Il pomeriggio ci attendeva per l’escursione
in battello sul fiume Moldava.
Anche in questa occasione c’era spazio per
essere romantici.
ETT: Scusami Luigi, ma è necessario che si
presenti l’occasione perché un essere umano diventi romantico?
LUIGI: Noi esseri umani tendiamo a modificare
il nostro stato d’animo in relazione agli eventi che accadono fuori dalla
nostra intimità.
Siamo dipendenti addirittura da ciò che i nostri simili
crediamo che pensino di noi stessi.
Abbiamo bisogno di essere sostenuti dalle
intenzioni e dai giudizi del gruppo.
ETT: Una prigione psicologica, allora!
LUIGI: Esatto!
Se osservi attentamente due umani che
discutono, capirai facilmente come l’humor dei colloquianti cambia in
conseguenza a ciò che si dicono.
Qualunque notizia che viene fornita, falsa o
vera che sia, provoca una reazione proporzionale alla ferita accusata da chi
ascolta.
Il nostro stato d’animo è comandabile
dall’esterno ed è difficile da gestire quando l’equilibrio si perde.
ETT: Insomma, siete delle marionette mosse da
fili che voi stessi a posteriori riuscite a vedere.
LUIGI: Non ti stupire per questo! Le
stranezze dell’essere umano sono innumerevoli.
Riprendendo il discorso sull’escursione
fluviale, l’occasione romantica si prestava benissimo agli incantesimi raccontati
nelle favole.
La vista della città mentre il battello scivolava dolcemente tra
le calme e lente acque di un fiume silenzioso, affascinava chi è innamorato
della natura.
I miei ragazzi, però, nel consueto spirito goliardico, erano
attratti da ben altro: bellezze femminili sedute ai margini del fiume
stimolavano sfoghi ancestrali.
Urla e qualche parola non troppo elegante
espressa in uno stretto dialetto molfettese, mostravano vivacità e
insensibilità al romanticismo.
Il passaggio del battello sotto le arcate dei
ponti, dava loro l’opportunità di sperimentare l’eco, in devozione a cuori di
bambini allegri ancora non soffocati dalle regole dell’età matura.
Anche la guida dovette cedere le armi a
questa vivacità capricciosa.
Vani furono i tentativi di raccontare la storia e
le tradizioni evocate dal panorama che si spostava davanti ai nostri occhi.
La
serenità e l’insistenza della nostra “cicerone” permise che almeno qualche
informazione giungesse alle orecchie dei pochi curiosi.
L’ora sul battello
trascorse nel tempo di una carezza del fresco vento praghese sui visi dei suoi
visitatori.
(continua)
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