giovedì 10 gennaio 2013

ETT: siamo senza un corpo




ETT: Uno dei vostri scienziati non si spiegava perché la luce aveva una duplice veste: a volte si manifestava come particelle allineate in fuga verso la destinazione, a volte essa si mostra come ordinati fronti d’onda in espansione nello spazio.

LUIGI: Sì, è vero! E’ noto lo sbigottimento degli scienziati che assistettero alla dimostrazione scientifica con la quale si contraddiceva apertamente il genio di Newton e le sue esperienze sulla natura corpuscolare della luce.
Si dovette cambiare il paradigma mentale per mettere in accordo le due questioni in seguito chiarite da Einstein.

ETT: Einstein, nella presentazione della sua teoria, non disse tutto! Egli s’intestardì a far detenere alla luce il primato di velocità. In realtà, ha mantenuto il tappo alla bottiglia del sapere, aspettando momenti della storia dell’uomo più opportuni.

LUIGI: Perché non ha detto tutto?

ETT: Einstein aveva dei dubbi in merito all’evoluzione del pensiero scientifico e di ciò, non ne faceva mistero. Si nascondeva dietro la concezione per la quale la scienza aveva ancora molta strada da percorrere. Egli aveva paura di mischiare il sacro con il profano; temeva di non avere il tempo per giustificare e introdurre la psicologia dell’uomo come fattore concorrente nelle dimostrazioni scientifiche.

LUIGI: Einstein è stato anche un filosofo, un portatore di dubbi, un autorevole rappresentante della specie umana, testimone del grande rispetto della maestosità dell’universo.

ETT: A onor del vero, però, ci sono stati alcuni scienziati o pensatori che, pur non avendo la convinzione necessaria, hanno tentato di introdurre la psicologia nelle spiegazioni di eventi apparentemente ingiustificabili. Probabilmente sono stati derisi o declassificati dal rango di scienziati o dei pensatori razionali.

In particolare, mi riferisco all’audacia del fisico Bohr che ipotizzò, senza poter dimostrare, l’influenza della mente umana sulla natura della luce. Egli affermava che sotto lo sguardo dell’uomo, la luce è di natura corpuscolare, diversamente è di natura ondulatoria.

LUIGI: Per dirla in termini semplici, la luce in alcuni casi, assumeva la forma di piccoli corpuscoli che si muovevano in fila indiana lungo traiettorie, dette raggi, in altri casi, la stessa luce si mostrava come linee d’onda in colonizzazione dello spazio.

ETT: Nel caso del nostro esempio, ammettendo la forma corpuscolare della luce, guardando il primo oggetto, tu dovresti puntare dritto lo sguardo su esso e poi, volendo guardare l’altro, dovresti muovere gli occhi per riallineare lo sguardo sul secondo. 

Nell’altra ipotesi, ti basterebbe guardare ad ampio raggio la zona occupata dai due oggetti affinché si possano vedere entrambi contemporaneamente.
Bohr asseriva, quindi, che entrambe le teorie erano possibili e introduceva, così, per la prima volta, la psicologia nelle osservazioni scientifiche.
Puoi immaginarti le risate dei suoi colleghi!

Einstein ribadì che l’ipotesi azzardata da Bohr non poteva avere basi scientifiche in quanto, attribuendo alla luce il limite massimo invalicabile di velocità, si doveva logicamente ammettere un nuovo sistema di comunicazione tra i due fronti d’onda in movimento e distanti tra loro, affinché la trasformazione di stato fosse già completata, al semplice puntamento dello sguardo.

Riallacciandomi all’esempio, la tua attenzione manifestata attraverso lo sguardo, dovrebbe giungere ai punti illuminati sui due oggetti prima del tempo in cui tu rilevi già il cambiamento di stato della luce. Ancor prima che tu guardi gli oggetti, i punti illuminati si sono informati della tua intenzione di guardarli.

Bohr, comunque, precisò che il modo di porre la questione da parte di Einstein, era improprio rispetto al nuovo quadro che voleva far emergere.

Egli anticipava la caduta del significato dell’elemento tempo, affermando che nel momento in cui l’uomo non guarda l’oggetto, questo non esiste o perlomeno, è inesistente alla sua coscienza.

LUIGI: In questo modo, entrava in scena la consapevolezza come parametro estraneo alla scienza!

ETT: Infatti, questo è il punto fondamentale della questione. Bohr presumeva che i fronti d’onda, lontani fra loro, non avevano nessuna necessità di comunicare poiché, in assenza dell’attenzione dell’uomo, essi sono sempre nella forma corpuscolare e quindi, non è necessaria nessuna trasformazione di stato.

Riprendendo ancora il nostro esempio, secondo Bohr i due oggetti illuminati, in assenza della consapevolezza dell’uomo, non avrebbero posizione. Lo spostamento repentino dello sguardo costringe il sistema di decodifica ad attribuire un posto fisico coincidente con la traiettoria del tuo sguardo. 

L’instabilità dello sguardo corrisponde all’instabilità della posizione dell’oggetto. Qualunque elemento disturbatore di questo processo potrebbe portare alla coscienza elementi contraddittori rispetto alla logica precostituita. 
In questi casi, si presume di vedere oggetti inesistenti o figure semoventi.

LUIGI: I fantasmi o gli alieni?

ETT: E’ prematuro risponderti subito! Devi pazientare e ascoltare quanto segue. 
Il pensiero è il frutto del sistema di decodifica il quale si forma mediante uso di segnali generati da organi interni al vostro cervello.
Saprai, tecnicamente parlando, che un segnale per essere tale deve poter variare e le sue permutazioni convogliano informazioni.  

LUIGI: Certamente! Un segnale piatto non porterebbe nessuna informazione!

ETT: Ammettendo la necessità delle variazioni, risulta ora importante capire in che modo le variazioni si susseguono e se la velocità dei cambiamenti non ci condurrebbe agli stessi problemi menzionati in precedenza.

LUIGI: Suppongo di sì!

ETT: Noi alieni, abbiamo imparto a usare i meccanismi frequenziali e riusciamo a comunicare senza la necessità della biologia. 

Esistiamo senza la necessità di un corpo fisico. 

Ognuno di noi è una presenza di consapevolezza unica, ben definita, complementare e non separata dalla totalità.

Non essendoci la divisione non abbiamo bisogno di comunicare, né di spostarci, né di contendere. 

Viviamo in un mondo integrato in cui il tempo, il dolore e ogni altra forma di insostenibilità dell’essere umano non ha significato.

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