Percepire significa serbare la coscienza di una realtà che riconosciamo esterna a noi a cui accediamo per mezzo delle sensazioni o dell'istinto.
Il nostro sistema “umano”, quantunque ci appaia isolato o strettamente connesso con i codici formalizzati dalla socializzazione, è un sistema integrato e interlacciato con ogni presenza universale.
Questo significa che ognuno di noi è una rice-trasmittente che interagisce con un’infinità di segnali provenienti da altre realtà apparentemente isolate.
Molti non hanno consapevolezza di questo fervido mondo a causa di una sensibilità addormentata dalla necessità del sopravvivere, sia biologicamente, sia psicologicamente.
Affinare la sensibilità è più facile quando le preoccupazioni legate al mantenimento in vita o a lenire i dolori dell’anima assumono un ruolo secondario.
La sensibilità è il treno della percezione.
Essa utilizza canali inusuali che inglobano le posture corporale (lo sguardo, il tempo e la direzione dei movimenti, il tono della voce, le pause, ecc), il clima, lo stato di malattia e salute, il sistema affettivo e potrei continuare nominando ogni realtà che all’uomo si riferisce.
Percepire, quindi, è un anticipare la presenza di qualcosa prima che la ragione possa intervenire con le sue rigide regole (sanzionando ciò che potrebbe essere reale, fantastico, giusto, errato) e ancor prima che l’educazione possa intervenire per separare il “buono” dal “cattivo”.
La percezione, quando giunge, è globalizzante e convincente con la difficoltà dell’incomunicabilità.
Essa ci spinge a intendere la vita con una verità aggiuntiva da utilizzare come mezzo per aumentare il livello di consapevolezza degli eventi di vita.
La percezione ci rende protagonisti assoluti di un pensare originale e di un essere consapevole.
In termini più semplici, se provassimo a far giungere uno stesso rumore a persone diverse, queste ricostruirebbero una scena personalizzata sia nello svolgimento, sia nei protagonisti.
Ogni scena sarebbe il frutto della percezione individuale che viene costretta dalla ragione e dall’educazione a determinare forme e dinamiche soggettive.
In tal senso, formulare un giudizio è inutile poiché non ha senso coinvolgere il “vero” o il “falso”.
Serve soltanto godere della consapevolezza di vivere la scena e, per i più sensibili, estrapolare idee per un vivere migliore, in piena sintonia con la legge universale dell’universo: AMORE.
La mia personale opinione mi induce a ritenere le persone capaci di PERCEPIRE, come persone eccezionali, ricche di spirito interiore facilmente allineabile con i sentimenti e primi interlocutori di una natura che per molti è silenziosa.
Sono sempre più estasiata nel leggerti, unisci abilmente e costruttivamente razionalità e cuore...grazie
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