domenica 8 luglio 2012

Identità


 
 
 
Un soffio dell’anima nella materia è la vita.

Sono un viaggiatore che trascina un otre di materia.

Lento, affaticato e dubbioso visito apparenti porti di consapevolezza.
  
Cerco il senso all’esistere.



Cross-talk



Il significato di questo termine è possibile traslatarlo nelle comunicazioni tra individui. 

Si può attribuire al crosstalk la causa che determina errori di interpretazione delle idee. 

Infatti, per ogni dialogo che si crea, si stabilisce una comunicazione su un canale che ammette la bidirezionalità ma non è consigliata per la struttura delle apparecchiature collegate. 

La qualità della trasmissione decade quando gli organi sensoriali soffrono il crosstalk

Il problema consiste nell’interferenza disturbatrice che si crea per comunicazioni stabilite su canali diversi. 

Si verifica tra gli umani nei casi in cui si parla e si è condizionati da ciò che si dice anziché da ciò che si ascolta. 

Il pensiero di colui che ci parla si contamina dell’idea che presumiamo di avere già a riguardo dell’oggetto della comunicazione. 

In altre parole, il colloquio diventa un monologo e le informazioni che giungono dall’esterno vengono accolte solo per formalità mentre realmente risultato ignorate. 

Nel corso di queste comunicazioni è facile assistere a ripetizioni dello stesso concetto o risposte date a domande non pervenute o dimenticare il motivo per cui si sta parlando. 

Se ci fate caso, le persone che soffrono di diafonia appaiono anche comiche perché finiscono per parlare da sole ed emettono suoni curiosi.

Ecco come gli inglesi spiegano il termine crosstalk.
 
Crosstalk is the leakage of signals between pairs. If this is measured near the transmitting end it is termed near-end crosstalk (NEXT). If measured at the receiving end of the cable it is termed far-end crosstalk (FEXT). Both forms of crosstalk degrade network performance and are often caused by untwisting too much cable when terminating. If high crosstalk values are detected, the best thing to do is check the cable terminations and re-terminate as necessary.

giovedì 5 luglio 2012

La particella di Dio



Al Cern di Ginevra, il 4 giugno 2012, è stata annunciata una radicale scoperta. 

Gli scienziati hanno dimostrato che il bosone di Higgs esiste ed è bello «cicciottello», ha dimensioni comprese fra 125 e 126 miliardi di elettronvolt, ossia pesa fra 125 e 126 volte più di un protone. 

I romantici non hanno perso l’occasione per chiamarlo “Particella di Dio”.

Il bosone ha la facoltà di dare proprietà di massa a qualunque presenza fisica, cioè, dipende dal bosone se alcune particelle si comportano con tanta vanità e passano o trapassano gli altri corpi senza nessuna difficoltà. 

Un bel sasso testimonia la generosità del bosone contrariamente ai fotoni di Einstein.

Il bosone, quindi, può essere ricondotto a una traccia della presenza e del potere di Dio.

La forma e la stabilità dell’universo dipendono dall’equilibrio dinamico che il bosone mantiene per concretizzare un universo macroscopicamente sempre uguale a se stesso, ma che in realtà, è in una decantazione precaria senza direzione e destino.

L’anima, il pensiero, i sentimenti hanno scacciato ogni bosone dal loro essere per cui essi non hanno nessun rapporto con la materialità. 

Per questi elementi Dio non ha voluto nessun intermediario.

Essi si muovono senza massa tra le presenze dell’universo e sconvolgono il suo assetto, richiamandolo così all’ordine dell’amore.    
Il bosone è una scoperta per gli scienziati ma è una ovvietà per chi, per innata inclinazione, gli riesce difficile scindere logica, fede e fantasia. 

martedì 3 luglio 2012

Non guardarmi così


Non hai parole e io non so nulla di te.

Non conosci le tue pene perché convivi con esse.

Non osi chiedere perché non serve nulla oltre la dignità di esistere.

Il tuo sguardo racconta,

 penetra nella mente e senza ardire giunge al cuore.

Chissà perché le sensazioni dilagano,
 percorrendo autostrade sotto la pelle. 

I battiti spostano il cuore verso la gola
e i polmoni sembrano non avere aria.

Forse, se ti abbracciassi eviterei quello sguardo insolente 
e ti scoprirei bambino come me!


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