Il computer connettendosi a
Internet ha bisogno di specifici programmi con i quali tutti gli utenti sono in
grado di usare le risorse di internet, di ottenere importanti servizi e di avere
una pratica interfaccia verso la rete.
Il software che rende possibile il
colloquio su Internet e che consente di navigare su tutta la rete prende il
nome di BROWSER.
La traduzione in italiano del termine inglese è SFOGLIATORE,
sostantivo molto efficace per indurre l’idea del lavoro che svolge.
Esso è una
specie di interprete del linguaggio dei segni i cui significati sono stati
convenzionati e quindi universalmente utilizzati dai programmatori dei siti web.
Il browser è capace di interpretare l'HTML (il codice con il quale sono scritte
la maggior parte delle pagine web) e di visualizzarlo in forma di ipertesto.
Attraverso il browser, Internet si presenta
all’attenzione dell’utente del PC come se fosse un libro da sfogliare e ogni sua pagina sarebbe un
sito web che si mostra con una copertina di un altro libro.
Visitando una
pagina si rende disponibile una porta d’ingresso per tantissimi itinerari
sconosciuti. In ordine all’idea di offrire percorsi diversi, le pagine
contengono i LINK (evidenziati da un colore diverso o dalla metamorfosi della
freccetta del mouse in manina con il dito puntato), mediante i quali l’internauta
naviga per i mari delle informazioni.
Come succedeva per Ulisse nel mondo di
Omero, anche l’uomo moderno prova disorientamento o almeno incertezza nell’intraprendere
una direzione invece di un’altra.
Colui che si avventura nella navigazione dovrebbe
avere ben chiaro in mente ciò che vorrebbe trovare se non volesse disperdersi
tra gli ammiccamenti e i richiami di click, i quali spesso si rivelano come
ottimi sistemi per trascorrere tempo inutilmente.
Bagliori pubblicitari, inviti di
approfondimento, rimandi per riferimenti bibliografici, suggerimenti, proposte,
notizie clamorose, descrizione di fatti ed eventi, suppliche per richieste di
click o indirizzi e-mail e tanto altro ancora, compongono il quadro dell’habitat
Internet.
Se Dante fosse vivo, scriverebbe una nuova
Divina Commedia, forse meno poetica ma sicuramente più intrigante.
Il sommo poeta, nel preparare il lettore
alla presentazione dell’inferno disse:
“Per me si va nella città dolente, per
me si va nell'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente … …. Lasciate
ogni speranza, voi ch'entrate".
Scrivendo L’Internet Commedia, tirando a indovinare, avrebbe
scritto:
“Per me si va nella città leggera, per me si va nell’eterna
inquietudine, per me si va tra la gente sola …. Perdente ogni illusione, voi ch’entrate”.
*** brano tratto dal libro "Viaggio tra i bit di una email" di Luigi Squeo.