabilità di far riconquistare il Paradiso all’angelo impazzito. Passerà chissà quant’altro tempo prima che si impari ad attingere a piccole dosi quella pazzia, motrice di tutte le idee dell’universo.

Fino allora, ricordando ciò che ha già detto Carl Gustav Jung, non saremo mai padroni di noi stessi!

 

mercoledì 15 novembre 2023

Il dono dell'angelo

 

Una bambina, spettatrice silenziosa di un film interpretato dai suoi genitori, conduceva una vita solitaria nell’anima. La lunga attesa di una carezza o di una piccola attenzione alla sua persona, le aveva indotto una specie di mesta rassegnazione unita all’accettazione di una colpa difficile da comprendere alla sua tardiva intelligenza.

Le tenerezze che giungono da un cuore che ama, sono sempre accompagnate da duraturi sorrisi e sguardi incantati. 

Questa esperienza era completamente ignota alla piccola Serena, che però, aveva sperimentato come attraverso l’ubbidienza o un concedersi senza convinzione, riusciva a conquistare sorrisi di compiacimento.

Queste apparenti gratificazioni le servivano come surrogati di quei piaceri che ella avrebbe voluto provare come riflessi di atti d’amore ancora da sperimentare. La strana situazione che si componeva mentre la bambina diventava donna, contribuì a definire un’architettura dell’anima illeggibile e difficile da modellare con gli eventi della vita.

Serena era attratta da ninnoli, oggetti particolari che ispiravano tenerezza ed innocenza. Per questo motivo spesso si fermava davanti alle vetrine di un negozio di giocattoli. Sceglieva idealmente gli articoli più suggestivi dove porre l’attenzione e indugiava pensandoli parlanti.

Un giorno, un angelo nelle vesti di un buon uomo, le si avvicinò e le chiese:

-“Posso farti un dono?”

Serena rimase un po’ interdetta, ma l’uomo subito la rassicurò:

-“Non temere. Ti ho notata mentre ammiravi i giocattoli in vetrina. Mi farebbe tanto piacere se accettassi un oggetto appartenuto a mia figlia. Lei non è più con me … è volata in cielo.” Così dicendo pose tra le mani della ragazza una scatola accuratamente avvolta in una carta colorata e aggiunse:

-“La mia bimba sarà contenta di saperlo nelle tue mani.”

L’uomo accarezzo i capelli di Serena e andò via. Appena giunse a casa, lei tolse l’involucro cartaceo e ai suoi occhi apparve un piccolo forziere accompagnato da un bigliettino con su era scritto: “Da aprire soltanto in una occasione speciale”.  

Si attenne strettamente a quella istruzione. Conservò e curò per molto tempo l’oggetto, sperando che un giorno potesse scoprirne il contenuto. 

Da quel momento la sua vita cominciò a cambiare.  Iniziò a combattere le sue prime battaglie sociali. Si rispecchiava negli occhi dei suoi amici e conoscenti per riconoscersi in un ruolo.  Riusciva persino a modulare la sua voce con un sottofondo di importanza e convinzione delle proprie possibilità. La sua forza interiore crebbe e fiorì la sua dignità.

Il suo pensiero volgeva spesso a quel suo dono misterioso. Si vantava come una delle pochissime persone a cui la fortuna aveva concesso di possederlo. Attendeva quella fatidica ignota occasione per aprirlo.

Serena stava conquistando la sua consapevolezza e l’autorità di esistere quando il destino gli impose di aprire il pacco dono. Nel momento in cui il forziere fu aperto, sorprendentemente non trovò nulla, tranne un altro bigliettino ripiegato più volte. Era su scritto: “In questo forziere ho riposto le mie ansie, le mie preghiere a Gesù affinché Egli sia buono con te ...  che ti preservi dal dolore e ti infonda l’amore che meriti. Quando sarai triste stringi al petto questo dono, il Signore ti assisterà.” 

Serena capì che quell’uomo era un angelo vestito da passante. Da lui aveva ricevuto qualcosa che nemmeno i suoi genitori erano riusciti donare: un senso di serenità con un grande messaggio d’amore.  

martedì 14 novembre 2023

La sincerità cedevole


 

La sincerità è un valore che rende trasparente l'anima. È incompatibile con la cattiveria. È prova di bontà.

La sincerità è maldestra ... è in grado di creare nemici soltanto perché si manifesta.

Praticare la sincerità significa guadagnarsi una facile antipatia poiché la verità non sempre veste elegante.

Consiglierei la pratica di una sincerità "cedevole" cioè capace di flettersi come farebbe un ramo al peso di un uccello che si posa. La sincerità non deve irrigidirsi, non deve battagliare perché la verità che porta con sé, si illumina di luce propria. Deve curvarsi, adattarsi alla sensibilità umana. La verità ha bisogno di tempo per occupare prima la mente e poi il cuore.

Essere sinceri come la durezza dell’acciaio è anche un modo di trascurare l'obiettivo che essa si prefigge, dimenticando il seme buono che si vorrebbe far germogliare.

Personalmente credo che la sincerità debba essere vestita per l’occasione o usando una brutta parola, "truccata". 

Dovrebbe essere come una bella donna che per far mostra di sé ricorre ai cosmetici. Lei sa di essere bella, ma non rinuncia a migliorare ulteriormente la sua immagine per il piacere di chi la guarda. Giungerà il giorno in cui potrà mostrarsi nelle sue vere forme, allorquando l’amante apprezzerà maggiormente il suo cuore e non il corpo.

Ovviamente, lungi da me l’idea che siano la vigliaccheria o l’ipocrisia le promotrici di questo stratagemma.

Si tratta di un’idea benevola che non vuole castigare perentoriamente l’errore commesso, ma che offre l’opportunità di riscatto alla consapevolezza di chi è sottoposto al tuo giudizio.

Solitamente si invoca la sincerità per reclamare apertamente esigenze, per decretare un giudizio, per rispondere alla richiesta di chi attende comprensione.

In tutti casi, la sincerità entra in gioco quando le si chiede nascostamente di non essere pienamente sè stessa.

 

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