
Caro
Signore,
Forse non è
il periodo adatto per farti giungere le mie considerazioni ma, tenendo conto
che tuo figlio è morto da più di duemila anni orsono e poiché tu sei perfetto,
queste mie parole non ti offenderanno.
Sono nato,
cresciuto e istruito alla tua fede e ora che sono grandicello un po’ di
critica, concedimela.
All’età dei
giochi mi hanno parlato di te, delle verità cristiane; mi hanno battezzato e di
questo non ho nessun ricordo; mi hanno fatto seguire un corso di catechesi per
giungere alla prima comunione, poi alla cresima e, come ultimo atto, al
matrimonio.
Ti giuro che
tutto è avvenuto in modo passivo, in obbedienza alla mia famiglia.
No, non
voglio colpevolizzare i miei tutori e l’istituzione ecclesiale, voglio solo
manifestare il mio imbarazzo.
Non ti
arrabbiare se punto il dito contro di te.
La mia
convinzione è che per la tua infinita bontà lasci fare un po’ troppo a noi
uomini.
Noi abbiamo
molta fantasia e immaginiamo tante cose che forse mettono anche te in crisi.
Ammetti però
di avere un piccolo vizietto; come quello tipico dei grandi scienziati nostri:
la distrazione determinata dalla grande differenza di spessore d’intelligenza e
d’amore.
Se vuoi
parlare con noi, devi sapere che la fede non basta!
Sei stato tu
stesso a farcelo notare con San Tommaso.
Pretendi di
spiegarci il Paradiso come fa il gatto con il topo, che lo mangia per fargli
capire la sua missione.
Non ti dico
dei miracoli!
Perché
t’inventi le malattie se poi ci giochi con i miracoli?
Non vado
oltre per non mostrarmi arrabbiato o irriverente.
Non sono capace
di immaginare l’oltre la vita terrena senza di te ma per dispetto, potrei
rifiutare il Paradiso quando sarà il momento.
Mi siederò
sul gradino davanti alla porta e protesterò per non aver avuto modo di
conoscerti pienamente quando ne avevo bisogno.
Certamente
in Paradiso troverò tutto, ma a che servirà?
Essere beato
senza vita è un’ingiustizia verso coloro che, non per scelta, hanno trascorso
l'intera esistenza nella fame, nel dolore, nelle carceri, nella solitudine.
Se vorrai,
allora, baratterò il mio paradiso con una miglior condizione di vita terrena
per congruo numero di miei sconosciuti amici sfortunati.
Firma: un’anima
del mondo.
P.S. So che
per ora non potrai rispondermi ma da lassù, oltre al meraviglioso papa che ci
hai mandato, fai qualcosa di meno divino e di più umano.