Una bambina, spettatrice silenziosa di un film interpretato dai suoi genitori, conduceva una vita solitaria nell’anima.
La lunga attesa di una carezza o di una piccola attenzione alla sua persona, le aveva indotto una specie di mesta rassegnazione unita all’accettazione di una colpa difficile da comprendere alla sua tardiva intelligenza.
Le tenerezze che giungono da un cuore che ama, sono sempre accompagnate da duraturi sorrisi e sguardi incantati.
Questa esperienza era completamente ignota alla piccola Serena, che però, aveva sperimentato come attraverso l’ubbidienza o un concedersi senza convinzione, si riusciva a conquistare sorrisi di compiacimento.
Queste apparenti gratificazioni le servivano come surrogati di quei piaceri che ella avrebbe voluto provare come riflesso di un atto d’amore ancora da sperimentare.
La strana situazione che si componeva mentre la bambina diventava donna, contribuì a definire un’architettura dell’anima illeggibile e difficile da modellare con gli eventi della vita.
Un giorno ricevette un oggetto avvolto in due strati di carta: quello della formalità e quello dello sfruttamento.
Serena non era capace di notare i due strati di carta, apprezzò invece, l’oggetto come un dono speciale alla sua persona.
Conservò e curò per molto tempo l’oggetto, sperando un giorno di poter comprendere il suo reale valore.
La sua vita cominciò a cambiare. Iniziò a combattere le prime battaglie. Si vedeva negli occhi dei suoi amici e conoscenti.
Riusciva persino a modulare la sua voce con un sottofondo di importanza e convinzione delle proprie possibilità.
La sua forza interiore si accrebbe tenendo sempre in primo piano l’importante dono che aveva ricevuto e del quale si vantava come una delle pochissime persone a cui la fortuna aveva concesso di possederlo.
Serena stava conquistando la sua consapevolezza e l’autorità di esistere quando il destino gli impose di aprire il pacco dono per scoprire che non conteneva nulla.
Ella capì che le avevano dato in custodia qualcosa senza valore per il mondo materiale, ma che si era rivelato così preziosa da dare un senso alla sua vita.
Quella scatola vuota portava in sé qualcosa che nemmeno i suoi genitori erano riusciti donarle.
Serena, ora, cammina per il mondo sapendo che il valore degli oggetti non si prova toccandoli ma sentendoli con il cuore.
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimi il tuo pensiero