LUIGI: Raccontando delle vicende di vita, è
quasi impossibile non sconfinare in riflessioni sulla natura umana.
A questo punto, temo che annoierei ad
insistere su tutti gli episodi accaduti durante la gita scolastica.
Allora, mi accingo a ripiegare ogni piccola
emozione vissuta in un piccolo cofanetto di memoria con su scritto:
“Viaggio di
istruzione a Praga 4/8 maggio 2014”.
Conserverò questo piccolo dono della vita
in un angolo del cuore insieme con molti altri simili.
Tali tesori non avranno un valore in moneta; non daranno fama e lustro, ma saranno perle da usare a ornamento di una
vita semplice di un anonimo insegnante.
ETT: Luigi, inevitabilmente ricadi nel tuo
romanticismo.
LUIGI: Perdonami, ETT, ma credo di non
poterlo evitare!
Probabilmente, qualcosa è rimasto bloccato o
incompiuto in me.
Continuo ad emozionarmi, continuo ad avere
grande fiducia nei miei ragazzi; continuo a vedere il mondo e la vita come una
opportunità unica e meravigliosa.
Come posso rinunciare ad essere contaminato dal
“sentimento” per qualsiasi cosa che mi succede?
Senza questa essenza, permettimi Ett, potrei chiudere
in una valigia il sole, la luna, il mare, le stelle e tutto ciò che allo
sguardo mi emoziona e venire con te, lasciando questa terra alla fredda
indifferenza.
ETT: Continua pure ad emozionarti, Luigi!
Vivendo
con te, prima poi, renderai anche me meno extraterrestre.
LUIGI: Noi umani siamo troppo impegnati a
cercare la felicità che spesso pur avendola sotto gli occhi, come i miopi, non
riusciamo a scorgerla.
Chissà quante volte resto stupito dai modi di
fare dei nostri animali.
La devozione di un cane per il proprio padrone, per
esempio, sarebbe stupefacente se fosse riportata nelle relazioni umane sotto il
segno del rispetto e della comprensione reciproca.
Purtroppo si dice che siamo “intelligenti” e
per questo motivo c’è un prezzo da pagare.
ETT: Presumete di esserlo!
Nel mondo dei
ciechi chi vede pochissimo è colui che vede meglio.
LUIGI: Certamente è così!
L’ultima mia attenzione la voglio riporre nei
cuori di ognuno dei ragazzi partecipanti alla gita.
Ti giuro, ETT, ho visto ragazzi diversi ma
uguali nella bellezza della loro età.
Ho visto semplicità, spontaneità e tanta
bellezza d’animo.
Ho visto usare parole che volevano dire altro.
Ho ascoltato
silenzi che mi raccontavano delle loro ansie e perplessità.
Sono convinto che
non può esserci cattiveria quando ci si cerca per stare insieme.
Sento di ringraziare ognuno di loro per
esserci passati attraverso il mio esistere.
Un ringraziamento doveroso devo estenderlo ai
miei due generosi colleghi.
Per quei pochi giorni siamo stati costretti a
vivere insieme, a conoscerci più a fondo e a vederci oltre quel sipario della
formalità che nella vita quotidiana scolastica ci obbliga a vestire
inconsapevolmente.
Ciao ragazzi!!
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