giovedì 2 agosto 2012

L'Amore imperfetto



Mi piace immaginare la creazione del mondo sviluppatasi con gli stessi incanti presenti in una fiaba.

Un giorno del tempo del Signore, l’universo fu creato e con esso, tutte le parti materiali più belle furono distribuite a caso in ogni luogo. 

Il pianeta Terra ebbe il mare, montagne colorate e un cielo azzurro protettivo. 

Al termine dei lavori, il Creatore si fece un rapido giro lasciando scie di arcobaleno ovunque. La sua ricognizione non lo rese del tutto soddisfatto. 

Pensò di lasciare traccia di sé, creò anche una figurina semovente, semiautomatica, a cui gli è stato assegnato il nome di uomo.

Egli non completò il lavoro poiché sarebbe stato viziato dalla sua perfezione, lasciò, comunque, la possibilità che si completasse attraverso l’evoluzione. 

Per non correre il rischio che questo processo si deteriorasse o si arrestasse, spruzzò sull’universo una sostanza narcotica che richiamasse, in caso di pericolo, la sua potenza e bontà. 

La nube di questa sostanza iniziò ad espandersi e a contaminare ogni elemento dell’universo fino a giungere sul nostro pianeta e a posarsi sull’uomo. 

La qualità della sostanza si miscelò con la materia e assunse profili particolari che, a vario grado di contaminazione, divennero quell’entità conosciute con i nomi di Consapevolezza, Amore.

L’entità meno contaminata fu Amore per cui il segreto in esso racchiuso rimase bloccato in se stesso, e tuttora è ancora difficile da comprendere agli uomini mortali.

Se non ci fossero le sensazioni a guidare in questo ambito, forse Dio avrebbe fatto un dono inutile! 

Per fortuna, Egli è immune all’errore e con l’aiuto fornitoci dalla consapevolezza, ha confezionato i sentimenti di cui facciamo largo uso.

Il punto su cui la contaminazione dell’Amore produsse il maggior danno fu la natura discreta dell’essere. 

Amore dovette misurarsi con l’idea della separazione, della divisione e della logica, per la quale, uno è la metà di due, e le due parti sono diverse e sparate.

La separazione, figlia della discretizzazione, fece nascere l’egoismo e accrescere il potere di giudizio degli organi sensoriali usato come strumento improprio nell’ambito dell’Amore.

L’innamoramento rappresenta, appunto, questo strumento improprio dell’Amore viziato dai cinque sensi. 

Le disposizioni, in termini di ordini, condizionate dai cinque sensi, creano quei moti dell’anima che, come si suole dire, fa vivere l’Amore travolgente.

Con il trascorrere del tempo, i giudizi espressi dai sensi mutano e rallentano il moto dei sentimenti fino a determinare la stasi completa, consegnando, così, la loro fraudolenza alla consapevolezza.

Questa ideale analisi incoraggia una riflessione più profonda sull’Amore. 

Amare produce piacevoli sensazioni che hanno bisogno del sostegno dell’azione affinché lo stato ameno possa persistere e si possa godere dei suoi frutti. 

Queste azioni discendono da una volontà nata dalla convinzione interiore assunta per aver inteso il vero significato di Amore.

Purtroppo, capire l’amore in modo cattedratico, se pur fosse possibile, oltre che difficile è anche inutile; esso percorre le strade dell’irrazionalità e lo si sperimenta per tentativi ed imitazione attraverso una pratica caparbia.

L’Amore svincolato dalla volontà diventa una nobile dichiarazione di intenti utile a giustificare l’inerzia dell’anima.

L’Amore che io intendo è faticoso, gratificante, prescinde dal carattere della persona amata; non si esaurisce; alberga nel nostro cuore ed è indifferente a ciò che succede fuori.

Quando un amore è finito, significa che non è mai iniziato; ci sono stati soltanto giochi d’amore.

Quando due innamorati si separano, significa che non si sono mai amati; si sono solamente piaciuti per l’aspetto fisico o per la reciproca disponibilità caratteriale.

Il vero Amore non ha bisogno del sigillo formale della religione o dello stato; nemmeno della prova dei figli.
  

mercoledì 1 agosto 2012

Inutile pietismo



Un bambino piange.
Una parte del mondo piange.
Nessuno ascolta.

Non vale per l’attenzione da dedicare.
Non vale per il tempo da dedicare.
Non lo conosco.

So bene che vive in qualche posto 
sperduto del “terzo” mondo.
Lontano da dove dimoro io.
Lontano dalla mia coscienza.

Distratto dalla pubblicità per gatti.
Distratto dalle showgirl, 
dalle partite di calcio, 
dalle olimpiadi.

Se guardando la sua foto, 
il suo sguardo smarrito 
e i rivoli del pianto che stentano ad asciugarsi, 
un moto interno non parte,
allora anche queste mie parole sono inutili.

Si!
Inutile pietismo.

martedì 31 luglio 2012

Artefici del proprio destino


 
L’idea che il destino sembra accanirsi contro alcuni sfortunati non può che essere frutto di una reazione al dolore in quanto esso è impersonale, agisce in relazione alle nostre azioni e al clima emotivo che creiamo intorno a noi. 
Il destino è la somma delle decisioni prese nel passato. Esso è assunto come responsabile dello stato attuale. Tale stato, condizionato dalla consapevolezza dei risultati raggiunti, diventa guida per scelte ulteriori nella continuità delle sensazioni in essere. 
Il destino, in seguito a decisioni assunte, si arricchisce di nuovi elementi e prospetta scelte più variegate, accrescendo, così, l’incertezza. 
L’ampio ventaglio delle scelte in incremento riduce la possibilità di cogliere riferimenti dal passato (esperienza) e favorisce decisioni condizionate dallo stato emotivo in cui si vive.   
Riproponendo tale concetto con un esempio figurato, il destino è assimilabile alla forza che spinge nuvole e provoca bufere giustificate da un quadro meteorologico che si forma intorno al pianeta. 
Giochi di alta e bassa pressione, condizionate dalla geografia della terra e dalle leggi dell'astronomia, localizzano aree della terra dove il cielo è sereno e altre zone dove invece il maltempo infierisce. 
In relazione al quadro meteorologico complessivo, non è razionale affermare che il maltempo abbia la volontà di insistere nei luoghi già flagellati da molto tempo, se le condizioni per le quali il maltempo si forma, permangono. 
Le correnti sono riconducibili alle emozioni. Esse in negativo rappresentano le basse pressioni mentre in positivo, le alte. 
I sentimenti negativi, similmente alla bassa pressione che richiama nuvole, buio, pioggia, tuoni e lampi, allo stesso modo essi si conciliano con la tristezza, il rancore, l'odio, la gelosia e ogni sorta di malanimo.
È necessario attendere l’azione di una causa esterna affinché il quadro emotivo cambi e i sentimenti positivi entrino in azione per mutare lo stato emotivo generale. 
Il sopraggiungere dell’alta pressione porta con sé l’ottimismo, l'allegria e una rinnovata fiducia nel futuro.
In fondo ad ogni teoria, riscopriamo quasi sempre l’uomo come artefice della trama con cui tesse la propria esistenza.

 

lunedì 30 luglio 2012

La mia colazione

 
Torno nel passato a riscoprir sapori dimenticati.

Vibra l’anima al profumo del latte spento tra i secchi pezzi di pane.

Cuore di un bambino appeso all’amore di una mamma che del latte ne fa tesoro.

Non ci sono biscotti dorati, barrette di cereali, yogurt ai mirtilli, frutta fresca, cioccolato, e altra bontà del palato.

Soltanto una tazza con un grande cucchiaio!

Umile, accanto alla brocca, attende il bicchiere d’acqua che per nobiltà prende il nome di “naturale”, soltanto per richiamare il rubinetto di casa come fonte sorgiva di tanta freschezza e sincero sapore.

Sono cresciuto con quella tazzona!

Credo che non conteneva solo latte e pane.

Nascosto nel tempo della colazione,
 si celava lo spirito del tempo antico,
 fatto di cose semplici e di sguardi d’amore.

Quello spirito,
che ancor oggi mi solletica il palato
 e bagna di emozioni il mio cuore.

 Sì!
 mi apre a ventaglio l’intera vita.

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