martedì 28 maggio 2013

Test di laboratorio per il Virus dell'amore

Brano tratto dal "Il mondo meraviglioso dell'anima" - edito Zedda

Marco era un giovane che manifestava strani sintomi. 

Aveva paura di rivolgersi dal suo dottore, poiché non potendo essere del tutto sincero nel fornire i dettagli del suo malessere, avrebbe potuto indurre il medico a prescrivere farmaci inopportuni.

I suoi genitori notando un continuo essere abulico, schivo, taciturno e triste, pensarono a un malessere interno del proprio figlio.

Tentarono di parlarne, ma Marco assicurò tutta la famiglia che nessun problema lo torturava.

I genitori non si arresero e convinsero il figlio a sottoporsi a normali esami clinici di laboratorio.

Tra le analisi necessarie, i genitori chiesero al medico di inserire i test rivelatori d’uso di droghe. 

L’amicizia del padre di Marco con il responsabile del laboratorio di analisi, rese possibile che questo tipo di indagine rimanesse oscurata al giovane ragazzo.

L’apprensione dei genitori per l’esito degli esami insospettì Marco, per cui giocando d’anticipo, si recò dal laboratorio e facendo valere la sua data di nascita, come chiara indicazione di persona adulta e responsabile di se stesso, ritirò gli esiti dei test.

Ovviamente erano tutti negativi, ma per non deludere le aspettative dei suoi genitori, con grande arte trasformò alcuni esiti in positivo.

Trasformandosi in attore consumato e assicurandosi che la busta contenente gli esiti fosse ben chiusa, depositò il plico sul tavolo del salotto di casa e uscì.

Era il tardo pomeriggio e solitamente i suoi genitori rientravano alla sera. 

Forse quel giorno suo padre sarebbe passato dal laboratorio per ritirare gli esiti, prima di rincasare.

Per dar tempo e modo di costruire castelli in aria e far sfrenare la fantasia dei suoi genitori, Marco pensò di andare al cinema, così, ritirandosi un po’ più tardi del solito, avrebbe avvalorato la fantasiosa trama del figlio drogato che brancola per posti diffamanti nella notte.

Il rientro dei genitori di Marco, a dir poco, fu tragico!

La lettura degli esiti dei test fece saltare sulla sedia suo padre, il quale per aver senso del grado di gravità della situazione, volle subito telefonare in privato al suo amico analista.

La situazione divenne surreale quando l’analista cascò dalle nuvole, assicurandogli che avendo effettuato di persona gli esami egli era certo dei risultati esattamente opposti a quelli riferiti dal padre di Marco.

La lunga amicizia con l’analista consentì al padre di ottenere subito le prove certe della manomissione dei referti.

Il padre si precipitò nella stanza del figlio per trovar traccia di qualcosa che potesse confermare o smentire il suo pensiero.

In un cassetto, accuratamente preparata, trovò una lettera; ecco il contenuto:

“Cari genitori, a malincuore e con modi ingannevoli, io sono riuscito a rompere la vostra indifferenza.

Mi dispiace per il cattivo scherzo che ho preparato.

Volevo solo un po’ di vera attenzione, non quella che generosamente mi offrite mentre fate altro o mentre vi preoccupate del vostro lavoro, oppure, quando mi ascoltate con gli occhi all’orologio, al giornale, alla televisione.

Io ho solo voi come riferimento per risolvere i miei problemi.

È vero, non mi fate mancare niente!

Ho soldi in tasca, indosso bei vestiti, posso contare su raccomandazioni quando servono.

Chissà quanta gente vorrebbe stare al posto mio.

Nonostante tutto, mi sento tradito da qualcosa che non mi spiego.

Sento di essere stanco, solo, svuotato di stimoli. Vorrei impegnarmi in un progetto ed essere seguito, sostenuto, incitato da voi.

No! Non dovete sostituirmi con voi stessi, nemmeno affermare la vostra capacità, bravura, influenza, con la motivazione di voler il meglio per me.

Voglio il padre che non perde tempo con me.

Voglio una mamma che non guarda a ciò che mi manca, ma che guarda nel mio cuore, che si accorga se mi sono innamorato di una ragazza o se ho fatto qualche brutta di figura con un amico.

Voglio una famiglia come quella di Antonio, che mi dice di aver fame a mezzogiorno, ma non può mangiare prima che tutta la sua famiglia sia seduta attorno al tavolo.

Ho modificato i risultati dei test cambiando solo un aggettivo.

Papà, se avessi avuto coraggio e confidenza con l’analista gli avrei chiesto di esaminare lo stato della mia anima, un test sulla qualità dell’amore in circolo nella mia anima.

Non so se conosce le metodiche adatte allo scopo, ma sicuramente, non potrà dirti nulla di me, se gli chiedi i valori della glicemia, azotemia, colesterolo, THC.

Grazie a voi, le medicine per il corpo, possiamo comprarle, sono sempre disponibili e pronte in farmacia.

Le medicine per l’anima, non bastano tutti i soldi della terra per comprarle, eppure si trovano molto vicine.

Sono dentro di voi!”.

lunedì 27 maggio 2013

La mia casa



Attendo il calar del sole per entrare dentro di me.

Abbandono la ragion pratica e mi apro all'inutile.

Odo suoni che nessun orecchio ammette.

S'alzano sipari dove folletti son piaceri,
 dove dell'impossibile mi faccio beffa.

Son solo ma non triste.

La mia anima muove confini,
attraversa muri e sorpassa credenze.

Nella mia casa abitano emozioni.

Voi non potete entrarci.

domenica 26 maggio 2013

Il dubbio di ETT





ETT: Colgo l’occasione per sciogliermi un dubbio.
Osservando la specie umana, noto, con viva curiosità, una certa tendenza di molti umani a emergere rispetto alla massa. 

Insomma, io ho l’impressione che facciate a gara per prevalere tra di voi nel rincorrere riconoscimenti e raggiungere ciò che voi chiamate “fama”.

LUIGI: Io aggiungerei ricchezza e gloria!

ETT: La difficoltà di trovare una spiegazione a questo fenomeno, si trasforma in mistero se penso che la vostra vita dura, se va bene, cento anni e del dopo non sapete nulla. 

Inoltre, per centrare questo obiettivo, conducete una vita frenetica fino al punto da consumarla tra mille sacrifici.

Ho notato che molti di voi si rovinano la vita per diventare ricchi e utilizzano il denaro accumulato per comprare medicine.

Il tuo amico Antonio è un esempio di questi strani individui.

Come ben sai, egli ha lavorato per un lungo periodo della sua vita senza risparmiarsi con l’intento di diventare ricco e permettersi qualsiasi bene di lusso, dalle auto alle barche, passando per le belle donne.

Il risultato che ha ottenuto è stato l’infarto cardiaco e il litigio dei suoi eredi. 

A nulla è servita la ricchezza nel momento di salvare la sua vita compromessa da uno stile cieco quanto stupido.

LUIGI: Hai ragione, ETT!
Noi umani, pur di inseguire chimere che plagiano la nostra traballante autostima, diventiamo autodistruttivi.

Spesso, agiamo come automatismi privi si consapevolezza poiché immaginiamo scenari frutto di sortilegi, nati da limiti non accettati e da presunte capacità inesprimibili.

Ognuno di noi inconsapevolmente non accetta di essere un’insignificante parte di qualcosa d’immenso e ha paura dover ammettere di nascere e morire come il passaggio di meteore; 
non vuole essere dimenticato; vuole lascare la prova del suo passaggio tra i vivi di questo pianeta.

Capita ad alcuni che, sfiorando la morte, capiscano il significato vero del vivere; 
capiscano il valore del presente e il piacere di sottendere con il sentimento a qualsiasi atto di vita.

Presente e futuro, per noi umani, non esistono.

Questi sono trappole in cui molti cadono. 

Concentrandoci nel passato e nel futuro, ci sfugge il presente e ci ritroviamo vecchi e inutili quando ormai il corpo bussa alla mente per chiederle la resa.

sabato 25 maggio 2013

Il ritorno di Ett


 
LUIGI: Ett, ci sei?

ETT: Sono sempre con te! Avanti, che cosa vuoi dirmi.

LUIGI: Sono felice!

ETT: Mi fa piacere che ciò ti possa capitare spesso.
Che cosa ti fa apparire il sole nel tuo animo?

LUIGI: Ho vissuto la mia prima esperienza di “scrittore all’opera”.
Ho presentato pubblicamente il mio libro.

ETT: “Il mondo illusorio”?

LUIGI: Sì, è stato fantastico!

ETT: Modera il tuo entusiasmo e raccontami gli aspetti salienti della presentazione.

LUIGI: Ho parlato della virtualità del nostro mondo; della logica a livelli dei sistemi e delle spettacolari speculazioni fantastiche a cui le teorie di Bohm e Pribram si prestano.

ETT: Lascia perdere i tuoi scienziati, dimmi invece quali sono le tue convinzioni.

LUIGI: Sarebbe troppo lungo raccontarti tutto! 
In qualità di extraterrestre dotato di poteri speciali, dovresti aver sentito tutto e colto le mie proiezioni logiche.

ETT: Infatti, Io conosco bene le leggi del mio mondo, ma non posso interpretare le tue. La mia visita su questo pianeta ha l’obiettivo di creare un’interfaccia tra i due mondi. 

I tuoi strumenti, sia fisici e sia logici, sono completamente incompatibili con i miei e questo ci costringe, purtroppo, a supporre di intenderci.

Non mi dispiacerebbe ascoltare le tue teorie in merito.

LUIGI: La mia teoria si basa sull’osservazione della nostra biologia e sui modelli logici che noi umani siamo abituati a usare.

ETT: Forse, anche contaminati dai tuoi tecnicismi?

LUIGI: Certamente! 
Il problema più grave per noi umani è rappresentato dall’incapacità di comunicare. 

Siamo sistemi autonomi, separati e assurdamente dipendenti l’uno dall’altro.

Abbiamo bisogno di interagire per star bene; abbiamo bisogno di essere guardati, ascoltati e compresi. 

Utilizziamo una forma di passivismo assunto per diritto. 

Il bisogno di essere “sentiti” dal nostro simile è tanto forte quanto debole è la capacità di “sentire”.

La colpa non è tutta nostra, ma di quei maledetti e approssimati organi sensoriali.

ETT: Forse, ti comprendo.

LUIGI: Quando due umani parlano, entrambi presumono di farlo in tempo reale – real-time, dicono gli inglesi – In realtà, tutto avviene in differita e con una strumentazione molto condizionante e soggettiva.  

Nel nostro mondo qualsiasi dispositivo fisico ha un tempo di latenza, un grado di memoria, un tempo d’invecchiamento, in definitiva, una fascia di operatività molto precaria, legata alla qualità dei suoi parametri.

L’uomo non può prescindere dalla sua fisicità e anche la sua logica è una diretta conseguenza.

Nel colloquio, supposto reale, intervengono un’infinità di sottosistemi fisici/biologici che, interagendo nell’ordine dei livelli a cui appartengo, rendono possibile lo scambio informativo.

Ogni sottosistema, ignaro del significato di ciò gestisce, risponde con le proprie funzioni nell’offrire i propri servizi ai sistemi intelligenti di livello superiore e utilizza i servizi propedeutici forniti dai livelli inferiori. 

Il merito della comunicazione è riservato al mondo delle idee, come risultato finale prodotto dal complesso “uomo” fisico-biologico.

Lungo la catena dei sottosistemi, tutto deve funzionare secondo una logica compatibile affinché il mondo delle presunzioni abbia coerenza.

ETT: Apri una porta molto pericolosa per la stabilità psicologica degli umani.

LUIGI: Temo che oltre quella porta ci sia la solitudine cosmica e la necessità di una ragione: scienza, filosofia, fantasia o fede religiosa come voglia dirsi.         

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