La nascita di Internet

 

Internet, prima di essere chiamata così, era nata nel 1969, si chiamava ancora Arpanet, dal nome dell’agenzia di ricerca americana che l’aveva progetta, l’Arpa (Advanced Research Project Agency) e aveva cominciato a usare i protocolli che ancora la fanno funzionare, cioè il TCP/IP (transfer Control Protocol/Internet Protocol) solo molto più tardi, nel 1983.Quando il TCP/IP diventò lo standard di comunicazione della rete comincerà a chiamarsi così, Internet, per distinguerla dalle tecnologie che la facevano funzionare e che si chiamavano internet con la minuscola. Nel 1986 la chiamavano ancora Arpanet, la rete dei centri di ricerca accademici a cui l’Italia si collegò.

Il progetto di una rete che collegasse i supercalcolatori di vari centri di ricerca era nato dall’intuizione del generale che aveva guidato lo sbarco in Normandia, Dwight David Eisenhower. Il progetto fu sviluppato dall’Arpa, da lui voluta nel 1957, in seguito agli studi di due psicologi, Robert Licklider che aveva teorizzato l’Intergalactic Computer Network (1962) e poi Larry Roberts, che aveva elaborato il progetto Arpa Net (1967). Grazie agli studi di Leonard Kleinrock, Paul Baran e Donald Davies nel 1965 si trovò anche il modo di trasmettere i dati su questa rete con ambizioni globali, ma prima di stabilirne le regole con gli RFC (Request for comments), e costruire nel 1969 gli IMP (Interface Message Processor), gli odierni router, che dovevano permettere a computer e reti eterogenee di comunicare fra di loro, Arpanet era ancora una chimera per collegare fra di loro gli scienziati che avrebbero dovuto vincere la corsa allo spazio contro i sovietici.

Nel 1973 due ingegneri, Vinton Cerf e Bob Kahn, definiscono le regole (il Tcp/Ip) che diverranno lo standard di comunicazione per il trasporto dei dati sulla rete a commutazione di pacchetto pensata parallelamente nel 1965 da Kleinrock, Baran e Davies. Nel frattempo sempre più università si doteranno degli Imp prodotti dall’azienda BBN e cominceranno a collegarsi tra di loro. Ma intanto crescevano altre reti con nomi diversi. Il Tcp/Ip consentiva di collegarle tutte: Arpanet, Alohanet, Satnet e così via.

In Italia, dove il successo del primo collegamento fu effettuato dalla squadra di tecnici pisani del Centro nazionale di calcolo elettronico, il CNUCE. Un successo ottenuto proprio grazie a quella scelta lungimirante di utilizzare il TCP/IP, per spedire i dati digitali imbustati secondo le regole elaborate 13 anni prima Vinton Cerf e Bob Kahn, e cioè grazie all’idea di impacchettare i dati digitali come fossero dentro una busta da lettera, col mittente e destinatario scritti sulla busta dentro la quale si trovava il messaggio.

A capo della squadra c’erano due tecnici, l’ingegnere Luciano Lenzini e l’allora direttore del Cnuce Stefano Trumpy: il primo si occupava di definire le regole e configurare i gateway per il trasporto dei dati, il secondo aveva lavorato a stabilire l’orbita e il puntamento del satellite geostazionario che avrebbe fatto superare ai bit l’oceanica distanza tra l’Italia e gli Usa in un batter d’occhio.

 

La burocrazia italica tentò di fermarli, con la motivazione di tutelare interessi strategici ed economici, ma la testardaggine dei due che avevano collaborato con la Nasa, vissuto negli Usa e fatto amicizia con Cerf e Kahn, fu più forte, tanto che quel lontano 30 aprile del 1986 un tecnico del Cnuce, Antonio Blasco Bonito, fu incaricato di collegare i computer e spingere il bottone che da allora avrebbe connesso l’Italia alla rete che si stava evolvendo.

Da allora molte cose sono successe, un periodo intenso dove i globetrotter della rete nascente si incontravano e scontravano in riunioni, meeting e pubblicazioni scientifiche, il Cnuce diventava un istituto del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e i suoi tecnici, primi tra tutti, portavano Internet in Africa grazie a un progetto Unesco, con l’accortezza di costruire reti di persone prima che reti di computer, mentre il Garr, istituzione scientifica italiana si occupava di armonizzare le reti della ricerca per collegare centri accademici e culturali.

Nel 1991 “nasce” il WEB, grazie all’intuizione di un ricercatore inglese del Cern, Tim Berners Lee e la rete diventa popolare anche tra i non addetti ai lavori. Il web viaggia su Internet e ne rappresenta la parte grafica e multimediale. Nel 1992 a Kobe nasce l’Isoc, l’Internet Society, grazie al contributo determinante dei tecnici del Cnr e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, organizzazione che lavora ancora oggi a costruire una cultura della rete e dell’innovazione: il suo motto è ancora “The Internet is for everyone”.

Sì, l’Italia è stata anche questo, un paese pioniere nello sviluppo di Internet e delle reti.

Quarto paese europeo a collegarsi stabilmente a Internet, dopo Norvegia, Inghilterra e Germania.

L’Italia sì è collegata per la prima volta ad Internet il 30 aprile 1986.

 

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