sabato 22 novembre 2025

Una tenera storia d'amore



Valeria, una ragazza di città introversa e timida, concentrata sullo studio. Per Valeria, l'amore non era nei suoi piani. Eppure il destino, la tenacia e una cerchia di amici avevano altri piani per lei. Il mondo universitario di Valeria ruotava attorno ad Anna, la sua migliore amica giocosa e schietta; Rosa, silenziosa e riflessiva come lei; e Carlo, il suo confidente protettivo le cui battute spesso mascheravano sentimenti più profondi.

Andrea, il suo amico più grande, era costante, attento e completamente ignaro di quanto avesse già catturato l'attenzione di Valeria.

Poi c'era Aldo, carismatico e civettuolo, le cui buffonate giocose suscitavano sentimenti che lui a malapena capiva.

Arrivò un evento universitario. L'auditorium dell'università pulsava di energia. Valeria aveva accettato con riluttanza di partecipare all'evento universitario, trascinata da Anna e Carlo. Musica, luci, risate, tanti concorsi e premi. Era travolgente, ma seguì le sue amiche, nascondendosi dietro il nervosismo.

Quando fu annunciato il Premio per il Miglior Sorriso, fu il nome di Valeria a emergere tra le chiacchiere. Lei si bloccò a metà respiro mentre la sala esplodeva, con applausi che si gonfiavano, mani che battevano, sedie che strisciavano mentre la gente si alzava ad applaudire.

Ma tutto quel rumore si dissolse nel momento in cui i suoi occhi incontrarono Andrea. Non stava semplicemente applaudendo educatamente come tutti gli altri. Aveva la macchina fotografica alzata, ferma e decisa, catturando l'esatto momento in cui il suo shock le balenò sul viso. La sua attenzione non vacillò; il suo sguardo era quasi troppo intimo per una stanza così affollata.

Qualcosa dentro di lei si irrigidì. Il suo respiro si fece affannoso. Il suo battito cardiaco si fermò. Per un attimo, sospeso, la festa intorno a lei si offuscò, come se l'intero evento si fosse ridotto allo spazio tra il suo obiettivo e il suo sorriso tremante.

Rosa, in piedi in silenzio lì vicino, osservava Andrea. La sua ammirazione per lui rimaneva inespressa, nascosta agli angoli dei suoi occhi attenti. Carlo, sorridendo al rossore di Valeria, provò una fitta di desiderio. L'aveva sempre protetta, e ora temeva che l'attenzione che riceveva potesse condurla altrove.

Nei giorni seguenti, Valeria si ritrovò a volte a gravitare verso Andrea, a volte a ritirarsi da lui, senza capirne il motivo. Negli angoli delle biblioteche, nei corridoi silenziosi, nei gruppi di studio o alle feste di compleanno, faceva "domande" solo per sentire la sua voce, ascoltare le sue spiegazioni o stare con lui. E in altre occasioni, lo ignorava completamente, come se fosse invisibile. Le piaceva la sua compagnia, ma non ne capiva il motivo, e questo era uno dei motivi principali per cui voleva evitarlo.

Le prese in giro giocose di Aldo continuavano incessanti, rivolte sia a Valeria che ad Anna. Valeria non prendeva mai sul serio Aldo e lo tollerava solo per via di Anna. Tentò molte volte di impedire ad Anna di stare con Aldo. Ma niente funzionò per lei. Aldo spinse Valeria a unirsi ai circoli di studio e sussurrò qualche battuta ad Anna. Valeria si sentì agitata ma curiosa; Anna rise ma in segreto si sentì addolorata.

Rosa osservava in silenzio, senza mai entrare nella mischia, mentre Carlo rimaneva vicino a Valeria, protettivo e vigile, consapevole del fascino di Aldo e della silenziosa pazienza di Andrea.

Un pomeriggio piovoso, il gruppo si riunì sotto una tettoia semidiroccata dopo le lezioni. Andrea rimase a pochi passi di distanza, osservando in silenzio le sottili reazioni di Valeria, in attesa del momento giusto per entrare in sintonia.

Il caos giocoso finalmente terminò quando tutti corsero avanti a prendere qualcosa da mangiare. Valeria e Andrea rimasero soli.

"Valeria," iniziò Andrea dolcemente, "non sono qui per distrarti. Mi... importa solo."

Valeria sentì un calore che la fece esitare, poi si sporse leggermente in avanti. "Lo so... Ma non credo che funzionerà", sussurrò, una confessione semplice ma carica di significato e confusione.

Nel frattempo, Carlo osservava da lontano, con il cuore stretto. Gli era sempre piaciuta Valeria, ma si rese conto che lei era attratta da Andrea. Anna, con il cuore che batteva forte, notò le occhiate casuali di Aldo a Valeria, suscitando un misto di confusione e gelosia. E Rosa, silenziosa come sempre, osservava semplicemente Andrea e Valeria, con emozioni stratificate ma inespresse.

Le dinamiche rendevano ogni incontro un delicato equilibrio: risate mescolate a tensione, amicizia intrecciata a sentimenti inespressi, amore che sbocciava nel silenzio.

Una settimana dopo, durante una sessione di studio pomeridiana in biblioteca, Valeria finalmente si concesse di soffermarsi vicino a Andrea. La loro discussione sugli orari delle lezioni e sugli insegnanti fluì senza sforzo. Lui la guardò dall'altra parte del tavolo e disse, dolcemente: "Voglio saperne di più su di te".

Il cuore di Valeria batteva all'impazzata. Voleva negarlo, ma la verità era innegabile. "E tu sei un mistero per me", ammise.

Fuori, Carlo chiuse silenziosamente il suo portatile, fingendo di controllare i messaggi, mentre Anna si allontanava per prendere dell'acqua, fingendo indifferenza. Aldo era distratto da un altro progetto nell'angolo, ignaro della sottile tempesta di sentimenti che lo circondava.

La loro storia non è esplosa da un giorno all'altro. È cresciuta attraverso piccoli gesti, come bigliettini ed email condivisi, tranquille sessioni di studio, passeggiate sotto gli alberi del campus e incontri discreti. La timidezza di Valeria ha lentamente lasciato il posto alla fiducia; la presenza costante di Andrea è diventata la sua ancora.

Nel frattempo, le amicizie sono durate: la lealtà di Carlo, l'amore segreto di Anna, la silenziosa ammirazione di Rosa, l'energia giocosa di Aldo, creando una delicata rete emotiva che ha incorniciato le loro vite nel campus.

Alcune storie d'amore sono forti e veloci. Altre, come quelle di Valeria e Andrea, si sviluppano in silenzio e sono persistenti, pazienti e, in definitiva, indimenticabili.

venerdì 21 novembre 2025

Nuova intervista a Fabio Squeo per la recente pubblicazione

 

È appena uscito il nuovo libro del saggista e poeta, di origini molfettesi, Fabio Squeo.

Da alcuni giorni è disponibile sulla piattaforma Amazon il suo ultimo lavoro, “Lo sguardo nel tempo della filosofia” – Secondo Volume.

In esclusiva per la nostra testata, Fabio Squeo presenta il suo ultimo lavoro.

Essendo questo il Secondo Volume viene spontaneo pensare che questo rappresenta l’inizio di un progetto che mira a formare una collana. Perché e quanti volumi sono previsti in totale?

Si, l’intenzione è proprio quella di realizzare una collana articolata in dieci volumi” – esordisce Fabio Squeo – “Il motivo è quello di offrire una visione vasta, ampia fino a sembrare sterminata, quasi infinita, degli autori che popolano la scena filosofica. L’obiettivo non è solo quello di presentare i pensatori più noti, ma far emergere anche quelle voci meno celebrate, meno conosciute, ma non per questo meno importati. Si tratta di autori che, pur rimanendo spesso ai margini dei manuali tradizionali, hanno apportato contributi importanti e decisivi alla costruzione del pensiero filosofico e meritano, a mio avviso, di essere riscoperti e valorizzati. Probabilmente avrò elevato al rango di “filosofo” anche qualche autore che, in fondo, sapeva di rimanere confinato nel quadro di una produzione più propriamente letteraria. Tuttavia, l’audacia di certe pagine, la profondità delle intuizioni o la capacità di toccare temi concreti e universali mi hanno spinto a considerarli, almeno in parte, come autentici protagonisti del pensiero”.

La Filosofia sempre protagonista dei tuoi libri. La tua sembra quasi una scommessa... Far innamorare i lettori del pensiero filosofico espresso da nomi noti ma anche da nomi poco conosciuti.


Più che una scommessa - magari lo è, in parte - mi sembra una promessa che faccio prima a me stesso” – sottolinea Fabio Squeo – “quella di provare a far innamorare, o quanto meno a suscitare curiosità dei lettori, verso il pensiero filosofico, anche quando si tratta di nomi poco conosciuti e spesso mai sentiti prima. Il mio intento è mostrare che la filosofia, indipendentemente dai manuali o dal grado di istruzione, può sorprendere chiunque, rivelando il suo fascino anche dove meno ce lo si aspetterebbe”.

Ricordiamo che nel primo volume, tra i nomi noti, c’è anche l’amato Vescovo don Tonino Bello con un riferimento all’attualità della filosofia del grembiule. Un’anticipazione del secondo volume ... qualche nome del nostro territorio, a noi conosciuto?


Nel secondo volume ho semplicemente proseguito l’analisi degli autori, ampliando ulteriormente lo sguardo” – rivela Fabio Squeo – “E tra le figure legate alla nostra Puglia, compare Giovanni Bovio, nato a Trani, una personalità di straordinaria forza intellettuale: colto, rigoroso, filosofo e politico insieme. La sua coerenza morale e conoscitiva lo rende un esempio raro nel panorama italiano. A volte mi chiedo perché la politica attuale non riesca a esprimere personalità di questa statura, in grado di unire profondità di pensiero e impegno politico. Bovio dimostra che è possibile”.

Per concludere, oggi si parla tanto di pace, per quello che sta succedendo nel mondo, con le varie guerre in atto. Ma il concetto di pace come si lega col pensiero filosofico?


La pace, in natura, non esiste come la intendiamo noi. Due animali che si scontrano non fanno ‘pace’: seguono semplicemente i loro istinti, senza rancore né cattiveria consapevole” – conclude Fabio Squeo – “La pace diventa necessaria proprio perché l’uomo è capace di cattiveria consapevole: non agisce solo d’istinto, ma può scegliere di fare del male. In questo senso, la pace è l’antidoto alla violenza e alla malvagità umana. L’uomo, a differenza dell’animale, si trova al vertice della natura, con la capacità di riflettere su se stesso e sulle proprie azioni. È questa consapevolezza che ci insegna quanto la pace sia non solo importante, ma essenziale: non solo per il vivere insieme, ma per mantenere l’equilibrio interiore e sociale, per garantire che la nostra coscienza e la nostra umanità non vengano sopraffatte dalla violenza”.

Ricordiamo che il libro è già disponibile sulla piattaforma Amazon al seguente link: https://www.amazon.it/dp/B0G2MGJJ69


di Sabino Pisani

giovedì 20 novembre 2025

La filosofia del dialogo di Martin Buber



Martin Buber (1878–1965) è stato un filosofo e scrittore austriaco-israeliano, noto per la sua filosofia del dialogo. Questa forma di esistenzialismo era incentrata sui concetti di Io-Tu e Io-Esso, che per lui rappresentano i due modi fondamentali in cui gli esseri umani si relazionano al mondo. Considerava il dialogo non solo linguistico, ma ontologico, ed esplorò questa relazione in modo particolare nel 1923, nel suo libro Io e Tu (Ich und Du).

Per Buber, l'incontro diretto e il coinvolgimento tra le persone costituiscono la relazione Io-Tu, in cui l'altro è visto come un essere unico e completo, in cui esiste una presenza e un'apertura reciproche. D'altra parte, Io-Esso è un modo emotivamente distaccato, oggettivo e utilitaristico di relazionarsi al mondo, in cui l'altro è visto come un insieme di caratteristiche. Questa relazione monologica e unilaterale si verifica spesso tra persone e oggetti.

Tuttavia, una trasposizione delle relazioni corrompe sia la persona che l'oggetto, poiché la società si rivolge al culto materiale e riduce l'individuo a un essere computazionale. Buber concentra la sua preoccupazione su quest'ultimo aspetto, l'erosione delle autentiche relazioni interpersonali.

Sostiene che trattare gli altri come Io-Esso cancella il significato, ostacolando il nostro cammino verso l'incontro con il divino e l'esperienza di un più profondo senso di connessione con tutto il creato (causato dall'Io-Tu). Prevedeva che la società moderna sarebbe precipitata in questa spirale, portando all'alienazione e alla disumanizzazione se fosse diventata dominante, nonostante l'Io-Esso sia necessario per la vita pratica, la scienza e la sopravvivenza.

L'analisi di Buber sulla natura dell'esperienza del mondo è ampia ma ben fondata. Dobbiamo infatti stabilire relazioni con gli oggetti che siano distaccate dalle emozioni, trattandoli come strumenti per servire i nostri scopi, massimizzare la produttività, orientare i progressi scientifici e quindi migliorare sia economicamente che socialmente.

Si potrebbe persino dire che le relazioni Io-Esso (con gli oggetti) migliorano le nostre relazioni Io-Tu (con le persone). Sociologicamente, più un paese è ricco, più la sua popolazione è interessata alla filosofia: moralità, ontologia, epistemologia, ecc. Ad esempio, coltivare amore ed empatia migliora il modo in cui ci comprendiamo e ci prendiamo cura gli uni degli altri, il che crea una collettività più coesa.

Ma trattare le persone come Io-Esso è una conseguenza dei tratti oscuri della personalità presenti nella società: psicopatia, machiavellismo, narcisismo e sadismo. Siamo assetati di manipolazione impulsiva e motivata dal potere e di edonismo.

È una discesa in ciò che Kant criticava: trattare le persone come mezzi per raggiungere fini piuttosto che come fini in sé, disintegrando l'essenza unificante e la dignità della società. Il rimedio di Kant era di riflettere su quanto segue prima di intraprendere un'azione: il mondo sarebbe migliore se tutti facessero questo?

Pertanto, la visione di Buber del progresso sociale si fonda sulla convinzione che il vero progresso umano dipenda dal ripristino del rapporto Io-Tu a ogni livello della gerarchia sociale, fino al divino. Senza di esso, diventiamo efficienti ma vuoti. Con esso, la vita acquista valore. Se Dostoevskij dovesse commentare il rapporto Io-Esso, direbbe:

"Ricopritelo di ogni benedizione, annegatelo in un mare di felicità, dategli una prosperità economica tale che non abbia altro da fare che dormire, mangiare dolci e occuparsi della continuazione della specie, e anche allora, per pura ingratitudine, per puro rancore, l'uomo vi giocherà qualche brutto tiro." (Dostoevskij, 1993)

martedì 18 novembre 2025

Filosofia: imprescindibile spazio nell'animo

 

È da oggi disponibile sulla piattaforma di Amazon, il secondo volume della collana “Lo sguardo nel tempo della filosofia”.

È la naturale evoluzione di un progetto, tanto ambizioso quanto umile, che vuole “guardare” alla filosofia come un ponte del sapere, steso tra il piacere del pensare astratto e la vita reale, fatta di scelte, decisioni ed azioni. Si tratta di un ponte che non unirà definitivamente le due sponde, ma si propone per un attraversamento sempre in promessa, in compagnia delle migliori e originarie idee nate nelle grandi menti del passato antico e contemporaneo.

Fabio Squeo prende per mano il lettore appassionato della vita e lo accompagna per le vie del pensiero, così da mostrargli come questo mondo sia fantastico, vario, non confinabile, sorprendentemente bello. 

Nell’armonia della presentazione delle teorie dei diversi pensatori, l’autore non pretende di sviluppare i loro trattati teorici in modalità accademica, esaustiva (cosa riservata ai dizionari filosofici), vuole semplicemente aprire squarci, solleticare la curiosità, contagiare la passione, trasmettere il piacere del sapere. 

Il proposito dell'opera non mira a fornire notizie come se si provvedesse ad accumulare conoscenze o a riempire vuoti culturali finalizzati all’esposizione narcissica, ma a favorire una trasformazione spirituale umana, intima, necessaria, utile ad aggiungere senso e valore alla vita di tutti i giorni. 

L’essere umano vive e si esprime nelle relazioni con i suoi simili e nell’incontro con l’altro che l’animo umano scopre il piacere di esistere. Non ci sono strumenti migliori di quelli forniti dalla filosofia per far emergere l’emozione dell’essere.

Nella lettura incontrerete filosofi razionali, concreti, speranzosi, disillusi, tragici, tutti però convinti che “qualcosa” si possa fare per vivere su questa terra in pace, libertà e amore.

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