Il 12 marzo 2012, leggevo:
“Siria, le prove dell'eccidio di 47 cadaveri di donne e bimbi.
È orrore in Siria per un nuovo massacro scoperto stamani a Homs, terza città del Paese, e condotto da ignoti contro alcune famiglie dei quartieri a maggioranza sunnita Karm az Zeitun e Adawi.
I corpi mutilati di 47 tra donne e bambini di Homs sono stati mostrati da video amatoriali pubblicati su Internet da attivisti anti-regime, che accusano le milizie lealiste di aver giustiziato sommariamente i civili innocenti”.
Oggi 17 giugno 2012 leggo:
“Almeno 110 civili sono stati uccisi ieri a Hula, nella provincia siriana di Homs, dalle forze fedeli al presidente Bashar al-Assad. La conferma che si sia trattato di un attacco dell'esercito è arrivata dal capo degli osservatori dell'Onu, il generale Robert Mood, che ha condannato oggi come -una brutale tragedia-, il massacro. Gli osservatori, ha detto, -hanno confermato (...) l'impiego dei cannoni dei carri armati". Sarebbero oltre 92 le persone uccise, tra cui 32 bambini al di sotto dei dieci anni, secondo un bilancio degli stessi osservatori. Il bilancio delle vittime però è ancora incerto. Il Consiglio Nazionale Siriano riferisce che la metà sono bambini”.
Ci sentiamo smarriti quando si verifica un terremoto. Le nostre anime si rivolgono quasi automaticamente verso il Creatore e la sua profetica fine del mondo. Con la mente lucida, però, dovremmo convenire che altri eventi che inferiscono con la sfera umana, dovrebbero preoccuparci allo stesso modo.
Un terremoto è difficile da prevedere e assolutamente impossibile da cancellarlo tra gli eventi possibili nella vita degli esseri umani, ma per l’uccisione di bambini o peggio, per la loro tortura, quali motivazioni possiamo inventarci per giustificare la loro presenza?
Confido nel silenzio come alleato di un pensiero che è facile vestirlo di retorica.
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