domenica 12 agosto 2012

Le ferie



Feria, nel calendario ecclesiastico, è ogni giorno della settimana che non sia sabato o domenica.

Lo stesso sostantivo al plurale (Ferie) assume il significato opposto e cioè, una serie di giorni di riposo o un periodo vacanze. 

L’aggettivazione, ferace, richiama un’azione rivolta alla fertilità interiore. 

Qualora la parola “feriale” dovesse perdere la vocale centrale “i” di ilarità, diventerebbe “ferale”, assumendo un significato funesto legato alla morte.

Forzando un concetto riassuntivo, sarebbe facile indurre a pensare che nei giorni non festivi si lavori e ciò costituisce un fatto triste se non ci fosse un lungo periodo di vacanza.

Il lavoro, implicitamente e per la maggior parte delle persone, è tristezza; privazione della libertà di operare nel diletto dell’anima e per questo motivo, attendiamo le ferie per non annichilire la residua speranza di creatività.

IL lavoro, come concetto fisico è energia che si consuma trasformandosi in altra forma di qualità scadente, e pertanto porta con sé il senso del sacrificio e della rinuncia. 

Il lavoro legato alla sfera umana è energia di vita consumata, trasformata in esperienza. 

Il tempo vita consumato con il lavoro non sarà mai più restituito, il momento della morte si avvicina e l’aggettivazione ferale trova spiegazione.

Ovviamente, per aver senso la parola ferie, deve esserci il lavoro; qualora mancasse, risulterebbe ancor più triste per la sfera umana.

Si evince una contraddizione buffa: è’ brutto non avere un lavoro ma quando si lavora non si vede l’ora di smettere poiché vorresti fare altro.

Sono pochi coloro che associano il diletto al lavoro. Per questi eletti non esistono le ferie; sono monotoni nella loro gioia quotidiana.

Esistono, inoltre, alcuni sfortunatissimi che non possono scegliere di lavorare, non possono decidere per le ferie; sono foglie secche di un autunno che dura tutta la vita. 

Queste persone non capiscono il significato dei giorni da “bollino rosso” sulle autostrade; 

non capiranno mai i termini di “alta e bassa stagione”, le offerte “last minute”, il filtro solare delle creme protettive, i Bed & Breakfast, e così continuando con tutti i richiami del consumismo.

Per quanto possa essere difficile, conquistare la propria serenità interiore condurrebbe a rimanere in ferie per tutta la vita.

Sarebbe un portar “dentro” il lavoro. 

Non si perderebbe nemmeno un secondo del nostro tempo vita, miracolosamente dilatato.

Se qualcuno mi dovesse chiedere dove sono andato in ferie, risponderò che ero piacevolmente dentro me stesso al sicuro dalla stanchezza del “dopo ferie”.       

sabato 11 agosto 2012

Abbraccio l'universo



Lo sguardo puntato lassù.

Gli occhi ciechi, bloccati davanti invisibile.

L’anima libera lanciata oltre l’immaginabile, porta con sé il cuore.

Miliardi di stelle,
orizzonti senza confini,
sono prati di battaglia per la luce,
in eterna lotta di dominio sul buio.

Un incauto tremore mi coglie!
Brividi di incommensurabile piacere increspano la pelle.

Accolgo in me la potenza del creato,
il mistero della vita.

Scorgo con altri occhi, una piccolissima stella.

Disegna il mio amore lontano.

Ricama i miei sentimenti.

Richiama la mia gioia di vivere.



Il fiato sospeso ha protetto il silenzio dei mondi,
sono ostaggio dei miei polmoni;
premono per far tornare a far scorrere il tempo.

Sento il sangue circolare nelle vene.

Sono tornato l’uomo comune, debole, limitato, solo,
testimone e comparsa del Creato.

Per pochi attimi ho abbracciato l’universo.


giovedì 9 agosto 2012

Amorometro



La legge dell’Amore governa il mondo e tutto l’universo; rappresenta un motore silenzioso che muove tutto verso una meravigliosa destinazione.

Noi uomini siamo come piccole formiche su un mestolo che amalgama il creato. 

Immagino, in prossimo futuro, che si possa inventare uno strumento di misura a cui assegno autonomamente il nome di “Amormetro”. 

Questo, esattamente come Vuotometro, dovrebbe misurare l’assenza d’amore in AGCM3 (Amor  Grammi per Metro Cubo).

Qualora si rivelasse una misura di AGCM3 sotto il limite minimo raccomandabile, scatterebbe il ricovero della persona in una delle cliniche d’amore per un trattamento a base di carezze, sorrisi e tenerezze in genere.

Ognuno di noi porterebbe bene in mostra l’indice d’amore, misurato tutte le mattine dallo strumento. 

Nel caso in cui il valore riportato risultasse basso, tutti potremmo notarlo e offrire una miglior disponibilità e comprensione alla persona momentaneamente non ben predisposta ad amare.

I peggiori guai per la nostra sociètà, derivano proprio per carenza informativa relativa alla quantità d’amore presente in ognuno di noi in un certo momento.

Il cattivo comportamento produce una reazione in coloro che lo subiscono esattamente opposta a quella che servirebbe per eliminarlo, creando un effetto a valanga per cui la persona cattiva diventa ancora più cattiva.

La cattiveria è un vuoto lasciato dall’amore; una specie di zona non colonizzata; Essa richiama l’amore ma con i mezzi che sono propri alla cattiveria stessa ed estranei all’amore.

Mi spiego con un esempio: un inglese che chiede soccorso ad un italiano, griderà “help!” e non “aiuto!”. 

Per questo motivo, l’italiano, non conoscendo la lingua inglese, rimarrà indifferente e l’inglese continuerà sempre più forte ad agitarsi e chiedere soccorso. 

Ovviamente l’italiano potrà intuire il bisogno d’aiuto dell'inglese attraverso lo stato emotivo, ma per tanti motivi, tra il quali, paura, egoismo, miopia, eccetera, l’italiano troverà fatica (avrà bisogno di carica d’amore) per muoversi in soccorso.

Lasciare soli coloro che mostrano di aver problemi e bisogno di compagnia, significa negare loro aria d’Amore necessaria perché possano sopravvivere e continuare ad esistere.

mercoledì 8 agosto 2012

La parola


Nel fresco mattino d’estate è facile ritrovarsi in dormiveglia e sentire una stanchezza simile a quella provata dopo una estenuante giornata di lavoro. 

Proprio in queste occasioni il mio vecchio amico ETT, mi fa visita con l’intento di studiare gli umani.

ETT: Buona giornata, Luigi! Noto con piacere che voi umani, facendovi scudo della necessità di dormire trascorrete un buon terzo della vostra vita in conclamata pigrizia.

Riprendi le tue facoltà e dimmi come si presenta il tuo stato d’animo.

LUIGI: Benvenuto, ETT! Capiti sempre quando la mia attenzione si allenta per cui tardo a risponderti come si dovrebbe.

Solitamente gli umani dormono per recuperare le loro facoltà, sostenute da una biologia costretta a rinnovarsi. Molti, come me, sognano e, per non lasciare nulla al non vivere, continuano l’esperienza del pensare e dell’amare anche durante il sonno.

Lo stato d’animo da svegli è suggestionato dalla fresca esperienza avuta nel mondo di Morfeo.

ETT: Forza! Racconta il tuo sogno. La curiosità è anche una facoltà degli extraterrestri.

LUIGI: Nel mio sogno, strano a dirsi, riflettevo sulla “parola” intesa come strumento nella comunicazione tra gli uomini.

Durante il sogno, parlavo con chiunque senza emettere suoni e senza muovere le labbra; semplicemente trasferendo idee tramite il pensiero. Tutti erano in grado di capirmi e non mi ha mai balenato l’idea che avrei potuto mentire.

Un’altra sensazione, difficile da riscontrare nella vita vigile, deriva da un senso di unione profondo presente nella comunità onirica. Il concetto di persona "estranea" trova consistenza solo quando svegliandoci prendiamo contatto con la realtà che ci circonda.

ETT: Che conclusioni ha fornito la tua riflessione da dormiente?  

LUIGI: Nel sogno nulla è impossibile, per cui mi sono rivolto al mio angelo custode e ho posto direttamente la domanda senza mezzi termini.

La sua risposta è stata chiara e soddisfacente ma, ha aggiunto pure, che appena sveglio non avrei saputo più riferirla.

Da innamorato dell’anima e da degno rappresentante del genere umano, mi sforzerò ad abbozzare un concetto che in quel momento mi è sembrato elementare.

La parola sembra che sia nata da un compromesso dell’anima con il corpo. 

Essa rappresenta quella linea di continuità che sostituisce la perduta unione dello spirito. 

Nel mondo senza nome e fuori della razionalità, esiste un’unica realtà che per necessità ha dovuto modellarsi in livelli di purezza e intelligenza.

Questo arcaico legame impone alle presenze in un certo livello un naturale rientro verso i livelli più alti e un ricomporre quella specie di unità originale. Potrebbe apparirti un gioco, ma la necessità motrice di questo meccanismo prevede un processo di consapevolezza ristretto al livello in cui opera.

ETT: Da extraterrestre, non capito molto! Faresti cosa gradita se riproporressi il tutto in modo diverso.

LUIGI: Tenterò! 

Noi umani siamo fatti di spirito e materia.

Lo spirito è condizionato dal corpo, luogo dove alberga la materia. Spirito e materia compongono il quadro “uomo” e per il fatto che entrambi sono entità uniche e d assestanti determina l’incongruenza per cui esistono  molti uomini e diversi tra loro.

Serviva, quindi, uno strumento che passando dalla consapevolezza delle parti, potesse favorire il processo di riunione che passasse attraverso l’evoluzione dei gradi di perfezione.

ETT: Forse, ho capito! 

Le parole sarebbero strumenti mediante i quali gli uomini possono capirsi e migliorarsi, nell’ottica di quella strana passione che voi chiamate Amore e che è anche una forza aggregatrice.

LUIGI: Pressappoco, così! 

Le parole sono frullate negli intendimenti che permettono allo spirito di rivelarsi sotto forma di sentimenti e con questi, per favorire una transazione positiva personale nel nostro mondo, nell’ottica della crescita dell’onda purificatrice o perfezionamento mossa dall’amore come legge di tutte le leggi. 

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