domenica 16 marzo 2014

L'eredità




Un padre sul letto di morte chiama a sé i suoi due figli gemelli per renderli consapevoli di aver redatto il testamento nel pieno delle sue facoltà mentali.

I due ragazzi, essendo stati affidati a due famiglie diverse, avevano maturato due stili di vita diversi, sostenuti da due filosofie educative opposte. 

Il primo, Antonio, era ormai un uomo semplice e generoso; spesso non curava i propri interessi per aiutare gli altri. La sua riservatezza era spesso confusa come timidezza e incapacità di affrontare la vita a muso duro. 

Antonio amava leggere ed era facile trovarlo solitario ammirando tramonti o osservando piante e animali liberi in natura.

Paolo, invece, appariva agli occhi dei più, vivace, intraprendente e sempre al centro di ogni evento che lo riguardava. La vita agiata che gli era stata permessa era responsabile dei convincimenti per cui studiare era inutile e arrivare primi, anche a discapito di altri, era fondamentale per dar senso alla vita.

Per via di questi due caratteri così diversi, i due fratelli si vedevano raramente.

Alla morte del padre si ritrovarono dal notaio per la lettura del testamento.

Con somma meraviglia dei testimoni che assistettero alla lettura del testamento, si seppe che il padre avesse lasciato ogni suo avere al figlio Paolo, mentre ad Antonio lasciò soltanto una lettera scritta di suo pugno in cui si leggeva:

“Caro figlio mio, ho dovuto lasciare tutto ad Paolo perché la sua famiglia adottiva verrà con me in cielo. Presto, la sua vita avrà una svolta e allora potrà contare soltanto sul patrimonio che io lascio.

Tu, Antonio, sei stato fortunato hai una famiglia che stravede per te; hai una saggezza che vale mille volte ciò che ho lasciato ad Paolo. Inoltre il tuo cuore è d’oro. 

Non diventerai mai ricco perché il tuo pensiero non volge a far profitti e non perdi occasione per dividere quel poco che hai con gli altri. 

Io andrò in paradiso sapendo di raccontare tutto questo al Signore e nasconderò la lacrima se mi chiederà di Paolo”. 

martedì 11 marzo 2014

Test della passione


Si racconta di un dirigente d'azienda testardamente convinto che tutti dovessero avere pari opportunità per assumere precisi ruoli e funzioni.

Passò notti insonni per ricercare un criterio che stabilisse in mondo oggettivo quale fosse il miglior concorrente adatto ad una specifica funzione.

Scoprì un test universale perfetto! 


IL RUSULTATO DEL TEST ERA LA MISURA DELLA PASSIONE CON CUI SI PORTAVA A TERMINE UN COMPITO ASSEGNATO.




 
 

domenica 9 marzo 2014

il poeta


Coglier l'ombra che al viso tuo si erge,
è lesinar ragione al muto apparir.

Or son dolce or son duro,
dosar virtù m'alterno.

Ma se il fiato tuo
al mio s'accosta,
l'anima nuda vedrai. 

Vestir d'immagine non incanta.

Depositare magia è l'arte sua.

Udir dovrai per altre vie.

Brividi e battiti ne fa un gran uso,
che l'emozionar è norma.

Verbo non serve
fin che al cor tuo 
l'amor stringe.

sabato 8 marzo 2014

Disegnar donna

 


Carichi pensieri sono nuvole che scorrono nel cielo procelloso.
A lor rimirar fanno incanto all'esser vivo.

Fugaci immagini disegnano speranze.

Malcerte paure stringono la mente verso grigie direzioni. 

Posare riguardo a sì tal suggelli, non s'addice
e allor tosto cancello la gretta figura.

Delle palpebre faccio sipario
e chiudo dentro me stesso.

Rinvigorir di sipirito, m'attendo.

Lontando dal mondo che tocco,
sollevo l'anima al viso di donna.

Son uomo e m'allieto.

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