martedì 9 aprile 2013

Seducente bellezza


opera di Silla Campanini

Suonano campane al desiderio incauto.

Bellezza stringe all'apparir  saggio.

Freme l'impulso al consumar vita.

Ammirar non desisto a tal beltà,
che al cor fragile ispira.

Disegnar di donna,
a te pittrice nulla costa.

Grandi ponti, il Creator pose.

Occhi rapiti avvincono l'anima per sentieri remoti.
Evocano sogni ancor lontani.

Attonito, abbandono sì dura pietra 
e riprendo i miei sogni. 

lunedì 8 aprile 2013

Omaggio a Don Tonino


Una qualità dell’anima genuina si rileva dall’entusiasmo con il quale l’idea spunta dalle sue parole. 

Corpo e anima fanno parte dello stesso sistema d’essere e la capacità dell’uomo di coinvolgere entrambe nelle manifestazioni di dolore o di gioia, al fine di condividere un ideale, testimonia una grandissima fede e una genuinità caratteriale eccezionale.

Le parole di don Tonino Bello, smuovono anche i sassi, se questi appesantissero i cuori degli sfiduciati.

La carica che il suo tono di voce trasmette è incredibilmente umana; sgretola ogni resistenza all’indifferenza e apre speranze come luce in un’alba radiosa.

Provare a imitare il grande vescovo, è il modo migliore per entrare nel suo mondo e scoprire, in ultima essenza, il suo messaggio. 

Io sono convinto che consumare la vita sperimentando continuamente le vibrazioni del cuore sia la scelta più gratificante possibile e anche la più coraggiosa.

Essere gioiosi e disponibili verso chi confina con il nostro esistere è una virtù che nasce e si espanda soltanto nella pratica d’amore.

Eventi occasionali ci offrono spesso parvenze e sensazioni transitorie simili al grande sentimento; queste, purtroppo, sono subito fagocitate dalle paure che inevitabilmente ci chiudono nell’egoismo e in quell’atteggiamento di falsa auto protezione.

Don Tonino, con la sua testimonianza, ci invita a spendere quel credito d’amore donatoci con la nascita, valorizzandolo nell’unico luogo dove possiamo farlo.   
  

sabato 6 aprile 2013

Spirito acceso


dipinto di Silla Campanini

Sin quando la vista continuerà a giudicare,
cuor mio dovrai combattere.

Le rosse fiamme avvolgono coni d'ombre.
Sbuffi d'aria sono sospiri nella tregua.

Passerà del tempo prima che la fredda cenere si posi sui resti anneriti.

Consumo il mio tempo tra pretese riscaldate dall'entusiasmo cieco.

Nel mentre, indugio nella dolcezza.

Attraverso ponti che legano anime.

Assaporo i frutti della vita.

Busso al cuore per far eco all'esistere.



venerdì 5 aprile 2013

Ricordi d'infanzia

 
 
Assente a me stesso, vago per i sogni.
Celebrare l'ingenuità del tempo
è un piacer immenso.
Ascolto il vento.
Fisso lo sguardo laddove nulla vedo.

Danzano i pensieri.
Raccontano emozioni.
Oggi sono ricordi,
allora erano speranze.
Sospinta dalla nostalgia, 
una lacrima fugge.
Trattenerla mi duole.
Solitario, rivolgo la vista al sole.
Cieco all'esser bambino,
dimentico il tempo.
Assaporo il sentir tenero e leggero.
Ricordar m'è dolce del camminar in punta di piedi per non toglier spazio.
Che dire dello scarso cibo che la magra figura ostentava!
Non c'era penuria alcuna,
tal era abbondante la gioia di vivere.

Venne l'ora d'apparir adulto.
Salivo tra le stelle per cancellare i pensieri.
Fu invano, anche l'ubbidir alla legge dell'uomo.
Continuavo ad essere sognatore.
Quella lacrima, or ferma sulla pelle sempre meno piana, 
attende la carezza del vento 
per risvegliare
un così ostinato romantico.

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