mercoledì 13 marzo 2013

File-system





Foto: Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica...perchè ci sono dei legami semplicemente destinati ad essere!

Sapete che cosa è un file-system?

Se non siete informatici, dovreste aggrapparvi alla traduzione delle due parole inglesi.

Il mio vizietto di vedere tutto con gli occhi del filosofo, mi spinge a suggerirlo nel vostro bagaglio nozionistico. 

Certamente, non è mia intenzione far il prof con voi! 

Ciò che mi diletta e che mi piace condividere, è l’idea che nonostante la “complessità” del nostro sistema scientifico, alla fine si scopre che gironzoliamo sempre sugli stessi concetti.

Il file-system è un sistema logico, adottato dagli informatici, che consente di organizzare il modo di registrare informazioni, rendendole sicure e facilmente reperibili su un supporto fisico completamente stupido e che è costretto a relazionarsi con l’astrazione mentale dell’uomo.

Nel nostro mondo, esso rappresenta il sistema mediante il quale registriamo nel cervello la nostra esperienza fatta di tanti eventi quotidiani. 

Un ottimo file-system personale ci rende reattivi e fortemente critici. 

Le tantissime informazioni, perfettamente concatenate nella logica astratta, trovano luogo di permanenza stabile e funzionale nelle cellule cerebrali. 

Il meccanismo garantisce il ritrovo immediato di ogni dettaglio informativo e lo collega meravigliosamente a centinaia o migliaia di altri eventi collaterali.

Il nostro file-system ha una peculiarità infinitamente bella, direi “umana”, e consiste nel fatto che la registrazione tiene conto anche di elementi che vanno oltre il contenuto informativo. 

Ad ogni evento vita, le informazioni associate si “bagnano” nelle emozioni e forniscono al sistema di conservazione un’ulteriore qualità per cui il dolore o il piacere, la rendono cangiante con il tempo e quindi difficile da ritrovare secondo il metodo formale.

Il trauma provoca la rottura della linearità delle registrazioni, provocando scompensi che volatilizzano ogni successivo ricordo.

Se provate a rovinare il file-sytem di una memoria del vostro computer, preparatevi a chiamare l’assistenza perché il computer non è più usabile.

Se si dovesse rovinare il file-system del nostro cervello, non potete chiamare nessuno, poiché sarete soli e fuori da voi stessi....... 

vi etichetteranno come “Pazzo”!  

lunedì 11 marzo 2013

Collegarsi e condividere



Troppo simpatica questa notizia, da inserila nel blog.



Passeggiando per la città, può capitare di veder spuntare da un muro una porta usb.
 
Sei fortunato se la vedi, ancora più fortunato se hai con te un computer che, una volta collegato, avrà accesso a una vastissima memoria di video, musica e immagini da scaricare gratuitamente.
 
Si chiama “Dead Drops” ed è un innovativo progetto di file sharing ideato dall’artista tedesco Aram Bartholl che ha disseminato e cementificato nei muri di New York una serie di memorie flash accessibili attraverso porte usb che fanno capolino tra i mattoni.
 
Conoscendo la loro dislocazione, chiunque può collegarsi e scaricare files.
 
Il progetto non è fine a se stesso perchè Aram ha pubblicato infatti un “how to“, istruzioni e video, per sollecitare chiunque a inserire nei muri della città le proprie memorie e condividerle.

Un bacio

 
 
 
Sfidar lo sguardo per navigar tempeste, innalza il cor.
Perenne naufrago, nella perduta isola m’areno.

Al cavalcar dei giorni scruto orizzonti.
Novelle speranze fissano occhi in direzioni lontane.

Tuoni e saette annunciano amor 
e ancor prossimo, 
d’un tratto un bacio m’allieta.

Dolce elisir di dolor svanito.
Eterno timbro di gaio ricordo.
Bolla trasparente di ameni sorrisi.

Vagar nel mondo, messaggero di gaudio mi vesto.

Parole al vento son vettori.
Emozioni gentili son colori al viso.
Collinette audaci sotto drizzi peli, si chiaman brividi.

Che il bacio tuo d’amor stordisce.

Fumare, rilassa

 
(Brano tratto da "Il mondo meraviglioso dell'anima", edito Zedda.) 
 
Si racconta che un illustre suddito della regina Elisabetta I di Inghilterra, sir Walter Raleigh, introdusse il tabacco e l’arte di fumarlo in Europa.

Un giorno, mentre godeva del suo ritrovato, sprofondato in una poltrona, emise tramite naso e bocca una lunga colonna di fumo.

La sua inserviente, passandogli accanto, rimase terrorizzata dalla scena.

Immediatamente corse in cucina e riempita una tinozza d’acqua, la svuotò addosso al suo padrone. 

Tutta l’azione era sonorizzata da urla che diffondevano la traumatica notizia: “Il padrone si sta bruciando!”.
Questa fu la prima donna che non capì subito gli effetti benefici della futura sigaretta.

Il fumo di tabacco contiene nicotina ed è uno stimolatore che migliora la memoria, l'umore e la velocità dei riflessi.

Peccato, però, che:
·     Genera una forte dipendenza chimica, fisica e psicologica;
·         I suoi effetti benefici sono temporanei;
·         Stimola l’ansia;
·         Disturba il sonno;
·         Disturba il metabolismo;
·         Favorisce le malattie cardiovascolari;
·         Distrugge i polmoni;
·         Uccide lentamente con un caldo, rilassante abbraccio mozzafiato.

Ci sono persone amabili che fumano e per queste, un forte dissidio interiore ci strazia, nella stretta tra due intenzioni contrapposte: la violenza nello strappare la maledetta sigaretta dalla bocca e la tenerezza, il rispetto delle sue debolezze.

Per chi non ha mai fumato, è facile imporre la sua saggezza al fumatore succube di se stesso.

Chi non ha mai fumato non si spiega il meccanismo mentale che scatta quando il fumatore apre il pacchetto per estrarre la sua subdola sigaretta e legge a caratteri cubitali: “ IL FUMO UCCIDE”.

Se notate attentamente lo svolgersi dell’azione in quegli istanti, scoprirete una specie ipnosi che avvolge il fumatore. 

Egli non vuole capire il significato della frase riportata, perché se lo facesse, rinnegherebbe se stesso.

Il fumatore è come una barca senza remi in mare aperto, quando la calma governa, vede l’intero arco dell’orizzonte in piena solitudine e si rende conto a quali pericoli si espone se dovesse improvvisamente scatenarsi una tempesta. 

Nessuno potrebbe aiutarlo, non ci sono bitte cui legare la propria barca e non ci sono porti nelle vicinanze dove ripararsi.

Spera che un giorno, non sapendo né come né quando, la sua barca si areni su una spiaggia che la bassa marea farà emergere.

Spera che in quegli istanti le sue forze saranno sufficienti per trascinarsi il più lontano possibile dall’acqua rifluente, pronta a risucchiarlo.

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