domenica 20 aprile 2025

Il modello per lo studio dell'anima


Nel giorno di Pasqua, mi sono chiesto che cosa augurare ai miei amici. 

Inviare messaggi formali o inoltrare immagini sante, ritengo che sia una prassi quasi inutile se poi non c'è nessuna ricaduta sugli atteggiamenti futuri. 

Così ho pensato a un modello di analisi tecnica che insegnavo a scuola per focalizzare la mente dei futuri tecnici su come approcciarsi alle problematiche che inevitabilmente intervengono nel normale funzionamento dei dispositivi in uso.

Esiste nella teoria della progettazione delle reti di computer un argomento che, ahimè, risulta antipatico e trascurato nella sua importanza dagli studenti. Si tratta del “Modello ISO/OSI”.

Per coloro che non sono informatici, sappiano che la conoscenza di tale argomento e paragonabile a quella della Bibbia per i cristiani, al Corano per i mussulmani, alla Costituzione per gli stati democratici.

Pensate a come fu fatta nascere la costituzione degli Stati Uniti d'Amera. Un gruppo di "saggi" si riunirono per stilare un grande documento di riferimento, consultabile da chiunque volesse costruire ed operare in democrazia, rispetto e libertà.

Il modello OSI, tenendo conto della complessità dei problemi, interviene per fornire regole a carattere generale finalizzate a uniformare scelte progettuali, procedurali e formali. 

Discende quindi, che qualunque dispositivo realizzato da una qualunque azienda in un qualunque posto del mondo, può essere capito, usato e scambiato con uno simile, senza problemi. In altre parole, il dispositivo è costruito nel linguaggio universale della tecnica.

Il modello OSI, per ottenere questi risultati, si è dato una strutturazione logica che ha tenuto conto dei limiti umani.

Sapete benissimo che, salvo poche eccezioni, siamo disordinati, presuntuosi nel credere di sapere ciò che vogliamo o addirittura, ciò che gli altri vogliono. Siamo pasticcioni e portati a credere che le nostre idee siano sempre migliori. Spesso diamo per scontato che alcuni significati, associati alle nostre parole, siano chiari e inequivocabili. Infine, il nostro operato è, per definizione, perfetto già dalla prima azione intrapresa. 

La conseguenza di questi assunti ci conduce o a forzare le nostre idee o a elemosinare comprensione per argomenti che ad altri potrebbero sembrare poco interessanti o, in certi casi, stralunati.

Il modello OSI ha capito che non siamo tutti uguali e per questo, le problematiche esso le ha scisse in livelli di rudezza o semplicità.

Per meglio spiegarmi, pensate a ciò che ha fatto Dante con la Divina Commedia dividendo l’inferno in gironi o il paradiso in cieli.

I livelli sono stati individuati in modo da raccogliere in sé lo stesso tipo di problematica, così da poter individuare soluzioni trasparenti ad altri livelli ma più semplici da organizzare e utilizzare.

Essi sono individuati in base al loro grado di raffinatezza o senza voler offendere nessuno, in base alla capacità intellettiva. Per questo motivo, possono comunicare con brevi frasi e rigorosamente disciplinate, solo tra i loro immediati superiori e inferiori, nella scala della ragione. Il termine tecnico giusto, usato per riferirsi ai livelli vicini, è quello di “adiacenti”.

Il modello individua sette livelli che, come sette fratelli nati in tempi diversi, hanno un tipo di istruzione differente; dal più modesto al più colto ed elegante. 

I livelli bassi, a causa della loro scarsa criticità, assolvono compiti quasi meccanici e senza inventiva personale, mentre i livelli superiori filosofano sulle funzionalità producendo servizi di alto contenuto logico e valore applicativo. 

I livelli alti non sanno dell’esistenza dei bassi livelli, si indignano facilmente e credono in valori completamente ignoti ai livelli operai. 

La loro comunicazione è riservata ai livelli dello stesso rango, questi prendono il nome di “paritetici”. 

Il livello di intelligenza superiore impone l’assenza di un collegamento fisico diretto ma solo un’intesa filosofica.

Platone nella sua “Repubblica” forse aveva in mente il modello OSI, quando divideva il popolo in oro, argento e ferro. Egli attribuiva ai filosofi il livello di oro, agli esecutori dello stato, l’argento e al popolo ignorante, il ferro. 

Egli diceva, inoltre, che ognuno nel suo livello riesce a dare il meglio in relazione alle capacità ereditate dalla natura.

In modo quasi razzistico, affermava che il giorno in cui il ferro vorrà sostituirsi all’oro non saprà più essere né ferro né oro.

Adottando il modello OSI come riferimento nella società civilizzata, il governo avrebbe la possibilità di condurre una analisi critica, mirata e puntuale in tutte le situazioni problematiche.

Avrebbe, cioè, la possibilità di saper meglio individuare le cause dei problemi e di conseguenza, adottare le soluzioni opportune per il bene di tutti.

 

sabato 19 aprile 2025

La pigrizia mentale


La pigrizia mentale, un fenomeno pervasivo ma poco studiato, si riferisce alla tendenza umana a evitare riflessioni e analisi approfondite a favore di soluzioni rapide e semplicistiche a problemi complessi. Questa tendenza comportamentale è strettamente correlata ai bias cognitivi, per cui gli individui sono più propensi ad accontentarsi di informazioni che rafforzano le loro convinzioni preesistenti ed evitano di confrontarsi con idee che mettono in discussione le loro prospettive. 

La crescente prevalenza della pigrizia mentale nell'era del sovraccarico informativo solleva interrogativi cruciali sul suo impatto sul processo decisionale, sul dibattito pubblico e sul progresso sociale.

La scienza cognitiva offre una spiegazione della pigrizia mentale, indicando la naturale inclinazione del cervello a preservare le risorse mentali. In scenari che richiedono una riflessione ponderata, le persone spesso preferiscono scorciatoie mentali (euristiche) che forniscono risposte immediate, seppur superficiali. 

Sebbene queste euristiche siano utili per il processo decisionale di routine, possono essere dannose se applicate a questioni complesse, come dilemmi scientifici, filosofici o politici. La crescente dipendenza da queste scorciatoie, soprattutto nel contesto del costante bombardamento di informazioni da parte dei media digitali, evidenzia l'urgente necessità di comprendere i meccanismi sottostanti e le conseguenze della pigrizia mentale.

Per garantire la chiarezza della presentazione, è necessario definire diversi concetti chiave:

Bias cognitivi: schemi sistematici di deviazione dalla razionalità nel giudizio, che portano gli individui a trarre conclusioni illogiche basate su convinzioni preesistenti o scorciatoie mentali.

Sovraccarico informativo: uno stato in cui il volume di informazioni disponibili supera la capacità di un individuo di elaborarle e interpretarle. Ciò può portare a una riduzione della profondità analitica e a una maggiore dipendenza da scorciatoie cognitive.

Euristiche: scorciatoie mentali o regole empiriche che consentono agli individui di prendere decisioni rapide senza impegnarsi in un'analisi approfondita. Sebbene efficienti, le euristiche possono contribuire a errori di giudizio, soprattutto in situazioni complesse.

Le radici cognitive della pigrizia mentale

Il fenomeno della pigrizia mentale è profondamente intrecciato con l'efficienza cognitiva. Il cervello umano è progettato per risparmiare energia, soprattutto quando si trova ad affrontare compiti complessi. Il ragionamento profondo richiede un notevole sforzo cognitivo, che coinvolge processi come la valutazione critica, l'integrazione di diverse fonti di informazione e la considerazione delle conseguenze a lungo termine. 

Dato il dispendio energetico di tali compiti, gli individui spesso tendono a ricorrere a modalità di pensiero meno dispendiose in termini di risorse, come l'accettazione di convinzioni comuni o della prima spiegazione disponibile.

Questa economia cognitiva è adattiva in alcune situazioni, come quando si prendono decisioni di routine che non richiedono molta riflessione. Tuttavia, diventa problematica quando applicata a scenari complessi o ambigui che richiedono un'attenta riflessione. 

Ad esempio, di fronte a una questione politica controversa, un individuo incline alla pigrizia mentale potrebbe semplicemente adottare la visione del proprio partito politico o gruppo sociale preferito senza valutare prospettive alternative.

Questa tendenza è aggravata dal pregiudizio di conferma, per cui gli individui cercano selettivamente informazioni che rafforzano le loro opinioni preesistenti e respingono le prove contrarie.

Il ruolo del sovraccarico informativo

L'era moderna, caratterizzata dalla crescita esponenziale dei media digitali e dal flusso continuo di informazioni, amplifica gli effetti della pigrizia mentale. Il sovraccarico informativo crea un ambiente in cui le persone vengono bombardate da più dati di quanti ne possano ragionevolmente elaborare, portandole a fare ancora più affidamento sulle scorciatoie mentali. 

Uno studio di settore ha evidenziato come il sovraccarico informativo possa compromettere il pensiero critico, sovraccaricando le capacità cognitive degli individui. In tali situazioni, le persone sono più propense a ricorrere a narrazioni semplificate o risposte stereotipate, poiché richiedono uno sforzo cognitivo minimo.

Inoltre, gli algoritmi dei social media contribuiscono a questa dinamica rafforzando il bias di conferma. Piattaforme come Facebook e X selezionano i contenuti in base alle interazioni precedenti degli utenti, creando di fatto "camere di risonanza" in cui gli individui sono esposti principalmente a informazioni in linea con le loro convinzioni preesistenti. Questo rafforza la pigrizia mentale, poiché gli utenti non sono stimolati a confrontarsi con punti di vista diversi o a mettere in discussione le proprie convinzioni.

Implicazioni per il processo decisionale

La pigrizia mentale ha profonde implicazioni per il processo decisionale, in particolare in contesti ad alto rischio come la salute pubblica, le politiche ambientali e la governance politica. 

Uno studio del 2020 sulla risposta del pubblico alle linee guida sanitarie relative al COVID-19 ha rivelato che gli individui che mostravano pigrizia mentale erano più propensi a rifiutare raccomandazioni scientificamente fondate a favore di disinformazione o spiegazioni semplicistiche. Ciò dimostra come la pigrizia mentale, aggravata da bias cognitivi, possa minare un processo decisionale informato e gli sforzi per la salute pubblica.

La preferenza per spiegazioni semplicistiche non si limita al comportamento individuale. Può manifestarsi anche nel processo decisionale istituzionale, dove i responsabili politici possono optare per soluzioni populiste che fanno appello al sentimento pubblico ma non riescono ad affrontare la complessità delle questioni sottostanti.

Questa tendenza a evitare una deliberazione sfumata a favore di narrazioni facilmente assimilabili minaccia la qualità della governance e la capacità di affrontare le sfide sociali a lungo termine.

Superare la pigrizia mentale

Affrontare la pigrizia mentale richiede interventi sia individuali che sistemici. A livello individuale, sono essenziali iniziative educative che promuovano il pensiero critico. Studi hanno dimostrato che la formazione in strategie metacognitive – tecniche che incoraggiano gli individui a riflettere sui propri processi di pensiero – può ridurre la dipendenza dai bias cognitivi e migliorare il processo decisionale.

A livello sociale, le riforme nei media digitali e nella diffusione delle informazioni sono cruciali. Ciò include la promozione della trasparenza algoritmica nelle piattaforme dei social media e l'incoraggiamento al consumo di fonti di informazione diversificate e di alta qualità. Inoltre, campagne pubbliche di sensibilizzazione sui bias cognitivi e sulla pigrizia mentale potrebbero aiutare gli individui a riconoscere e mitigare la propria tendenza al pensiero superficiale.

Conclusione

La pigrizia mentale rappresenta una sfida cognitiva significativa nel mondo moderno, in particolare in un'epoca di sovraccarico di informazioni. La tendenza a evitare ragionamenti complessi a favore di spiegazioni semplici e facilmente accessibili è profondamente radicata nei bias cognitivi come il bias di conferma e la naturale inclinazione del cervello a preservare le risorse mentali. Sebbene questa tendenza possa avere effetti adattativi nei processi decisionali di routine, diventa problematica quando applicata a questioni sociali complesse.

La ricerca futura dovrebbe concentrarsi sull'identificazione di strategie per promuovere un pensiero critico più profondo e ridurre la dipendenza da scorciatoie mentali. Interventi a livello sia individuale che sistemico sono necessari per contrastare la crescente prevalenza della pigrizia mentale e il suo impatto sui processi decisionali e sul dibattito pubblico.

Post più letti nell'ultimo anno