venerdì 3 agosto 2012

L'amore "idea"le


L’amore che io prospetto è quello ideale, inteso come “idea” dell’amore che parte dal proprio cuore e mira incondizionatamente al bene dell’amato a prescindere dalla sua immagine e dalle sue reazioni.

L’operato della persona amata non può scalfire la potenza d’amore di colui che ama. 

L’amore maturo, saldo, fermo nella volontà, imperturbabile alla foga del sentimento, è dispensatore di un forte senso della vita e di realizzazione nell’esistere. 

Lo stato, per nulla transitorio, di chi ama è di serenità interiore e fiducia nelle proprie azioni che sa di compiere con la razionalità del vivere in comunione.

Chi ama comanda se stesso, guida la propria anima nella tempesta delle emozioni ed è insensibile al richiamo ammaliatore degli egoismi. Nessuno, oltre se stesso, deve poter disporre delle scelte per le quali egli mira con i suoi atti d’amore.

La “fatica” nell’amore nasce dalla consapevolezza di mantenere e rinverdire la volontà di adoperarsi per il bene, in quanto ogni atto materiale d’amore è costretto a relazionarsi con gli organi sensoriali che giudicano e corrompono l’ideale. 

Riferendomi a un uomo, amare una bella donna e adoperarsi per il suo bene, è più facile ritrovare lo slancio rispetto a una brutta e intrattabile. Accogliere e Curare una bambina sporca e deforme, è più difficile farlo rispetto a un’altra che si presenta bella, pulita e intelligente.

L’amore in qualità di attività dell’anima, avendo come fine ultimo il bene, deve prescindere dalla persona amata, poiché lo stesso bene è un valore immutabile.

L’agire in amore è gratificante perché si sperimenta la potenza dell’essere intesa come capacità di volare sui limiti della natura umana, richiamando uno spirito di gratitudine che si allinea allo stato di felicità interiore.   

Le attività ispirate dall’amore e mirate alla persona amata, sono sempre le stesse, ma la “fatica” si scorge sottoforma di sforzo per vincere l’inerzia, in riposta al giudizio inconsapevole sancito per ciò che si vede, si sente, si odora e si tocca.  

L’amore vero è per pochi eletti che diverranno santi, poiché comandare i propri sensi e disciplinarli alle regole dell’amore è l’attività suprema dei maestri dell’amore, a cui si giunge soltanto dopo una pratica perseverante condotta per l’intera vita.

L’idea dell’amore che si vuol confondere con quello vero, è figlia del consumismo. 

In questo ambito, inizio e fine, sono le fasi di uso di un prodotto, che si deteriora nel tempo e del quale, successivamente si ricorda soltanto il gusto. 

L’amore imperfetto ha bisogno delle emozioni per accecare i sensi e camuffarsi nell’innamoramento.

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