sabato 2 giugno 2012

La geografia della cultura

 
Capita che svegliandosi con tanto ottimismo e con la consapevolezza di vivere una bella giornata, ti renda conto che il disegno del corso della vita deve forzatamente essere sorprendente.

La sorpresa è capace di entusiasmarti o di avvilirti, ma nel caso di cui vi sto raccontando, scalfisce anche la speranza di intravedere un futuro migliore.

Non è facile per un docente, ormai da molto tempo nella scuola e appassionato della cultura nella sua totalità, leggere e accettare quanto segue:
Mentre si festeggia la repubblica, i vertici politici annichiliscono le più grandi menti della cultura meridionale cancellandoli dai programmi ministeriali”.
Il mio spirito critico subisce una battuta d’arresto, esattamente come se avessi l’impressione di vuoto razionale. Ho bisogno del tempo per ricomporre dei pensieri, ripartendo da quelli più elementari.
Rifiutando l’idea che i nostri politici siano impazziti, cerco la motivazione in uno sfortunato approccio nel disciplinare la crescente mole di informazioni con cui i libri di storia devono fare i conti.
La cultura, per definizione, è l’insieme della tradizione e del sapere scientifico, letterario e artistico di un popolo o dell'umanità intera che, per mantenere memoria alle future generazioni, ha bisogno di essere registrato, catalogato, strutturato in un ordine cronologico interlacciato con tutti gli aspetti della psicologia dell’uomo.  La narrazione sistematica e la conseguente interpretazione critica, viene sancita come storia.
A tutti coloro che sentono il bisogno di conoscere il proprio passato, l’origine e la vita dei propri antenati, le idee dei pensatori, filosofi, poeti, artisti e ogni illustre personalità, si apre il libro della storia. 

La storia, quindi, è fatta di eventi. 

I protagonisti sono tutti gli uomini, ognuno indipendentemente dal livello occupato sulla scala gerarchia della società, ha contribuito, spesso con enormi sacrifici, ad arricchire o favorire con idee creative, il sapere universale e far muovere l’evoluzione dell’umanità.

Tenuto conto di ciò, il libro della storia non può contenere fatti e personaggi che curano l’immagine o gli interessi di alcuni a dispetto di altri. Esso non può raccontare di episodi buoni in contrapposizione a quelli cattivi. 

Esso non deve vestire i contenuti con allusioni che inducano giudizi di parte. 

Soprattutto, non può attribuire qualità e valori condizionati dal sesso, dalla razza, dal credo religioso, dall’area geografica di appartenenza, dalle risorse ambientali disponibili, e in generale, la storia non può fare discriminazione di idee e di sentimenti.

Chi manipola il sapere selezionando le informazioni e suggerendo la loro interpretazione, oscura la mente dei giovani; commette un crimine contro l’umanità, poiché non attenta soltanto alla qualità delle sue conoscenze, ma va oltre, gli si priva della libertà di pensare, di formulare un pensiero frutto della propria creatività. Quest’ultima qualità, tipica per l’essere umano, è motivo della nostra esistenza.

Per fortuna che anche in questo campo esistono gli anticorpi che distruggono mali non di natura biologica.

Un esempio reale ci viene fornito da una materana emigrata in Germania, promotrice di innumerevoli iniziative atte a scardinare il clima di complicità, malefiche connivenze e tutto ciò che offende l’amore e il sapere.

Si chiama Nicoletta Montesano Recthien, instancabile e combattiva giornalista, che si alimenta non di carne o pane, ma di gratificazioni ricavate nel veder felici coloro di cui si prende a cuore.

Non sono ministri o danarosi amici che fanno leva sulla vanità delle ricchezze materiali, ma semplicemente gente comune.

Un certo tipo di persone che parlano con il cuore e vedono nel prossimo un barlume di speranza per migliorarsi.

Per Lei, come per molte altre brave persone, un terremoto crea danni allo stesso modo, sia se colpisce il sud o il nord d’Italia, sia se questo crea disperazione a un operaio o a un imprenditore, sia se succede sotto casa, sia a migliaia di chilometri di distanza.


Grazie a persone che operano generosamente, senza le luci della ribalta, senza i titoli accademici altisonanti e senza mirare a profitti reconditi, siamo garantiti che il mondo PUO' e DEVE migliorarsi.

Nicoletta Montesano Recthien dà il senso alla SOLIDARIETA' SENZA CONFINI.



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