domenica 19 agosto 2012

Comunicare, peccato della separazione



Il bisogno di comunicare è una necessità primordiale affinché l’umanità continui ad evolvere. 

L’uomo, nato come elemento separato e dotato di una propria autonomia, ha il bisogno di comunicare come un’esigenza fisiologica oltre che funzionale. 

La sua natura discreta lo ha condotto a strutturare un pensiero capace di focalizzare le idee in oggetti disgiunti, cosicché il pensiero potesse formularsi sottoforma di concatenamenti relazionati e potesse trasferirsi tramite suoni veicolati nelle parole. 

L’essere discreto, nel senso di essere limitato, ha implicitamente favorito l’idea che ogni elemento “esistente” debba forzatamente avere una locazione. 

La facoltà che ci permette di percepirli nel nostro spazio vitale rappresenta proprio la sensibilità. 

Lo spazio vitale, come l’atmosfera intorno alla terra, decreta la nostra solitudine e concretizza la stessa idea di separazione.

Per tale premessa, la comunicazione si instaura tra due soggetti separati che grazie ad un insieme di regole convenzionali, si scambiano suoni liberamente interpretabili. 

La comunicazione deve perciò basarsi su un sistema di trasmissione perfetto affinché si possa superare il peccato originale della separazione.

Purtroppo, la difficoltà per la definizione delle idee da trasferire, il sistema di convenzionamento non perfettamente assimilato e fortemente personalizzato, la grossolanità del canale trasmissivo, rende arduo il funzionamento dell’intero meccanismo.

Ci siamo inventati molti sistemi alternativi per ridurre al minimo le interferenze delle imperfezioni. 

Disponiamo di libri, musica e film. Usiamo il linguaggio del corpo, la forza dei sentimenti, il piacere dell’arte.

Vorremmo usare anche strumenti impalpabili, che escano dai convenzionamenti o che si affidino a idee senza giustificazioni (fede e speranza) ma attualmente risulta comunque difficile.

Non ci resta che attendere nuove prospettive in modo da costruirci, alla fine, uno stato surrogato a quello della perduta unione con l’universo.
  

sabato 18 agosto 2012

Test clinico di Amore



Marco era un giovane che manifestava strani sintomi. Aveva paura di rivolgersi dal suo dottore, poiché non potendo essere del tutto sincero nel fornire i dettagli del suo malessere, avrebbe potuto indurre il medico a prescrivere farmaci inopportuni.

I suoi genitori notando un continuo essere abulico, schivo, taciturno e triste, pensarono a un malessere interno del proprio figlio.

Tentarono di parlarne, ma Marco assicurò tutta la famiglia che nessun problema lo torturava.
I genitori non si arresero e convinsero il figlio a sottoporsi a normali esami clinici di laboratorio.

Tra le analisi necessarie, i genitori chiesero al medico di inserire i test rivelatori d’uso di droghe. 

L’amicizia del padre di Marco con il responsabile del laboratorio di analisi, rese possibile che questo tipo di indagine rimanesse oscurata al giovane ragazzo.

L’apprensione dei genitori per l’esito degli esami insospettì Marco, per cui giocando d’anticipo, si recò dal laboratorio e facendo valere la sua data di nascita, come chiara indicazione di persona adulta e responsabile di se stesso, ritirò gli esiti dei test.

Ovviamente erano tutti negativi, ma per non deludere le aspettative dei suoi genitori, con grande arte trasformò alcuni esiti in positivo.

Trasformandosi in attore consumato e assicurandosi che la busta contenente gli esiti fosse ben chiusa, depositò il plico sul tavolo del salotto di casa e uscì.

Era il tardo pomeriggio e solitamente i suoi genitori rientravano alla sera. Forse quel giorno suo padre sarebbe passato dal laboratorio per ritirare gli esiti, prima di rincasare.

Per dar tempo e modo di costruire castelli in aria e far sfrenare la fantasia dei suoi genitori, Marco pensò di andare al cinema, così, ritirandosi un po’ più tardi del solito, avrebbe avvalorato la fantasiosa trama del figlio drogato che brancola per posti diffamanti nella notte.

Il rientro dei genitori di Marco, a dir poco, fu tragico!

La lettura degli esiti dei test fece saltare sulla sedia suo padre, il quale per aver senso del grado di gravità della situazione, volle subito telefonare in privato al suo amico analista.

La situazione divenne surreale quando l’analista cascò dalle nuvole, assicurandogli che avendo effettuato di persona gli esami, egli era certo dei risultati esattamente opposti a quelli riferiti dal padre di Marco.

La lunga amicizia con l’analista consentì al padre di ottenere subito le prove certe della manomissione dei referti.

Il padre si precipitò nella stanza del figlio per trovar traccia di qualcosa che potesse confermare o smentire il suo pensiero.

In un cassetto, accuratamente preparata, trovò una lettera; ecco il contenuto:

“Cari genitori, a malincuore e con modi ingannevoli, io sono riuscito a rompere la vostra indifferenza.

Mi dispiace per il cattivo scherzo che ho preparato.

Volevo solo un po’ di vera attenzione, non quella che generosamente mi offrite mentre fate altro o mentre vi preoccupate del vostro lavoro, oppure, quando mi ascoltate con gli occhi all’orologio, al giornale, alla televisione.

Io ho solo voi come riferimento per risolvere i miei problemi.

È vero, non mi fate mancare niente!

Ho soldi in tasca, indosso bei vestiti, posso contare su raccomandazioni quando servono.

Chissà quanta gente vorrebbe stare al posto mio.

Nonostante tutto, mi sento tradito da qualcosa che non mi spiego.

Sento di essere stanco, solo, svuotato di stimoli. Vorrei impegnarmi in un progetto ed essere seguito, sostenuto, incitato da voi.

No! Non dovete sostituirmi con voi stessi, nemmeno affermare la vostra capacità, bravura, influenza, con la motivazione di voler il meglio per me.

Voglio il padre che non perde tempo con me.

Voglio una mamma che non guarda a ciò che mi manca, ma che guarda nel mio cuore, che si accorga se mi sono innamorato di una ragazza o se ho fatto qualche brutta di figura con un amico.

Voglio una famiglia come quella di Antonio, che mi dice di aver fame a mezzogiorno, ma non può mangiare prima che tutta la sua famiglia sia seduta attorno al tavolo.

Ho modificato i risultati dei test cambiando solo un aggettivo.

Papà, se avessi avuto coraggio e confidenza con l’analista gli avrei chiesto di esaminare lo stato della mia anima, un test sulla qualità dell’amore in circolo nella mia anima.

Non so se conosce le metodiche adatte allo scopo, ma sicuramente, non potrà dirti nulla di me, se gli chiedi i valori della glicemia, azotemia, colesterolo, THC.

Grazie a voi, le medicine per il corpo, possiamo comprarle, sono sempre disponibili e pronte in farmacia.

Le medicine per l’anima, non bastano tutti i soldi della terra per comprarle, eppure si trovano molto vicine.

Sono dentro di voi!”.

* brano tratto da "Il meraviglioso mondo dell'anima" - Zedda Editore

venerdì 17 agosto 2012

Chi sono




Teso nelle emozioni sono immagine per  tuoi occhi.

Cammino sul filo sotteso dalla sensibilità 
intento a cercar ponti.

In equilibrio tra slanci e timori, avanzo cauto 
in cerca  della zona indifesa del tuo cuore

Fermati per poco.

Permetti al tuo sguardo fugace di cogliermi.

Trasforma la tua percezione in un raggio di sole che illumini la mia anima.

Non sono un disegno immobile, 
una presenza che respira, 
un’opportunità da avvalersi.

Sono un mondo vivente che ha bisogno della tua compagnia per dar senso a se stesso.

Sono una cascata variopinta di sentimenti
che si innalzano come una lenta schiuma 
fino a contenerti 
e cancellare qualunque parvenza di diversità.

Questo sono io.

Questo siamo tutti noi .

Bagliori riflessi in infinite goccioline 
allegramente in corsa 
nel grande fiume dell’Amore.


martedì 14 agosto 2012

Ho imparato a dipingere


Il tempo dell’apparir è lontano.

Le lotte del collezionar materia sono dissolte nel ricordo.

Silenzio e sollievo avvolge la mia anima.


Mi nutro di impalpabile e sorrisi.

Indugio negli inviti del cuore.

Sorprendo me stesso nell’incanto.


Non più comando le emozioni.

Non più punisco il tremore della voce.

Lascio scorrere l’inopportuna lacrima che di me fa bambino.

Leggero mi sollevo sugli inutili affanni,
sui meschini intendimenti,
sulle trame ingannatrici
sulla vana gloria..

Nascondo alle faticose parole,
alla durezza degli spavaldi,
 alla superficialità degl'insensibili,
un mondo di dolcezze
disegnate con i colori più soffusi.

Ho imparato a dipingere la mia vita con i pennelli dell’amore.

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