lunedì 9 febbraio 2015

Zanchette


Gli insegnanti all’interno del sistema nazionale della pubblica istruzione sono pesci che si muovono in un fiume in via di inquinamento. 
Un governo miope vorrebbe convertirli in pesci spazzatura, in modo da ripulire i fondali sporcati dalla cattiva gestione.
Conosce le Zanchette?
Sono pesci piatti, dal corpo molto sottile, di lunghezza variabile tra i 10 e i 14 cm, con squame che si staccano facilmente così che ne sembrano prive. 
La colorazione è grigio giallastro, osservandole controluce si vedono i visceri e la spina centrale. 

Le Zanchette hanno gli occhi sul lato sinistro e vivono su fondali fangosi, tra i 10 e i 50 metri di profondità.Si spostano verso la costa in aprile, per la riproduzione. Vi è una specie un poco più grande, detta Zanchetta romana o Zanchettone, che vive sui fondi sporchi e si riconosce per essere più allungata. 
Tutte le Zanchette si alimentano d’invertebrati di fondale, in particolare di crostacei e di anellini. 
La carne è bianca o bianca avorio ed è particolarmente gustosa. A volte le Zanchette sono vendute insieme con altri piccoli pesci con il termine generico di “frittura”.

L’evoluzione della classe degli insegnanti, sembrerebbe assumere le caratteristiche delle Zanchette. Notate bene, e vedrete una modifica strutturale delle loro funzioni, poiché si appiattiscono mostrando inconsistenza fino a poterle osservare in controluce per ritrovare, al livello di visceri e spina centrale, la loro dignità.
L’operato degli insegnanti vive su fondali sabbiosi, a debita distanza dell’ostentazione. 
L’attenzione su questa, quasi inutile categoria, si evidenzia maggiormente dopo il mese di maggio. 
In tale periodo, molti trovano considerazione, e si spostano in zone marine poco frequentate, sperando di trovare nuovi stimoli al loro nascosto vivere. Per questi, la soddisfazione certa è quella di trovare cibo aggiuntivo, senza però, riscontrare una miglior qualità.

Vi sono alcuni esemplari della categoria, come le Zanchettoni, che pensano di valere di più, solo a causa della loro virtuale grandezza. 
Purtroppo per loro, sono costretti a muoversi sui fondali sporchi, non soltanto per la sabbia. 

La categoria degli insegnanti vive di ricordi e molti colletti bianchi, pensano anche, che potrebbero nutrirsi d’aria, visto che lavorano per sole 18 ore settimanali e si fanno tre mesi di ferie.
Come le Zanchette, gli insegnanti hanno carne bianca e gustosa, facili da pescare e se non dovessero essere sufficienti per un pranzo a base di pesce, si potrebbero mischiare con altri miseri pesci, per fare una bella ed economica frittura. 
 

domenica 8 febbraio 2015

Sapete che cos’è Bluetooth?


Bluetooth è un sistema standard, economico e sicuro per scambiare informazioni tra dispositivi diversi attraverso una frequenza radio sicura a corto raggio. 

Bluetooth cerca i dispositivi entro un raggio di qualche decina di metri e li mette in comunicazione tra di loro.

Vi anticipo che fra qualche decennio potremmo disporre di questa facoltà anche per il nostro corpo!

Nel frattempo, immaginiamo come diventerebbe il mondo dell’anima.
Prima di tutto ci libereremo dalla schiavitù del corpo che invecchiando mortifica la più nobile delle anime. 

In secondo luogo, avremmo risolto il problema dell’eternità. 

Come?

Notizia di questi giorni è la scoperta della tecnica per la generazione di cellule artificiali autoriproducenti. 

Ciò significa che produrre un corpo umano o una sua parte, artificialmente, non è un’idea assurda!

Il passo successivo consiste nel far migrare l’anima, evoluta nel vecchio corpo, in uno completamente nuovo o rigenerato.

Che beffa subirebbe la morte!

Ci sarebbero tanti vantaggi aggiuntivi che con un po’ di fantasia si potrebbero prevedere.

La tanta odiata “scuola”, per i ragazzi, non sarebbe più necessaria farla più di una volta!

Sapendo di poter abitare sulla terra per un periodo indefinito, deturpare la natura diventerebbe un sacrilegio, un affronto più tangibile all’esistenza globale.

Curare l’anima diventerebbe prioritario rispetto alla cura del corpo.
Molti sceglierebbero l’essere all’apparire.

I nostri governanti avrebbero più possibilità per riprendersi dagli errori commessi.

Si potrebbe intervenire sui cattivi in modo più specifico, risalendo alla causa primaria della loro cattiveria e rimuoverla, come si fa con un chip difettoso in un apparecchio elettronico.

Vivere diventerebbe una gratificazione continua per ognuno di noi.
La società conquisterebbe una maturità civile e sociale sempre migliore.

La tecnologia procederebbe con effetto valanga.

Aspetti negativi, sicuramente non esisterebbero, poiché l’evoluzione dell’anima umana sarebbe sempre nel bene!

Nell’anima umana esiste il dono che il Creatore ha voluto nascondere.

In una gara a staffetta, i corridori si scambiano il testimone compiendo continui giri di pista.

Chi deve compiere il proprio giro, non ha ancora il testimone e non può esaminarlo.

Chi sta correndo e impegnato nella corsa e non può pensare di guardare il testimone.

Chi ha compiuto il proprio giro non ha più il testimone e non può guardarlo.

Al termine della gara, se non è stata persa, il testimone è a disposizione di tutti, ma ormai la gara è terminata!

Vestiti (italiani) che uccidono




Una fabbrica collassata. Migliaia di persone sepolte vite. Le aziende coinvolte che aderiscono ad una iniziativa rivoluzionaria per compensare le vittime e impedire che questo si ripeta. Tutte tranne una. Italiana. Benetton. Che non pagherà se non vedrà seriamente a rischio la sua immagine. Firma ora:



firma la petizione
90 secondi: in un minuto e mezzo un'enorme fabbrica in Bangladesh è collassata seppellendo vivi 1134 operai. Per salvarsi alcuni si sono dovuti strappare da soli un braccio o una gamba. Una tragedia che ha scosso il mondo e ha spinto l'ONU a creare un piano per impedire alle multinazionali responsabili di girarsi dall'altra parte.
Un piano che starebbe funzionando se non fosse per una grande azienda italiana.
Ma oggi possiamo costringerla a pagare.
L'italiana Benetton è famosa in tutto il mondo, vale miliardi di euro, ma si rifiuta di risarcire uomini e donne morti cucendo i suoi vestiti. È l'unica grande marca sicuramente coinvolta nel crollo a non voler pagare. E la farà franca finché questa storia non metterà seriamente a rischio la sua immagine. E qui tocca a noi.

Benetton si sta preparando alla Settimana della Moda di Milano, l'evento più importante per il settore in Italia. È la nostra occasione. Clicca per chiedere a Benetton di salvare questo piano rivoluzionario. Arrivati a 1 milione di firme li metteremo in imbarazzo di fronte a tutto il mondo con una azione che non potranno ignorare. Firma ora:

https://secure.avaaz.org/it/benetton_pay_up_loc/?bglFhdb&v=53251

Quello del Rana Plaza non è il primo incidente di questo tipo. Per decenni le multinazionali si sono infischiate di queste tragedie. Ma da oggi questo potrebbe cambiare. L'accordo voluto dall'ONU per la prima volta nella storia coinvolge tutte le parti: il governo del Bangladesh, i produttori, i rivenditori internazionali e le organizzazioni per i diritti dei lavoratori. E se avrà successo stabilirà nuovi e altissimi standard per la responsabilità delle aziende, i controlli sui fornitori e i diritti dei lavoratori in tutto il mondo. C'è solo il no di Benetton a rischiare di far saltare tutto, spingendo altri a rifiutarsi e impedendo che si crei un precedente per i diritti dei lavoratori.
Non possiamo permettere che sia proprio l'Italia responsabile di questo: Benetton è l'unica grande marca ufficialmente relazionata al Rana Plaza a non aver aderito al piano di risarcimenti. L'anno del crollo ha avuto profitti per 139 milioni di euro, ma ha il coraggio di dire di aver fatto il suo dovere con una donazione di non si sa quanto a un'organizione benefica locale. Ma la carità non è un equo risarcimento. La verità è che questo crollo è stato una sequenza incredibile di negligenze da parte delle aziende. In un mondo giusto il risarcimento dovrebbe essere obbligatorio. Che le aziende partecipino a questo programma è il minimo accettabile.
Per Benetton, così come per tutti questi marchi globali, l'immagine è tutto. Per questo possiamo essere efficaci e dobbiamo colpire ora. Più saremo, più i vertici di Benetton faranno fatica a ignorarci. Firma ora per chiedere giustizia per i sopravvissuti del Rana Plaza, poi condividi la campagna con tutti:


Abbiamo già provato a smuovere queste aziende colossali. Dopo il crollo della fabbrica, la nostra comunità si mobilitò in massa per obbligare leader mondiali del settore come H&M a firmare l'accordo "Fire and Safety", per evitare che altre persone venissero sacrificate ai profitti di qualche azienda. Ora dobbiamo agire ancora una volta e pretendere che queste famiglie siano ascoltate.

Con speranza,

Dalia, Oliver, Emily, Risalat, Mais, Ricken e tutto il team di Avaaz

mercoledì 4 febbraio 2015

La follia nell’Adriatico






La Croazia vuole trivellare in tutto l'Adriatico, ma non può farlo se rischia le enormi entrate del turismo. La decisione finale è tra pochi giorni: firma subito, raggiunte le 100mila firme faremo arrivare la protesta italiana su tutti i giornali croati:


firma la petizione
La Croazia ha appena annunciato trivellazioni in tutto l'Adriatico: a poca distanza dalle coste italiane e in un mare chiuso in cui la più piccola perdita di petrolio potrebbe causare un disastro ambientale irrimediabile. 

Ma la decisione non è definitiva.

La Croazia vive di turismo, in buona parte proprio turisti italiani (oltre 1 milione!), attirati da spiagge e mari incontaminati.

Firma subito e condividi con tutti e non appena arriveremo a 100mila firme faremo arrivare la protesta italiana ovunque su giornali e tv croati per far capire al Governo che andare avanti con le trivellazioni significa mettere a rischio l'economia del Paese:

https://secure.avaaz.org/it/italy_stop_croatia_oil_drilling_loc/?bglFhdb&v=51945

Stiamo già mobilitando tutto e tutti dalla pesca, alla protezione della fauna, dell'ambiente, al rischio geologico, fino ai residui bellici che rendono le trivellazioni pericolose: avremo un dossier inattaccabile, che ha già convinto il governo italiano a sospendere molte trivellazioni proprio nell'Adriatico.

Ma sappiamo che bastano due cifre per convincere definitivamente il governo croato: i circa 100 milioni di investimenti in media all'anno promessi dalle multinazionali del petrolio contro i circa 7 miliardi all'anno che derivano dal turismo. Basterebbe perdere per colpa di questo progetto 100mila dei 12milioni di turisti annuali, e tutta l'operazione sarebbe un fallimento per l'economia croata.
Grazie alla mobilitazione di centinaia di migliaia di possibili turisti tedeschi abbiamo appena contribuito a fermare simili trivellazioni vicino ad Ibiza. E la Croazia non può fare a meno del turismo, che è oltre il 20% del suo PIL: sarà semplicemente terrorizzata di perdere anche la più piccola percentuale di turisti italiani. Firma subito e condividi con tutti:

https://secure.avaaz.org/it/italy_stop_croatia_oil_drilling_loc/?bglFhdb&v=51945

La comunità di Avaaz è già stata cruciale nel 2014 per salvare pezzi bellissimi del nostro ambiente: dal Parco Naturale del Sirente-Velino in Abruzzo, alle cime più alte delle Apuane, fino alla mobilitazione per il Clima che anche in Italia ha coinvolto decine di città e decine di migliaia di persone. E ora sta a noi lottare per l'Adriatico e forse l'intero Mediterraneo.

Con speranza e determinazione,

Luca, Francesco, Juliane, Luis, Sam, Christoph e tutto il team di Avaaz

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