giovedì 4 aprile 2024

Sentirsi poeta

 

Il poeta?
Una strana figura in una società meccanicistica!
Essere additato come poeta è un complimento a metà; in equilibrio tra la stranezza e la dolcezza. 
Per alcuni il poeta è un malato e la sua malattia è di secondo ordine, invisibile. 
È difficile assegnare un viso ad un poeta. L’immaginario collettivo lo vede come perso tra le nuvole, forse un po’ inebetito e senza problemi, se non quelli che si crea da solo.

Per quanto io possa sentirmi poeta, descriverlo, mi riesce difficile. Non perché non abbia parole, ma per quello spirito intimo, unico in ogni persona sensibile, che tende a mantenere uno stato di gelosa intimità con i propri sentimenti. 
Il poeta, tramite le parole, trasmette il suo mondo per risonanza, mantenendo un distacco fisico dall'esteriore.
Modulare i sentimenti con le parole è creare musica incantevole con lo spirito; è come spostare il mondo con i versi; è come rubare alla natura la sua semplicità, la sua armonia, il suo mistero annidato tra pelle e ossa di un corpo umano.
Mi ritrovo spesso a emozionarmi nel leggere una poesia. 
Ho l’impressione di non poter oltrepassare quel benedetto cancello che divide inesorabilmente le anime. L'emozione è dolce, trascende la materia, ti solleva da terra facendo volare il cuore laddove l’amore impera.

Il poeta non è mai triste! Sono le sue parole che potrebbero echeggiare tristezza, ma dentro di sè c'è pura gioia. Nel momento della declamazione del verso, il poeta libera scintille d'amore per la vita ed egli non è più nel suo corpo.

Non esistono grandi poeti (Dante, mi scusi), né poeti piccoli. Gli aggettivi in questo campo sono impropri. 
Chiunque riesce a far vibrare la propria anima è una poeta! 
Non ha bisogno di allori e se questi dovessero arrivare, egli non si spiega l’eccezionalità poiché essere un poeta non è un merito, è il naturale essere dell’animo umano.
Non siamo tutti poeti perché non siamo tutti fortunati per essere stati fucinati dallo stesso altoforno. Per essere sensibili è inevitabile aver conosciuto la forza dell’amore.
Se vuoi far nascere poeti, ama il mondo con tutta la generosità che ti è possibile. 
Se credi impossibile tutto questo, intorno a te ci saranno pochissimi poeti, chiusi tra i versi di una lontana letteratura del medioevo.  
 

mercoledì 3 aprile 2024

Il senso dell'utile


La mente umana non riesce proprio a distaccarsi dall’idea dell’utile. Tutto ciò che esiste o tutto ciò che si rivela attraverso fenomeni, deve avere un utile. Cerchiamo spiegazioni e formuliamo teorie create con l’alibi di cercare verità e invece queste ripiegano sulla loro utilità per l’uomo.

L’idea che senza un utile una realtà non possa avere una funzione nel mondo del sapere, sembra costituire un assioma. L’impronta mentale la rileviamo in ogni atto della nostra vita.
 
Siamo stati abituati a luoghi comuni come: “Si mangia per vivere”, “Si lavora per guadagnare”, ”Si studia per impare un mestiere”, eccetera.

Quando si fa qualcosa e manca l’utilità riconosciuta, lo sforzo perde valore e il pensiero comune tende a dar significato di “hobby”, “passatempo”, ”pazzia”.

Basterebbe alzare lo sguardo al cielo per mettere in crisi il senso dell’utilità. Che ci fanno lì, miliardi di stelle, stupidi pianeti dimenticati nel cosmo? Sono utili per chi o per cosa?

Ripieghiamo la testa verso il basso e nascondiamo il problema sotto le vesti della filosofia. Già! La filosofia è proprio una scienza riconosciuta pubblicamente come inutile. 
Non è ancora riuscita a fornirci spiegazioni convincenti a riguardo di molti dubbi. Per alcuni, non è buona nemmeno per darci un lavoro!
Si narra che Socrate, filosofo greco, rimanesse per giornate intere a pensare. Quali vantaggi ricavava dalle sue sublimi teorie? 
Egli ha ricevuto solo danni, giacché i suoi concittadini l’hanno condannato a morte.
Pensate anche a Nietzsche, ha scavato nella sua mente cercando l’utilità delle sue teorie fino a essere dichiarato pazzo. Quanta gente ha consumato la propria vita nel tirare la coda all’utile e alla fine si è resa conto di averla ancora tra le mani.
 

L’utile è un dare meno un avere il cui risultato è l’incremento del dare per effetto negativo dell’avere il quale s’incrementa spontaneamente all’aumentare del dare.  

 

Strana legge matematica, vero? Dichiarabile senza senso, fantasiosa o meglio, inutile. Questa legge funziona nell’ambito dell’amore che, come sapete non è scienza, non è filosofia, non è misticismo.Sappiamo soltanto ciò che non è!
Molti lo collocano tra le cose inutili ... eppure, come se volesse prendersi gioco della ragione, ci prende, ci appassiona, ci emoziona.
      

martedì 2 aprile 2024

L'emozione come compagna di vita

 

Un giorno un alunno mi chiese: “Professore, ho notato che lei indugia spesso nelle riflessioni che coinvolgono anima e cuore, mi piacerebbe conoscere il suo pensiero sull’emozione. Per me, l’emozione è un grosso problema; mi priva del controllo del pensiero e mi impedisce di esprimermi liberamente. Quando mi emoziono, non capisco più niente e rischio di apparire bambino o addirittura uno sciocco.”

Il mio alunno aveva descritto esattamente ciò che provavo anch’io alla sua età a causa della mia timidezza. Diventando adulto, le reazioni emotive a quello stato d’animo sono diventate meno invasive e hanno assunto il ruolo di una piacevole compagna di vita.  Comprendendo lo stato d’animo dell’alunno, gli parlai così:

“Le emozioni sono reazioni dello spirito umano esaltate dalla biologia con le quali riveliamo tutta la nostra sensibilità. Per esempio, la timidezza è uno stato emotivo permanente. Si rivela quando non si ha una piena convinzione delle proprie buone qualità e si ha paura di esporsi al pubblico giudizio. Difatti, il timido si autodenuncia con egli arrossamenti sul viso, con mani sudate e tremanti, la voce fioca, esitante. 

In questi casi la biologia assume il comando, annullando la volontà, abbattendo il potere decisionale, provocando confusione mentale. In realtà, lo stato emotivo priva l’individuo della serenità e lo fa apparire come solitamente non è. In alcuni casi, i limiti psicologici fa apparire la persona idiota incapace di mostrare la più elementare forma di logica.

L’emozione però, può avere origini diverse dai disturbi di personalità; può emergere in eventi in cui il sublime rapisce l’anima; può manifestarsi in seguito ad atti di tenerezza, a segni di amore. Gli effetti non hanno uguali in natura. L’emozione scombussola l’anima e scioglie una dolcezza interiore indescrivibile. Piangere mentre si assiste ad una scena di un film o mentre si legge un libro, è un’esperienza che scuote l’anima. Non importa cosa possa pensare chi ti osserva! In quei momenti, ogni cellula del corpo vibra, celebra la vita in sé. E se tutto questo succede mentre si è in compagnia di una persona sensibile, empatica, l’emozione si trasmette; prosegue il suo viaggio in un altro cuore, sotto un’altra pelle.”

 

lunedì 1 aprile 2024

La testa

 

Discutere della vita con le persone che la consumano inutilmente
, è come parlare della loro testa staccata dal corpo!

Qualunque significato che non sia riferito ai momenti in cui la stessa testa è attaccata al corpo, rimane sospeso nell’aria delle possibilità, vagamente imbevuto di consapevolezza. Purtroppo, in quei momenti ci si dimentica di averla. Questa parte del corpo posta più in alto di tutte, contiene il cervello: fiore all’occhiello della specie umana. La perfetta biologia nasconde la sua importanza e invita il suo possessore a trattarla come una suppellettile funzionale da mostrare come oggetto corporeo di contemplazione. Le giovani ragazze perdono tempo e denaro per fornirle tutte le cure estetiche.

Capelli impagliati in forme stravaganti, labbra rosse richiamanti desideri liberamente immaginabili, polvere paradisiaca nascondente antipatiche imperfezioni della pelle e infine, i contorni occhi disegnanti albe boreali o tramonti romantici, delineano un viso scolpito sulla testa contenitore dell’unico oggetto impossibile da truccare.

Il centro direzionale del nostro corpo mostra e dispone durante la giovane età, recalcitra a delegare il suo potere, recalcitra a formarsi attraversa la disciplina dello studio; gode nel compiacere di se stesso, annegando nella presunzione. La funzionalità è strettamente legata a un automatismo stabilito per immagini riflesse che alcuni chiamano intuito, ma che corrisponde, in maniera meno nobile, all’imitazione per istinto degli animali.

Con il passare del tempo, insieme al bussare della biologia non più perfetta, l’uso del pilota automatico per governare le attività della vita diventa sempre meno pratico e poco piacevole.

I mal di testa, i vuoti di memoria, le distrazioni, i capelli bianchi (per quelli che rimangono), ti costringono a “pensare”.

Si procede come l’operato di un ragioniere facendo conti con le risorse accumulate durante il corso della vita e come per miracolo, siamo sempre più attenti a ciò che ci succede intorno.

Ci rendiamo conto che la testa ha un altro funzionamento e che essa non è l’unico centro servizi. Scopriamo il “cuore”, la saggezza, i piaceri della consapevolezza.

Infine, ci sentiamo traditi quando, potendo offrire tanto, rivediamo nei nuovi giovani gli stessi peccati commessi da noi in un tempo lontano.

Ci scopriamo passivi ma con un cuore pieno di energia che vuole volare lontano dal nostro corpo.

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