Due ragazze indiane sono state impiccate a un albero dopo essere state stuprate da un gruppo di uomini nei campi proprio dietro casa, e un ministro ha commentato che in fondo lo stupro "è un crimine relativo… a volte ci sta, a volte è sbagliato".È raccapricciante, e purtroppo non è un caso isolato. Io stessa ho subito un tentativo di violenza di fronte a un poliziotto che non ha mosso un dito. Ormai è evidente che le istituzioni hanno abbandonato le donne indiane. Ma sono convinta che abbiamo la possibilità di cambiare le cose.Il nuovo Primo Ministro indiano è stato eletto nella città santa di Varanasi con la promessa di farla prosperare grazie al turismo. Ecco perché vogliamo inondare proprio la sua città con milioni di richieste da tutto il mondo, costringendolo finalmente a entrare in azione per salvare le donne, se vuole salvare i suoi piani di rilancio del turismo.In India non è mai stata inondata una città di manifesti, almeno non nel modo che stiamo progettando. Ma quella a cui stiamo assistendo è una vera e propria emergenza nazionale e bisogna reagire con una determinazione senza precedenti. Firma subito, arriviamo a 2 milioni di persone per pretendere che Modi si attivi direttamente in difesa delle donne indiane:Avevano 14 e 15 anni. Quando sono scomparse, il padre di una di loro è andato dalla polizia e li ha pregati in ginocchio di fare qualcosa. Ma gli hanno riso in faccia e gli hanno detto di andarsene. In tutto il Paese, innumerevoli famiglie non solo devono subire l'orrore dello stupro, ma anche questa schifosa complicità della polizia. Una ondata di indignazione in tutto il mondo ha portato all'arresto di 5 uomini e al licenziamento di 2 poliziotti. Ma non ci può bastare: in India avviene uno stupro ogni 22 minuti, nel disinteresse di polizia, giudici e persino ministri!Prima delle elezioni, è nato un enorme movimento che ha imposto nel dibattito pubblico l'urgenza di un piano d'azione per fermare la violenza sulle donne. Assieme agli esperti abbiamo scritto un "Manifesto per le donne": un piano di riforme fondamentali per fermare l'epidemia di stupri, che include nuove leggi, maggiore vigilanza, supporto medico e psicologico, e, forse l'unica cosa che può eradicare il fenomeno, educazione pubblica. Tutti i partiti l'hanno sottoscritto. Tranne Modi che l'ha ignorato.
È paradossale, ma perfino i suoi consiglieri sono d'accordo con gran parte del piano. Ora dobbiamo fare in modo che anche lui si convinca a metterlo in pratica.Modi per ora non ha detto nulla sugli insulti scandalosi lanciati dal suo collega di partito, ma il Presidente indiano ha detto che questo nuovo governo "avrà una politica di tolleranza zero verso la violenza sulle donne". Serve un'enorme petizione per inondare di manifesti Varanasi, chiedendo che questa promessa si traduca al più presto in azioni concrete. Firma adesso:Vedere una foto così scioccante può paralizzarci per l'orrore, mentre abbiamo il dovere di usare questa rabbia per fare qualcosa. Tante mie connazionali stanno manifestando contro la cultura di omertà nei confronti degli stupri e per ottenere eguaglianza e sicurezza per tutti. Unitevi a noi, mettiamo fine a questa violenza!
Con speranza e determinazione,
Alaphia, con tutto il team di Avaaz
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
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martedì 10 giugno 2014
Lo stupro... a volte ci sta
lunedì 9 giugno 2014
L'utopia di Luca
Tratto dal racconto autobiografico
Sognare doveva essere un modo per Luca di
fuggire dalla fredda realtà.
Non aveva bisogno di avere sonno per
sognare, gli bastava un angolo solitario in cui rifugiarsi e lasciarsi trasportare
dalla sua immaginazione.
Ovviamente, la scena da cui decollava era
proiettata nel futuro, da dove si osservava come spettatore di un film.
La
trama del suo film che lo vedeva protagonista assoluto, era quasi sempre la
stessa.
Era condizionato dalla lettura del libro “Cuore”, per cui il bene
trionfava sempre sul male.
Genitori premurosi, brava gente ovunque,
comprensione e tenerezze si sentivano nell’aria come incenso in chiesa.
Una
spiritualizzazione del volersi bene era nel clima di vita dei suoi sogni.
I sogni ad occhi aperti erano i suoi
viaggi nel mondo che non esiste, dal quale con molta riluttanza si risvegliava.
Anche di notte sognava, però i contenuti erano diversi.
I sogni notturni Luca non
riusciva a controllarli completamente.
Partiva con le sue scene preferite, ma nel
seguito la trama prendeva altri percorsi.
Un giorno sognò di volare in un mondo
meraviglioso, abitato da gente dolcissima.
Serenità e calma accogliente erano
le sensazioni che lo investivano.
Nessuno di questi abitanti parlava, ma non
serviva farlo.
Una magia proveniente dal cuore gli suggeriva qualunque cosa a
lui riferita, appena avesse rivolto lo sguardo.
Tutti erano attenti al suo
pensiero e vogliosi di trasferire il loro bene dell’anima.
Luca, in questo sogno, si muoveva con una
disinvoltura incredibile.
Gli sembrava come se fosse ritornato in un luogo dove
avesse già passato tanto tempo.
Conosceva tutti e tutti riconoscevano lui.
Egli però, era consapevole che sarebbe
tornato nel suo mondo prima o poi, allora pensò di capire e memorizzare tutto ciò
che potesse successivamente essergli utile.
Volare nel mondo reale era una gran cosa!
Immediatamente, nel suo sogno ricostruì il
suo paese e volò tra gli edifici intorno alla sua casa.
Vedeva da lontano le
persone che egli conosceva ed era eccitato nel pensare di farsi vedere in
quello stato.
Immaginava di entrare nei loro pensieri e sentirsi rivalutato.
Luca voleva convincerli che un modo migliore poteva veramente esistere.
venerdì 6 giugno 2014
DANIL
La veste di una verità rivela
un’essenza che prende significato e consistenza dell’essere, comunque essa sia
derivata.
La mia verità è vestita di me ed è la regina nel mio mondo.
Raccontando di me, riporto la mia verità, unica e inappellabile,
poiché nessuno
potrebbe abitare in me.
Guardando in alto nel cielo e
perdendo il pensiero nell’infinito,
echeggia il battito del cuore che tutto
traduce a me stesso.
Lasciate che dimentichi di essere
tra voi
poiché la mia verità è sola dentro di me.
sabato 31 maggio 2014
Parlare in una lingua straniera
ETT: Amico mio, non credi di affannarti un
po’ troppo nel seguire quel tuo corso di inglese?
LUIGI: Probabilmente, questo è ciò che
appare all’attenzione di molti dei miei simili. Anzi, ti dirò di più.
Qualcuno è convinto che io abbia una fissazione per la lingua straniera.
Qualcuno è convinto che io abbia una fissazione per la lingua straniera.
ETT: Non è così?
LUIGI: Ett, ciò che mi muove si chiama
passione!
ETT: Ecco un’altra delle vostre stranezze.
Particolari attività a qualcuno procurano
fatica, ad altri generano piacere.
È una
contraddizione tipica di voi umani!
LUIGI: Questo tipo di contraddizione
permette agli esseri umani di non rincorrere le stesse cose.
Siamo oltre sette
miliardi, immagina che cosa succederebbe se tutti inseguissero le stesse cose!
Oltretutto,
la passione è il miglior generatore di energia fra gli individui che tendono alla stagnazione o che si ritrovano a
ripetere sempre le stesse azioni.
ETT: Infatti, io sono ancora in riflessione
per cercare spiegazioni ai tuoi modi di fare proiettati nel seguire il corso di
inglese.
Dimmi che cosa ti spinge ad imparare una
lingua che non userai mai se non per capire qualche testo di canzone oppure per
far bella figura con i tuoi ragazzi di scuola?
LUIGI: Evidentemente c’è molto di più di
quanto si potrebbe rilevare attraverso una osservazione superficiale o
quantomeno esterna alla psicologia dell’appassionato.
ETT: Sono pronto ad ascoltare le tue
motivazioni.
LUIGI: Intanto, devo precisarti che per i nuovi docenti, conoscere una lingua straniera è già una necessità didattica, ma a presindere da questa motivazione, personalmente credo che si aggiunge qualcosa di speciale al carattere professionale di un professore. Nel mio caso, sotto forma di passione si maschera una voglia di sentirsi diverso.
Pertanto, in relazione a ciò che la passione produce, un noto proverbio umano recita:
“Chi sa dove andare anche le montagne si spostano per fargli strada”.
Pertanto, in relazione a ciò che la passione produce, un noto proverbio umano recita:
“Chi sa dove andare anche le montagne si spostano per fargli strada”.
La passione è un cavallo furioso che sa
dove andare e mentre galoppa, la convinzione sulla necessità di raggiungere la
meta aumenta al crescere della velocità della corsa stessa.
In questo contesto, la fatica è solo un intermezzo al piacere della prospettiva che attende.
In questo contesto, la fatica è solo un intermezzo al piacere della prospettiva che attende.
La passione nasce per un voler bene a se
stessi e si giustifica nel colmare
un’assenza o nel riempire un vuoto insostenibile.
Si tratta di inseguire qualcosa di cui non
si ha a sufficienza ma che è indispensabile a soddisfare un bisogno psicologico
irrinunciabile.
ETT: Allora, nel tuo caso quale sarebbe
questo bisogno?
LUIGI: Parlare usando un’altra lingua è
anche un modo di uscire dal proprio mondo e, in un certo senso, è avere la
possibilità di giocare con la propria esistenza.
ETT: Mi pare di capire che il tuo mondo
“italiano” non ti piace?
LUIGI: Inconsapevolmente, forse è così!
Parlando nel mio linguaggio nativo, credo che emerga nel mio animo un senso di incompletezza, di grigia consuetudine; ho la sensazione di vivere un habitat limitato in cui tutto è stato già deciso senza tener conto della mia volontà.
Parlando nel mio linguaggio nativo, credo che emerga nel mio animo un senso di incompletezza, di grigia consuetudine; ho la sensazione di vivere un habitat limitato in cui tutto è stato già deciso senza tener conto della mia volontà.
In questo
mondo non scelto da me, verso tutto ciò che non mi piace, racchiudendo
dispiaceri, incomprensioni, cattiverie, qualsiasi altra cosa non confacente ad un animo buono.
Uscendo, quindi, da questo contesto, lascio
anche ciò che mi ha fatto soffrire, mentre allo stesso modo, entro in un altro;
buffo, misterioso, da vivere con lo spirito della consapevolezza e della
scoperta.
L’autodeterminazione, la razionalità, il
cambiamento, la rinascita, sono i sentimenti che si muovono nel mio immaginario,
verso il quale la lingua nuova crea la premessa di una fuga emotiva.
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