LUIGI: Può capitare che un professore, per
motivi di auto-aggiornamento, debba trascorrere all'estero due settimane. In
questo periodo, completamente avulso dalla routine della vita, egli sperimenta
la novità dell’uso della lingua straniera e il confronto con una cultura di un
popolo differente.
ETT: Sapendo della tua passione per la
lingua inglese, suppongo che tu sia ritornato in Inghilterra.
LUIGI: Esattamente! In questa occasione
però non ho avuto studenti cui badare poiché ero io stesso alunno.
La classe a cui ero iscritto la definirei
europea; composta in massima parte da italiani e spagnoli, con unità sparse
provenienti dall'Austria, Francia e Ungheria.
ETT: Una bella compagnia e soprattutto una
novità assolutamente interessante per la tua esperienza.
LUIGI: Sì! Effettivamente ho ricevuto uno
scossone da questa matta iniziativa.
ETT: Perché matta?
LUIGI: Se ti raccontassi di avere
abbandonato la famiglia per quindici giorni e per giunta, di averlo fatto
mentre erano in corso i lavori di strutturazione della casa dove vivo, saresti
costretto a considerarmi perlomeno irresponsabile.
ETT: Tranquillo perché io ascolto e non
giudico.
LUIGI: Allora, confermi la tua identità di
extraterrestre e per tale, di essere superiore!
ETT: Avanti, non scherzare, continua a
raccontare.
LUIGI: Ho trascorso quindici giorni sereni,
attento soltanto ai piaceri umani; ho conosciuto persone dolci e disponibili;
ho rivisto silenziosamente le mie stesse debolezze, timori e speranze in quei
colleghi con cui ho condiviso intere giornate. Ognuno di loro,
indipendentemente della nazionalità, ha nascosto i fardelli della vita ordinaria
respirando l’aria di giovani spensierati studenti.
Gli italiani (i più malmessi con la lingua
inglese) istintivamente si cercavano e tendevano a formare gruppo separato
mentre gli spagnoli, numerosi come gli italiani, si mostravano molto ciarlieri,
aperti alla varietà della comunità.
Per molti miei colleghi (me compreso), la difficoltà
dell’ascolto, legata ad improbabili pronunce o alla povertà di termini
specifici in lingua, operava come la forza di gravità: dopo brevi tentativi nell'argomentare
in inglese, si finiva per parlare nuovamente in lingua madre.
Nel corso dei quindici giorni una strisciante
graduatoria di merito relativa ai migliori speaker ha preso forma.
Tutti i
partecipanti a questo divertente concorso hanno accettato con il sorriso il
posto occupato e hanno gioito anche per i piccoli miglioramenti
involontariamente ottenuti.
ETT: Qualcuno di loro ti ha impressionato
in particolare?
LUIGI: Ovviamente, sì! Ho ancora in mente
affabilità di Renato, la forza d’animo di Carmela, il brio di Margherita, la
delicatezza di Enzo, l'eleganza d'animo di Luisa, la tenerezza di Concetta, la simpatia di Guido, lo stile
riguardoso di Alfredo, l’allegria di Alejandro, il perenne sorriso di Irma,
l’humor di Eladio, la socievolezza di Soledad, lo spirito gioioso di Istvan e Agnes.
A questi nomi si aggiungono molti altri che
anche per poche parole scambiate, rimarranno nella mia memoria nostalgica.
ETT: L’esperienza in Inghilterra ha
confermato le tue aspettative per ciò che riguardava la lingua e l’aggiornamento
didattico?
LUIGI: Rispondendoti immediatamente con un
sì, ti direi una mezza bugia. Come succede a tutti gli umani, ciò che ci
raffiguriamo nella mente prima di iniziare un’avventura è sempre diverso da ciò
che viviamo.
Solo in seguito, dopo cioè aver miscelato l’accettazione della
realtà con il ridimensionamento degli obbiettivi creati, si riconosce la
soddisfazione per l’esperienza ormai trascorsa.
In ogni caso, i quindici giorni di
permanenza in terra straniera hanno consentito l’innesto di piccoli automatismi
mentali per cui la lingua parlata appare meno incerta.
Inoltre, il vocabolario si
arricchisce di termini che in Italia non sogneremo mai di usarli per via della
bassa probabilità di richiamarli.
Per quanto riguarda l’aspetto didattico, il
corso seguito in Colcheter ha offerto una panoramica sulla metodologia CLIL e
una visione generale dell’ordinamento scolastico inglese.
Ovviamente, la
sospensione del giudizio relativo al confronto tra la nostra istituzione
scolastica e quella inglese è obbligata per via dei termini di confronto non
omogenei.
ETT: Ripeteresti questa esperienza?
LUIGI: Da inguaribile romantico, non posso
negarlo. Amo vivere tra la gente sincera, “sentire” il sentimento, ascoltare
chi ha bisogno dell’attenzione, vedere il mondo per allargare l’orizzonte della
mente.
Siamo isole lontane che emergono dal mare
per ammirare il sole.
In fondo al mare, ogni isola appartiene alla stessa
piattaforma che, fuori dall'acqua, si dimentica di considerarla.
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