mercoledì 8 agosto 2012

La parola


Nel fresco mattino d’estate è facile ritrovarsi in dormiveglia e sentire una stanchezza simile a quella provata dopo una estenuante giornata di lavoro. 

Proprio in queste occasioni il mio vecchio amico ETT, mi fa visita con l’intento di studiare gli umani.

ETT: Buona giornata, Luigi! Noto con piacere che voi umani, facendovi scudo della necessità di dormire trascorrete un buon terzo della vostra vita in conclamata pigrizia.

Riprendi le tue facoltà e dimmi come si presenta il tuo stato d’animo.

LUIGI: Benvenuto, ETT! Capiti sempre quando la mia attenzione si allenta per cui tardo a risponderti come si dovrebbe.

Solitamente gli umani dormono per recuperare le loro facoltà, sostenute da una biologia costretta a rinnovarsi. Molti, come me, sognano e, per non lasciare nulla al non vivere, continuano l’esperienza del pensare e dell’amare anche durante il sonno.

Lo stato d’animo da svegli è suggestionato dalla fresca esperienza avuta nel mondo di Morfeo.

ETT: Forza! Racconta il tuo sogno. La curiosità è anche una facoltà degli extraterrestri.

LUIGI: Nel mio sogno, strano a dirsi, riflettevo sulla “parola” intesa come strumento nella comunicazione tra gli uomini.

Durante il sogno, parlavo con chiunque senza emettere suoni e senza muovere le labbra; semplicemente trasferendo idee tramite il pensiero. Tutti erano in grado di capirmi e non mi ha mai balenato l’idea che avrei potuto mentire.

Un’altra sensazione, difficile da riscontrare nella vita vigile, deriva da un senso di unione profondo presente nella comunità onirica. Il concetto di persona "estranea" trova consistenza solo quando svegliandoci prendiamo contatto con la realtà che ci circonda.

ETT: Che conclusioni ha fornito la tua riflessione da dormiente?  

LUIGI: Nel sogno nulla è impossibile, per cui mi sono rivolto al mio angelo custode e ho posto direttamente la domanda senza mezzi termini.

La sua risposta è stata chiara e soddisfacente ma, ha aggiunto pure, che appena sveglio non avrei saputo più riferirla.

Da innamorato dell’anima e da degno rappresentante del genere umano, mi sforzerò ad abbozzare un concetto che in quel momento mi è sembrato elementare.

La parola sembra che sia nata da un compromesso dell’anima con il corpo. 

Essa rappresenta quella linea di continuità che sostituisce la perduta unione dello spirito. 

Nel mondo senza nome e fuori della razionalità, esiste un’unica realtà che per necessità ha dovuto modellarsi in livelli di purezza e intelligenza.

Questo arcaico legame impone alle presenze in un certo livello un naturale rientro verso i livelli più alti e un ricomporre quella specie di unità originale. Potrebbe apparirti un gioco, ma la necessità motrice di questo meccanismo prevede un processo di consapevolezza ristretto al livello in cui opera.

ETT: Da extraterrestre, non capito molto! Faresti cosa gradita se riproporressi il tutto in modo diverso.

LUIGI: Tenterò! 

Noi umani siamo fatti di spirito e materia.

Lo spirito è condizionato dal corpo, luogo dove alberga la materia. Spirito e materia compongono il quadro “uomo” e per il fatto che entrambi sono entità uniche e d assestanti determina l’incongruenza per cui esistono  molti uomini e diversi tra loro.

Serviva, quindi, uno strumento che passando dalla consapevolezza delle parti, potesse favorire il processo di riunione che passasse attraverso l’evoluzione dei gradi di perfezione.

ETT: Forse, ho capito! 

Le parole sarebbero strumenti mediante i quali gli uomini possono capirsi e migliorarsi, nell’ottica di quella strana passione che voi chiamate Amore e che è anche una forza aggregatrice.

LUIGI: Pressappoco, così! 

Le parole sono frullate negli intendimenti che permettono allo spirito di rivelarsi sotto forma di sentimenti e con questi, per favorire una transazione positiva personale nel nostro mondo, nell’ottica della crescita dell’onda purificatrice o perfezionamento mossa dall’amore come legge di tutte le leggi. 

lunedì 6 agosto 2012

Difendo il mio amore

Look into my eyes - you will see
What you mean to me
Search your heart - search your soul
And when you find me there you'll search no more
(Bryan Adams)

Accarezzo i ricordi che porto dentro di me nello scrigno dell'anima, amare è continuare a nutrire il proprio desiderio, è capire i bisogni e le sofferenze del cuore della persona amata, è saper rinunciare anche alla passione, per sognare ad occhi aperti quell'attimo che attendiamo, fremendo, in un futuro indefinito.

Sarebbe bello se si avesse un registratore capace di incidere i pensieri, farli riascoltare anche agli altri, così si potrebbe conoscere completamente quanto amore e poesia sono nascosti nel cuore di ognuno di noi.

Vorrei far sentire il brivido che provo e quello che il mio cuore vorrebbe esprimere parlando d’amore. Echeggia in me un urlo di ribellione, di sfogo perché io sono nata libera e voglio essere libera di amare e farlo senza condizioni.

Vorrei perdermi nell’Amore per le emozioni che mi dona, per quelle sensazioni che mi inducono a concedermi totalmente senza riserve, per riuscire dolcemente a trarre linfa e gioie che mi mantengono in vita come farmaci miracolosi.

L’amore che mi vive dentro mi fa sorridere, mi invita sognare, sperare, credere ma è capace anche di farmi male, disarmarmi, dilaniarmi.

L’amore che mi comanda è capace di scavarmi dentro, di tracciare solchi profondi pronti per essere riempiti di energia.

Io mi concedo all’amore e amo tutto ciò che la vita mi offre.

Le persone che incrociano la mia strada, io le incontro, con loro vivo una parte del percorso, sentieri a volte scoscesi che mi fanno sentire in trappola, quasi soffocare, perché osservata nei miei passi, e divengo innaturale, dipendente dal compagno di viaggio del momento e solo allora mi rendo conto che sono rimasta indietro ad affrontare il percorso. 

Non è bella la dipendenza affettiva. Ogni viaggio va percorso come se si fosse da soli, anche quando si ama.

Ma non mi volterò mai per guardare indietro per rendermi conto cosa o chi ho lasciato; io devo continuare a percorrere la mia strada caparbiamente per non trascurare nulla.
  
Il tempo scorre e la vita insieme, tutto molto velocemente.

Voglio vivere ogni cosa, ogni favola, ogni principe azzurro, grigio o bianco incontrato nel mio mondo fantastico che la mia mente soltanto contiene, dove vivono, fate, folletti e draghi sconfitti. Compreso gli orchi cattivi a cui voglio vedere in faccia per affrontarli, sconfiggerli o lasciarmi sopraffare e convivere con le cicatrici.

Perché io amo e voglio vivere tutto, non voglio solo assaggiarla questa mia vita, voglio morderla, voglio aggredirla, prenderla, scuoterla, respirarla, voglio spogliarla e vedere cosa c’è oltre i vestiti e il trucco. 

Voglio stringerla così forte a me fino a lasciarle un segno, come uno dei tanti che lei ne ha lasciati sulla mia pelle e nel mio cuore. 

Ogni cicatrice, ogni livido, ogni bruciatura, sono feritoie per la mia anima dalle quali ogni cuor gentile può scorgere i miei fremiti vogliosi di un tenero conforto.  

I miei graffi sono le porte che si spalancano al mondo e le mie lacrime sono il riflesso speculare di ciò che scelgo di non mostrare.

... ... ... con gli occhi incantati, il cuore gonfio di piaceri, l'anima in cielo e la mente libera ... ... ... ecco il mio Amore!

Difendo il mio Amore. 

(tratto dal romanzo "DANIL - un amore mai vissuto -") *
con generosa partecipazione di REGINA RESTA.

domenica 5 agosto 2012

Mistero dell'anima



Avvolgimi  mistero dell’anima.
Svela i segreti più reconditi.
Silenzioso a te mi raccordo.

La morte conservi, perché della vita sei padrone.

Racchiudi timori, speranze e passioni,
nelle sacche dell’umile contadino,
costretto ad attendere il domani per un fiore.

Assegni alterigia al tempo,
che modella il mio corpo
e appronta l’anima al giudizio della vecchiaia.
  
Il mio cuore, intento, ascolta attonito.

Comanda ai suoi battiti di frenare,
affinché nel silenzio si celebri il rito.

Egli crede nell’immenso.

Offre tutta la sua ingenuità,
per accogliere la verità.

Nel procedere dei battiti rallentati,
 cela la speranza della vita eterna.

Nato per amare,
 continua a battere,
 credendo che nella vita non ci debba essere
altro che tenerezza infinita.


venerdì 3 agosto 2012

L'amore "idea"le


L’amore che io prospetto è quello ideale, inteso come “idea” dell’amore che parte dal proprio cuore e mira incondizionatamente al bene dell’amato a prescindere dalla sua immagine e dalle sue reazioni.

L’operato della persona amata non può scalfire la potenza d’amore di colui che ama. 

L’amore maturo, saldo, fermo nella volontà, imperturbabile alla foga del sentimento, è dispensatore di un forte senso della vita e di realizzazione nell’esistere. 

Lo stato, per nulla transitorio, di chi ama è di serenità interiore e fiducia nelle proprie azioni che sa di compiere con la razionalità del vivere in comunione.

Chi ama comanda se stesso, guida la propria anima nella tempesta delle emozioni ed è insensibile al richiamo ammaliatore degli egoismi. Nessuno, oltre se stesso, deve poter disporre delle scelte per le quali egli mira con i suoi atti d’amore.

La “fatica” nell’amore nasce dalla consapevolezza di mantenere e rinverdire la volontà di adoperarsi per il bene, in quanto ogni atto materiale d’amore è costretto a relazionarsi con gli organi sensoriali che giudicano e corrompono l’ideale. 

Riferendomi a un uomo, amare una bella donna e adoperarsi per il suo bene, è più facile ritrovare lo slancio rispetto a una brutta e intrattabile. Accogliere e Curare una bambina sporca e deforme, è più difficile farlo rispetto a un’altra che si presenta bella, pulita e intelligente.

L’amore in qualità di attività dell’anima, avendo come fine ultimo il bene, deve prescindere dalla persona amata, poiché lo stesso bene è un valore immutabile.

L’agire in amore è gratificante perché si sperimenta la potenza dell’essere intesa come capacità di volare sui limiti della natura umana, richiamando uno spirito di gratitudine che si allinea allo stato di felicità interiore.   

Le attività ispirate dall’amore e mirate alla persona amata, sono sempre le stesse, ma la “fatica” si scorge sottoforma di sforzo per vincere l’inerzia, in riposta al giudizio inconsapevole sancito per ciò che si vede, si sente, si odora e si tocca.  

L’amore vero è per pochi eletti che diverranno santi, poiché comandare i propri sensi e disciplinarli alle regole dell’amore è l’attività suprema dei maestri dell’amore, a cui si giunge soltanto dopo una pratica perseverante condotta per l’intera vita.

L’idea dell’amore che si vuol confondere con quello vero, è figlia del consumismo. 

In questo ambito, inizio e fine, sono le fasi di uso di un prodotto, che si deteriora nel tempo e del quale, successivamente si ricorda soltanto il gusto. 

L’amore imperfetto ha bisogno delle emozioni per accecare i sensi e camuffarsi nell’innamoramento.

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