sabato 2 marzo 2013

Il potere


 
Il potere, nel comune pensare, si connota di un significato intrinseco riconoscibile come senso di sopraffazione.
Esercitare il potere si concilia poco con l’autorevolezza spirituale dell’uomo.
Idealmente con la parola “potere” rincorriamo l’idea del “tutto possibile”.
Manifestare forza è un modo di esorcizzare l’intima paura discendente dalla consapevolezza dei limiti umani.
Nell'ultimo secolo l'essenza del potere umano si è svelata con un significato del tutto particolare: malvagità.
La Rivoluzione Francese ha insegnato che il potere sia in sé malvagio.
Oggi, ci s’illude pensando che il potere non proviene né da Dio né dalla natura, ma piuttosto da un patto che gli uomini stipulano tra loro.
Il detto “Dio è morto” è l'altra enunciazione per “il potere è in sé malvagio”.
Allora, che cosa dovrebbe ancora temere l'uomo, se Dio è morto e il lupo non è altro che uno spauracchio per bambini?
L’anima dovrebbe vagare nell’oscurità della mente ed essere mossa da un vento interiore senza meta, senza punti fermi.
Se, però, Dio fosse potere infinito e fosse vivo, la malvagità sarebbe soltanto l’ombra della forza d’Amore, lo spazio adimensionale non ancora colonizzato.
Non è un caso che grandi uomini d’Amore rifuggono il potere e non lo biasimano; lo considerano come una presenza trasparente nella realtà dell’uomo.

venerdì 1 marzo 2013

Ultimi giorni per fermare il massacro degli elefanti




In Africa è in atto un massacro di elefanti senza precedenti per produrre statuette e ciondoli per il mercato asiatico. La Thailandia, che è al centro di questo sanguinoso traffico, ha però recentemente annunciato di considerare la messa al bando di tale commercio una volta per tutte. Unitevi a me e portiamo la forza di una mobilitazione dal basso in Thailandia, per mettere fine al bagno di sangue:
In Africa è in atto un massacro di elefanti senza precedenti per mano dei bracconieri che staccano loro le zanne con motoseghe per produrre oggetti di lusso, statuette e ciondoli destinati al mercato asiatico. In questi giorni, però, la Thailandia ospiterà un importante vertice globale sul traffico illegale delle specie in via di estinzione, dandoci così la rara opportunità di fermare questo assurdo massacro.

La Thailandia rappresenta il più vasto mercato non regolamentato d'avorio ed è uno dei principali registi del traffico illegale a livello mondiale. Già da anni ha questo triste primato, ma finora ha fatto ben poco per liberarsene. Ora, però, il primo ministro thailandese Yingluck Shinawatra ha annunciato di aver preso in considerazione la possibilità di un bando totale sull'avorio. Proprio per questo abbiamo lanciato una petizione globale sul sito di Avaaz: per dare a questa campagna l'ultima spinta necessaria per vincere.

Questa è la migliore occasione che abbiamo mai avuto per ottenere un'importante vittoria a favore degli elefanti africani. Abbiamo solo bisogno di aggiungerci la forza di una mobilitazione dal basso.

E' terribile sentire oggi gli ambientalisti usare l'espressione "follia omicida" per descrivere i numeri relativi al bracconaggio degli elefanti: sono infatti i peggiori dell'ultimo ventennio. Sfruttando scappatoie legali che permettono la vendita di avorio degli elefanti domestici della Thailandia, i criminali contrabbandano avorio giunto illegalmente dall'Africa, per poi farla franca rivendendolo sul mercato legale.

E' però in atto una forte pressione sulla Thailandia perché agisca prima che a Bangkok cominci il vertice di 10 giorni dell'ONU sulle specie in via d'estinzione. E' arrivato per noi il momento di agire per fermare il commercio d'avorio thailandese e innescare così un effetto domino in Asia, spingendo allo stesso modo altri paesi ad affrontare il problema del traffico illegale di avorio.

In diverse culture nel mondo, nel corso della nostra storia, gli elefanti sono stati venerati dalle religioni e sono stati al centro dell'immaginario popolare: Babar, Dumbo, Ganesh, Airavata, Erawan. E' una vera tragedia il fatto che oggi queste magnifiche e intelligentissime creature vengano decimate, ma ora possiamo aggiustare le cose.

Con speranza e determinazione,

Leonardo DiCaprio e il team di Avaaz.

giovedì 28 febbraio 2013

Un eroe discreto


 
Un lustrascarpe ha donato 200mila dollari, 154mila euro, a un ospedale pediatrico. Albert Lexie, che non ha voluto dichiarare la sua età, lavora da oltre trent'anni come ciabattino guadagnando circa 5 dollari alla volta con un margine di mancia che non ha mai superato i 2 dollari. In tutto questo tempo ha messo da parte una cospicua somma che ha deciso di devolvere in beneficenza all'ospedale pediatrico di Pittsburgh in Pennsylvania

 

Agire o Attendere?




Se esiste una legge che dovremmo eleggere ad assioma, è quella che assegna all’agire la priorità più alta tra le decisioni da assumere nelle attività concorrenti e alternative.

Arrovellarci nel giudicare opportuno se agire o rimaner fermi, non prendere decisioni, è una situazione molto ricorrente nella quotidianità.

Ovviamente, non far nulla ci evita di assumere rischi ma cancella l’opportunità presente e tutte quelle che da questa potrebbero innescarsi.

Positive o negative che siano le conseguenze, agendo è sempre una richiesta che facciamo alla vita e dalla quale attendiamo il responso.

Tra gli effetti secondari prodotti dall’agire, rileviamo almeno un paio di fattori da considerare.

Il primo, abbastanza funzionale, ci impedisce di perdere tempo nel recriminare o a criticare gli altri.

Il secondo, molto più nobile, consiste nella possibilità di arricchire l’archivio storico degli eventi sperimentanti. 

Si diventa più esperti nell’arte più antica e fondamentale: la vita.

Secondo il mio modesto parere, il premio Nobel non si dovrebbe assegnare soltanto a coloro che compiono atti o ricerche di grande valore per l’umanità, ma anche a coloro che dimostrano di avere profuso una grande densità di sforzi per coprire tutte le aree dell’interesse umano. 

In altre parole, si dovrebbero prendere in considerazione anche chi ha fallito più di altri per giungere a un obiettivo. 

Queste persone “attive” conoscono, oltre alla strada del successo, mille e più altre strade che portano al fallimento.

Per me, sarebbe molto più semplice e sicuro, chiedere consiglio a chi ha fallito un’infinità di tentativi, percorrendo strade alternative, anziché rivolgermi a chi ha conosciuto quell’unica strada per giungere al successo.

Chi agisce rende importante la sua storia e lo fa nella misura in cui il suo passato è stato vivo.
Jean-Paul Sartre, nella sua opera, “L’Essere e il Nulla" affermava:
Io solo posso decidere in ogni momento "dell'importanza" del mio passato: non discutendo, deliberando e apprezzando il tale o il tal altro avvenimento precedente, ma pro-iettandomi verso i miei scopi, io salvo così il passato con me e decido con l'azione il suo significato”.

Non avete scampo, se non agite, buttate via la vostra vita perché attendete soltanto di invecchiare.

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