Marco era un giovane che manifestava strani sintomi. Aveva paura di rivolgersi dal suo dottore, poiché non potendo essere del tutto sincero nel fornire i dettagli del suo malessere, avrebbe potuto indurre il medico a prescrivere farmaci inopportuni.
I suoi genitori notando un continuo essere abulico, schivo, taciturno e triste, pensarono a un malessere interno del proprio figlio.
Tentarono di parlarne, ma Marco assicurò tutta la famiglia che nessun problema lo torturava.
I genitori non si arresero e convinsero il figlio a sottoporsi a normali esami clinici di laboratorio.
Tra le analisi necessarie, i genitori chiesero al medico di inserire i test rivelatori d’uso di droghe.
L’amicizia del padre di Marco con il responsabile del laboratorio di analisi, rese possibile che questo tipo di indagine rimanesse oscurata al giovane ragazzo.
L’apprensione dei genitori per l’esito degli esami insospettì Marco, per cui giocando d’anticipo, si recò dal laboratorio e facendo valere la sua data di nascita, come chiara indicazione di persona adulta e responsabile di se stesso, ritirò gli esiti dei test.
Ovviamente erano tutti negativi, ma per non deludere le aspettative dei suoi genitori, con grande arte trasformò alcuni esiti in positivo.
Trasformandosi in attore consumato e assicurandosi che la busta contenente gli esiti fosse ben chiusa, depositò il plico sul tavolo del salotto di casa e uscì.
Era il tardo pomeriggio e solitamente i suoi genitori rientravano alla sera. Forse quel giorno suo padre sarebbe passato dal laboratorio per ritirare gli esiti, prima di rincasare.
Per dar tempo e modo di costruire castelli in aria e far sfrenare la fantasia dei suoi genitori, Marco pensò di andare al cinema, così, ritirandosi un po’ più tardi del solito, avrebbe avvalorato la fantasiosa trama del figlio drogato che brancola per posti diffamanti nella notte.
Il rientro dei genitori di Marco, a dir poco, fu tragico!
La lettura degli esiti dei test fece saltare sulla sedia suo padre, il quale per aver senso del grado di gravità della situazione, volle subito telefonare in privato al suo amico analista.
La situazione divenne surreale quando l’analista cascò dalle nuvole, assicurandogli che avendo effettuato di persona gli esami, egli era certo dei risultati esattamente opposti a quelli riferiti dal padre di Marco.
La lunga amicizia con l’analista consentì al padre di ottenere subito le prove certe della manomissione dei referti.
Il padre si precipitò nella stanza del figlio per trovar traccia di qualcosa che potesse confermare o smentire il suo pensiero.
In un cassetto, accuratamente preparata, trovò una lettera; ecco il contenuto:
“Cari genitori, a malincuore e con modi ingannevoli, io sono riuscito a rompere la vostra indifferenza.
Mi dispiace per il cattivo scherzo che ho preparato.
Volevo solo un po’ di vera attenzione, non quella che generosamente mi offrite mentre fate altro o mentre vi preoccupate del vostro lavoro, oppure, quando mi ascoltate con gli occhi all’orologio, al giornale, alla televisione.
Io ho solo voi come riferimento per risolvere i miei problemi.
È vero, non mi fate mancare niente!
Ho soldi in tasca, indosso bei vestiti, posso contare su raccomandazioni quando servono.
Chissà quanta gente vorrebbe stare al posto mio.
Nonostante tutto, mi sento tradito da qualcosa che non mi spiego.
Sento di essere stanco, solo, svuotato di stimoli. Vorrei impegnarmi in un progetto ed essere seguito, sostenuto, incitato da voi.
No! Non dovete sostituirmi con voi stessi, nemmeno affermare la vostra capacità, bravura, influenza, con la motivazione di voler il meglio per me.
Voglio il padre che non perde tempo con me.
Voglio una mamma che non guarda a ciò che mi manca, ma che guarda nel mio cuore, che si accorga se mi sono innamorato di una ragazza o se ho fatto qualche brutta di figura con un amico.
Voglio una famiglia come quella di Antonio, che mi dice di aver fame a mezzogiorno, ma non può mangiare prima che tutta la sua famiglia sia seduta attorno al tavolo.
Ho modificato i risultati dei test cambiando solo un aggettivo.
Papà, se avessi avuto coraggio e confidenza con l’analista gli avrei chiesto di esaminare lo stato della mia anima, un test sulla qualità dell’amore in circolo nella mia anima.
Non so se conosce le metodiche adatte allo scopo, ma sicuramente, non potrà dirti nulla di me, se gli chiedi i valori della glicemia, azotemia, colesterolo, THC.
Grazie a voi, le medicine per il corpo, possiamo comprarle, sono sempre disponibili e pronte in farmacia.
Le medicine per l’anima, non bastano tutti i soldi della terra per comprarle, eppure si trovano molto vicine.
Sono dentro di voi!”.
* brano tratto da "Il meraviglioso mondo dell'anima" - Zedda Editore