Feria, nel calendario ecclesiastico, è ogni giorno della settimana che non sia sabato o domenica.
Lo stesso sostantivo al plurale (Ferie) assume il significato opposto e cioè, una serie di giorni di riposo o un periodo vacanze.
L’aggettivazione, ferace, richiama un’azione rivolta alla fertilità interiore.
Qualora la parola “feriale” dovesse perdere la vocale centrale “i” di ilarità, diventerebbe “ferale”, assumendo un significato funesto legato alla morte.
Forzando un concetto riassuntivo, sarebbe facile indurre a pensare che nei giorni non festivi si lavori e ciò costituisce un fatto triste se non ci fosse un lungo periodo di vacanza.
Il lavoro, implicitamente e per la maggior parte delle persone, è tristezza; privazione della libertà di operare nel diletto dell’anima e per questo motivo, attendiamo le ferie per non annichilire la residua speranza di creatività.
IL lavoro, come concetto fisico è energia che si consuma trasformandosi in altra forma di qualità scadente, e pertanto porta con sé il senso del sacrificio e della rinuncia.
Il lavoro legato alla sfera umana è energia di vita consumata, trasformata in esperienza.
Il tempo vita consumato con il lavoro non sarà mai più restituito, il momento della morte si avvicina e l’aggettivazione ferale trova spiegazione.
Ovviamente, per aver senso la parola ferie, deve esserci il lavoro; qualora mancasse, risulterebbe ancor più triste per la sfera umana.
Si evince una contraddizione buffa: è’ brutto non avere un lavoro ma quando si lavora non si vede l’ora di smettere poiché vorresti fare altro.
Sono pochi coloro che associano il diletto al lavoro. Per questi eletti non esistono le ferie; sono monotoni nella loro gioia quotidiana.
Esistono, inoltre, alcuni sfortunatissimi che non possono scegliere di lavorare, non possono decidere per le ferie; sono foglie secche di un autunno che dura tutta la vita.
Queste persone non capiscono il significato dei giorni da “bollino rosso” sulle autostrade;
non capiranno mai i termini di “alta e bassa stagione”, le offerte “last minute”, il filtro solare delle creme protettive, i Bed & Breakfast, e così continuando con tutti i richiami del consumismo.
Per quanto possa essere difficile, conquistare la propria serenità interiore condurrebbe a rimanere in ferie per tutta la vita.
Sarebbe un portar “dentro” il lavoro.
Non si perderebbe nemmeno un secondo del nostro tempo vita, miracolosamente dilatato.
Se qualcuno mi dovesse chiedere dove sono andato in ferie, risponderò che ero piacevolmente dentro me stesso al sicuro dalla stanchezza del “dopo ferie”.
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