In un piccolo paese della
Lucania viveva un brav’uomo che aveva una piccola bottega dove lavorava come
fabbro. I guadagni bastavano soltanto per sopravvivere. Mastro Nicola, come
veniva chiamato, aveva tre figlie piccole e non voleva che crescessero nella
miseria. L’idea di un futuro misero non la sopportava più e decise di lasciare il
paese e cercare fortuna altrove.
Così, di buon mattino, dopo
aver salutato amici e parenti, caricò la famiglia e i suoi attrezzi nella sua utilitaria
e partì senza una meta precisa. Quel giorno pioveva. Non voleva sprecare soldi
per prendere l’autostrada, così si avventurò su strade secondarie in direzione
della costa. A mastro Nicola piacevano tanto le città di mare poiché presumeva
di poter trovare lì le migliori occasioni di lavoro.
Dopo alcune ore di guida, i
bambini davano segni di insofferenza in quanto avevano fame e la moglie,
Teresa, chiese al marito di fermarsi in modo da poter mangiare qualcosa senza
il sussulto dell’auto. Mastro Nicola scelse una piccola radura dove entrò con
l’auto e sfruttò lo spazio libero tra gli alberi per consentire ai bambini di sgranchirsi
un po’ le gambe e mangiare i panini preparati per l’occasione.
In quella zona abitava un
ricco signore che era molto conosciuto nel paese limitrofo. Viveva in una
abitazione lussuosa, circondata da alte mura e sorvegliata da molte telecamere.
La villa si trovava ai bordi della strada che non era molto frequentata, in
prossimità di una curva a gomito. A un centinaio di metri sostava la famiglia
di mastro Nicola.
Mentre la famigliola mangiava
si sentì un forte boato seguito da stridori di lamiere. Mastro Nicola depose il
suo panino nel borsone delle provviste e si incamminò verso il luogo da dove
proveniva il forte rumore.
Ad un certo punto, appena si
aprì la vista dopo la curva, vide due macchine ferme sulla strada; la prima di
traverso, la seconda inclinata su di un lato, appoggiata al muretto che faceva
da argine alla carreggiata. Fu chiaro che si trattava di un incidente stradale.
Quella sera il ricco signore
stava rincasando e la stanchezza accumulata durante la giornata di lavoro, non
gli consentiva una grande attenzione alla guida per cui arrivò in prossimità
della curva ad una velocità tale che gli fu impossibile mantenersi nella sua
corsia. Invadendo l’altra carreggiata, si trovò di fronte un altro
automobilista che procedeva (seppure lentamente) in senso opposto. Lo scontro
fu inevitabile. L’auto dell’ignaro viaggiatore di rigirò più volte sulla strada
mentre quella del ricco, si impennò dopo l'urto percorrendo un tratto sulla fiancata
sinistra dell’auto e finendo la corsa sul muretto ai margini della strada.
La scena che si presentò
agl’occhi dell’uomo fu terribile. Il ricco signore era sanguinante nella parte
bassa dell’auto inclinata mentre si lamentava. L’automobilista sembrava senza
vita appoggiato al finestrino aperto della sua auto. Mastro Nicola non perse
tempo. Chiamò subito i soccorsi. Aiutò il ricco signore ad uscire dall’auto e a
tamponare la sua ferita. Fortunatamente era in grado di muoversi, sebbene il
taglio sulla fronte gli aveva disegnato una maschera di sangue. L’altro
automobilista nel frattempo si era ripreso dallo svenimento e anche per lui non
ci furono gravi conseguenze. Per il timore che dalla curva giungessero altre
macchine, mastro Nicola incaricò la moglie a sorvegliare la strada e di agitare
il fazzoletto bianco qualora fossero sopraggiunti altri automobilisti. Dopo una
decina di minuti giunsero i soccorsi e l’uomo abbandonò il luogo
dell’incidente. I due coniugi, storditi dall’accaduto, finirono velocemente di
mangiare e ripresero il cammino.
Dopo aver visitato alcuni
paesi sulla costa Adriatica, il capofamiglia scelse un piccolo paese a Nord di
Bari come destinazione finale. Quel paese sconosciuto subito gli piacque perché
non era molto grande, né molto piccolo e i primi contatti con i residenti
furono abbastanza cordiali.
Si fermò davanti ad un’abitazione a piano terra e si rivolse ad una
signora tutta intenda a stendere i panni poco coltre l’ingresso di casa. Allora
si usava stendere un filo di ferro tra due chiodi fissati sul muro per
disporre di un utilissimo stendino.
“Buongiorno, buona donna.
Conosce qualcuno che vuole affittare casa?”
“Chi la manda?” chiese la
donna.
“Nessuno! Passavo di qui e ho
voluto chiedere.” Si giustificò l’uomo.
“Strana coincidenza, perché ho
un piccolo appartamento che intendo affittare.”
Il destino aveva un piano per
quella famiglia: si sarebbe dovuta stabilire proprio in quel paese. Le riserve
economiche non erano molto grandi per cui c’era la necessità di giungere ad una
veloce sistemazione e provvedere a ricercare di una occupazione che gli
consentisse un minimo di profitto.
L’abilità del fabbro mastro
Nicola era indiscutibile per cui in breve tempo fu conosciuto dai suoi vicini e
riuscì ad avere le prime commissioni di lavoro a domicilio.
Il suo lavoro progredì nel
miglior modo possibile e nel giro di un paio di mesi guadagnò abbastanza per
affittare una stanza accanto all’abitazione che la usò come bottega.
Un giorno gli giunse una
offerta di lavoro per rifare gli infissi e sostituire le porte in una
villa di periferia. Non volle perdere l’occasione di guadagnare e si recò di
persona dal proprietario della villa per discutere della proposta e preparare
un preventivo dei lavori.
Quando fu davanti al
committente, i due uomini si riconobbero in seguito all’incidente avvenuto
qualche anno prima. Il ricco signore fu felice di affidargli i lavori e al
momento del loro completamento, furono pagati con il doppio della cifra pattuita.
La maggiorazione fu giustificata come ulteriore gratificazione per l’abbraccio
ricevuto dopo la liberazione dalle lamiere dell’auto incidentata.