giovedì 13 agosto 2015

Tra le stelle




Può sembrare una anormalità ma quando mi trovo solo nelle aree abbandonate dalle luci, una forza interna mi spinge a fermarmi, alzare lo sguardo al cielo stellato e abbandonarmi al pensare per qualche minuto.

Mi chiedo perché la terra non è sola.

Lo sguardo, senza un riferimento, si muove tra un indefinito numero di puntini luminosi.

Allora, addormento la ragione,
lascio che il tremore sobbalzi sulle mani....
fino a muoverle come fa un vecchietto.

Cerco un punto dove fermarmi e ricondurre il mio peso.

M'illudo di vedere ciò che ad altri è impossibile, quasi a voler sprofondare oltre il visibile.

La mente mi asseconda e gli occhi smettono di funzionare come di solito fanno.

Improvvisamente, appaiono contorni sfuocati  che velocemente si ricompongono in immagini irreali.

La razionalità sferra l'ultimo attacco, tentando di fornire una logica allo scenario fantastico che si agita incontrollato.

Nella quiete del luogo solitario, i brividi scorazzano per la mia pelle.

Sono stati lasciati liberi dalle emozioni.

La fantasia è padrona della mente e il diletto trova il suo momento.

Un lungo respiro mi ricorda di essere dentro un corpo, mentre credevo di essere lassù.


lunedì 10 agosto 2015

Troppo basso per il tuo cielo

 
 
Fletti i tuoi rami,
sono piccolo per la tua chioma.

Avvicina quelle nuvole,
sono alte anche per il mio albero.

Anche tu Luna,
bella e luminosa,
sei  lontana dal mio cuore.

A chi racconto delle mie ansie?

Con chi condivido le mie gioie?

Quali mani stringo per non aver paura del buio?

Voglio il tuo cielo.
Voglio la tua pace.
Voglio il tuo amore.
 
Ti darò in cambio le mie emozioni.
Tutte racchiuse di generosità.

Non ti curare della loro umidità.
Qualche volta ho pianto.

Forse è troppo poco 
e io sono troppo basso per tue stelle.

Proverò a sollevarmi.
La mia anima è leggera.

Di più non so fare.

Sei tu a decidere quando potrò elevarmi da terra.


lunedì 27 luglio 2015

I figli non ci appartengono


 
I figli sono nostri, ma non ci appartengono.

Abitano nel mondo che per i genitori è estraneo e nel quale non è permesso entrare.

Vivono acconto ai noi ma contemporaneamente sono lontani.
Occupano un futuro a noi connesso e a senso unico.
Quantunque ci si sforzi a entrare nel loro mondo, si rimane ospiti temporanei. 

Si attiva una strana realtà che assomiglia molto a una simulazione.

Ci accettano con riserva e con una grossa cauzione, determinata dal bene che si tenta di trasmettere.

I figli sono le foto dei genitori ritoccate dal tempo trascorso e da una società in continua evoluzione.

L’immagine che si compone diventa l’opera d’arte, determinata da una infinità di fattori non tutti riconducibili alla saggezza degli adulti.

Chi sia l’architetto del progetto, non è nelle nostre facoltà saperlo.

Chiniamo il capo e decidiamo come chiamarlo: destino o Dio?

domenica 26 luglio 2015

Il valore della solitudine


 
 
 
 
 
 
 
Il grande Totò! 
Condivido con lui il sentimento della solitudine.

Un sentimento visto in positivo, capace di far emergere nell'anima il senso ultimo della vita, fatta di piccole e semplici cose.

Riporto un tratto dell'intervista concessa ad Oriana Fallaci e pubblicata  dal  «L’Europeo», nel 1963.

O.F.  Principe: io non La ho mai vista ridere. A parte il fatto che esser triste è la legge dei comici, io temo che Lei abbia sempre riso pochissimo: che non conosca il sapore di una bella risata.

Totò: "Pochissimo, niente. Io non rido, sorrido. 

E, anche quello, raramente. 

Sorrido a lei, per esempio, perché è una donna: non si può mica parlare a una donna con il musone.

Però vede: non è esatto nemmeno dire che io sia triste: 

Son calmo, privo di ansia. 

Io l’ansia non la conosco. 

Deve influire, in questo, il mio residuo di sangue orientale, bizantino. 

Non so… starei ore e ore fermo a guardare il cielo, la luna. 
 
Io amo la luna, assai più del sole. 

Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con le ombre, i fruscii, le rane che fanno qua qua, l’eleganza tetra della notte. 

È bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. 

Il giorno… che schifo! 

Le automobili, gli spazzini, i camion, la luce, la gente… che schifo! 

Io amo tutto ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. 

La risata fa rumore. 

Come il giorno.”

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