Chi non crede nei miracoli non
vive su questo pianeta!
Questa è la frase che ripeto a me
stesso quando eventi che tradiscono clamorosamente le nostre presunzioni, si
pongono alla mia attenzione.
Siamo inclini ad assumere
certezze per le quali l’istinto è l’unico garante disponibile, per cui, quando
la convinzione cementifica l’assunto, escludendo l’accesso al dubbio, il
miracolo diventa l’unico strumento utile per il ravvedimento.
Ragionando a posteriori, ci si
rende conto dell’infondatezza della presunzione e della cecità prodotta dalla
convinzione.
Tutto questo dire, mi serve per
introdurvi all’abilità del caso nel manifestarsi ai miei occhi come magia o,
richiamando la fede religiosa, sottoforma di miracolo.
Per farvi un esempio, dovrei
attribuirlo al caso l’evento per cui in un preciso momento della giornata
desiderassi un caffè e non avessi il denaro per entrare in un bar?
Probabilmente, mi rispondereste
di sì!
Lo stesso caso, però, mi offre la
possibilità di incontrare, occasionalmente una
persona che difficilmente avrebbe potuto invitarmi in un bar?
Non fraintendetemi! Non perché
fosse un diavolo in termini di avarizia, ma per mia semplice presunzione
fondata su una convinzione astrusa per la quale il mio povero amico vestiva
panni non suoi.
Quest’opportunità e servita a
innescare un evento secondario: quello per cui ora sto scrivendo
quest’articolo.
Il caso, infierendo, mi ha
portato a scrivere su un tema strettamente legato alle motivazioni recondite
per le quali i rapporti con il mondo esterno alla persona, sono sostenuti da
simboli che ci illuminano come lanterne e che ci precedono in lunghi tunnel
della mente.
Le lanterne sono assimilabili ai
valori etici/morali e il tunnel sono percorsi di vita avvolti dall’ignoto.
Sarà colpa del caso, ma anche il
grande Foscolo si preoccupava del decadimento valori morali e di come questi
potessero essere tramandati alle future generazioni. Siamo convinti tutti della
qualità dei sentimenti indotti dalle sue poesie e siamo altrettanto certi,
dello slancio emozionale che potremmo sperimentare se egli stesso ci
raccontasse come si possano interpretare le sue idee nel nostro cotesto moderno
post-duemila.
Vi invito nell’immaginare l’anticipatore
del romanticismo che risponde alle mie domande.
LUIGI: Perdonami l’ardire Ugo, ma che cosa vuoi intendere
con questa tua prosa: “A
egregie cose il forte animo accendono l’urne de' forti, o Pindemonte; e
bella e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta.”
FOSCOLO: Caro Luigi, tu mi chiedi
ciò che già conosci per averlo studiato a scuola! Comunque, accetto volentieri
la tua provocazione e pregusto il diletto nel disquisire sui valori del tuo
tempo.
LUIGI: Suppongo che ti sia
difficile interpretare i segni del mio tempo!
FOSCOLO: Qui, in Paradiso il
tempo non esiste per cui ciò che per te è stata evoluzione, per me è un
permanere in altre forme.
Non ti stupire, ma ti assicuro,
che sappiamo tutto del “grande fratello”, di Internet, di “sballo”, di
telefonini, Iphon, eccetera.
LUIGI: Mi rendi facile il
colloquio!
Bene, Dimmi come si conciliano le
realtà che hai appena nominato con il simbolismo espresso nei tuoi “Sepolcri”?
I messaggi che ci hai lasciato
attraverso le tue bellissime poesie potrebbero essere ancora validi?
Le stesse tue poesie hanno ancora
un valore e una capacità di produrre i risultati per i quali la tua vena
poetica si è magnificamente espressa?
FOSCOLO: Luigi, nel tuo tempo e
per ciò che è intuibile nel tuo tempo, proverò a confezionarti una risposta.
Abbandonerò il mio tono poetico per far spazio alla praticità della risposta. Mi
rivolgerò alla tua umanità per appendere un senso per cui anche la mia poesia
ha contribuito.
Il Vostro futuro prevede un grande
cambiamento di cui alcuni di voi intuiscono i primi segni. Esso si presenterà come una
rivoluzione silenziosa nella percezione della realtà. Ineluttabile e
inarrestabile, genererà un rovesciamento del mondo per il quale niente di ciò che conosci,
sarà più così stabile e inamovibile come lo percepite adesso.
Di solito, un cambiamento di
questo tipo si chiama “rivoluzione culturale” ma questa volta la cultura
c’entrerà poco. Potete interpretarla come un’espansione cardiaca e
riguarderà la vostra soggettività e il modo in cui interpretate la vita.
Fino ad oggi avete creduto
nell’esistenza di una realtà unica, incontestabile, posta sotto gli occhi di
tutti e passibile di sperimentazione scientifica.
Cioè, avete creduto in una realtà
comune, ripetibile, inconfutabile, uguale a se stessa.
Qualcosa di nuovo, però, si sta
delineando. L’avvento della psicologia nell’ambito delle scienze e il
diffondersi delle conoscenze concernenti la fisica quantistica stanno
provocando un cambiamento che ormai non è più possibile frenare.
L’importanza
della soggettività nella percezione degli eventi, si farà ogni giorno più
evidente e, dalle macerie di una realtà immobile, impercettibilmente, prenderà
forma un nuovo pensiero capace di integrare l’individualità e la creatività
nella costruzione di realtà mutevoli e dinamiche, diverse per ciascuno.
La psicologia e la fisica
quantistica vi hanno mostrato come la vostra sensibilità interferisce
costantemente con la realtà, e che le aspettative con cui interpretate le cose
modificano l’andamento degli avvenimenti.
Gli eventi, infatti, non sono mai
univoci ma si trovano in infinite e diverse varianti di se stessi, dentro uno
sciame di realtà possibili. Cioè, per dirla con un linguaggio più moderno, ogni
cosa esiste in un’onda di possibilità.
Quando vivete un’esperienza,
questa suscita in voi un’interpretazione inevitabilmente soggettiva.
E proprio questa soggettività fa
sì che l’onda delle possibilità si coaguli in una particella, tra le infinite
scelte possibili. La particella coagulata diventa la realtà che sperimentate
ed è la diretta conseguenza della vostra soggettività. Ciò di cui fate
esperienza e che considerate vero, esiste soltanto per voi. Chiunque altro, posto davanti alla stessa circostanza, desumerà la sua particella (realtà), tra
le infinite varianti possibili offerte dall’onda delle possibilità.
In questa chiave nuova, la
soggettività diventa l’unico criterio in grado di determinare la verità, perché
le esperienze prendono forma e determinano la realtà, come conseguenza di
un’interazione soggettiva nell'ambito delle possibilità.
La vostra vita
esiste dentro uno schema temporale di causa ed effetto (se prima è successo A,
dopo succederà B) ma, a un esame più attento, si vede che è, invece, la
concretizzazione del nostro sentire soggettivo.
Infatti, la soggettività estrae
dall’onda delle possibilità proprio quelle esperienze (particelle) che
confermano i presupposti in cui credete.
La causa di ogni avvenimento, perciò,
non sta negli eventi che lo precedono ma nelle aspettative, che lo determinano.
L’accadere di qualsiasi cosa
diventa possibile soltanto nell’attesa soggettiva e fiduciosa del suo esistere.
Se volete superare questo momento di difficoltà senza vivere nei tormenti,
dovrete prestare molta attenzione alle aspettative che vi create e al vostro
sentire soggettivo, modificandolo fino a vedervi in realtà meno drammatiche e
più soddisfacenti.
LUIGI: In quest’ottica, le tombe
dei grandi uomini dovrebbero comunicare ai virtuosi il loro esempio e
stimolarli a proseguirne l'opera, attraverso l’onda delle possibilità, lasciata
libera di interagire con la sensibilità di ognuno e favorire l’espansione della
coscienza collettiva. La tua poesia è un omaggio allo sforzo profuso da tutti i
grandi protagonisti della storia affinché l’umanità potesse affermare se stessa
nel progetto di espansione dell’amore.
FOSCOLO: Luigi, mi stai dando la
certezza per cui la mia opera abbia sollevato almeno un granellino di sabbia
nella tempesta del sapere universale. Tornerò a tacere nel passato ma prometto
a tutti i giovani di parlare continuamente al loro cuore.