Il grande Totò!
Condivido con lui il sentimento della solitudine.
Un sentimento visto in positivo, capace di far emergere nell'anima il senso ultimo della vita, fatta di piccole e semplici cose.
Riporto un tratto dell'intervista concessa ad Oriana Fallaci e pubblicata dal «L’Europeo», nel 1963.
O.F. Principe: io non La ho mai vista ridere. A parte il fatto
che esser triste è la legge dei comici, io temo che Lei abbia sempre
riso pochissimo: che non conosca il sapore di una bella risata.
Totò: "Pochissimo, niente. Io non rido,
sorrido.
E, anche quello, raramente.
Sorrido a lei, per esempio, perché è
una donna: non si può mica parlare a una donna con il musone.
Però vede: non è esatto nemmeno dire che io sia triste:
Son calmo, privo di ansia.
Io l’ansia non la conosco.
Deve influire, in questo, il mio residuo di sangue orientale,
bizantino.
Non so… starei ore e ore fermo a guardare il cielo, la luna.
Io amo la luna, assai più del sole.
Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con le ombre, i
fruscii, le rane che fanno qua qua, l’eleganza tetra della notte.
È
bella la notte: bella quanto il giorno è volgare.
Il giorno… che schifo!
Le automobili,
gli spazzini, i camion, la luce, la gente… che schifo!
Io amo tutto ciò
che è scuro, tranquillo, senza rumore.
La risata fa rumore.
Come il
giorno.”
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