domenica 15 giugno 2025

Pausa della ragione

 

Sono pochi i momenti in cui lasciamo libero il pensiero. Si parte per un viaggio senza meta e i nostri sensi smettono lentamente di funzionare.

La ragione va in pausa.

Sono banditi i “perché”, i “come”, i “quando”, i “dove”.

Gli occhi si chiudono, le orecchie non odono e il corpo non esiste.

Tutto si predispone per dormire.

La vita segue un’altra trama. Una trama di un film semplice e senza spettatori giudicanti. Anche le comparse sono modeste. Troviamo attori importati vicino ad altri sconosciuti, ma comunque, indispensabili per il film. Niente è impossibile raggiungere o ottenere, tutto è a immediata portata di mano.

Se vogliamo volare, umiliando la fisica, allarghiamo le braccia e siamo subito in volo. Se vogliamo scambiare qualche parola con chi è dall’altra parte, eccolo lì davanti a noi pronto ad ascoltarci.

Non ci dobbiamo nemmeno preoccupare delle distanze o dei protocolli. Infatti, possiamo, senza fare attenzione allo spazio e al tempo, conferire sia col più umile dei nostri conoscenti, sia col più prestigioso personaggio di tutti i tempi. Perfino, senza timori di sorta, col nostro Padre eterno.

Siamo, insomma, onnipotenti, e poiché in queste condizioni siamo anche senza problemi, dovremmo ammettere di essere in paradiso.

Si capisce, quindi, come nello stato vigile tutto è maledettamente complicato.

Immaginate per un attimo di trovarvi chiusi in una stanza e di non avere la consapevolezza di potervi muovere, sentire e vedere.

Improvvisamente, giungono dall’esterno sensazioni di una vita allegra, dinamica, razionale e densa di emozioni, piaceri, soddisfazioni e quant’altro desiderabile da un essere umano. 

Similmente a un toro infuriato in un recinto, prendereste a cornate tutto ciò che vi capita. L’unico sentimento che ci anima è uscire dalla stanza e intraprendere il miglior percorso possibile per giungere alla meta della piena realizzazione dell’essere, quale padrone del mondo materiale e depositario delle verità dell’universo.

Purtroppo, la segnaletica presente sui possibili percorsi è molto approssimata, anzi, spesso contraddittoria. È facile decidere su una verità che in breve sbiadisce e poi scompare, per cui, come la tela di Penelope, si lavora tutto il giorno per buttar via tutto durante la notte.

Alcuni grandi uomini ci hanno dato valenti suggerimenti, hanno consumato la loro vita ad arrovellarsi su teorie che rimangono tali.

Platone ha fantasticato con il “mondo delle idee”. Cristo si è immolato per l’idea dell’amore. Kant ha scolarizzato il pensiero. Nietzsche è impazzito incaponendosi sul superuomo e sulla volontà di potenza. Freud ha dato le sue motivazioni ai nostri problemi interiori.

Altri si sono occupati di matematica, fisica e politica, si sono prodigati per trovare motivazioni e spiegare il funzionamento della natura di questo granellino detto Terra e quale é il miglior modo possibile per viverci sopra.

Ognuno di loro, però, ci ha regalato un raggio rifratto nel mezzo opaco dell’umanità, rubato all’onda di luce dell’universo.


sabato 14 giugno 2025

Addormentati ragione

 

 

Addormentati ragione e lascia libera la mia anima.

 Le tue regole le conosco,

mi conducono su percorsi rigidi,

non soltanto per il freddo.

 

 La solitudine è il prezzo che mi chiedi per una vana gloria.

 

 I tuoi freddi percorsi non insegnano il sorriso, perché non vi abita.

 

Nel mentre del tuo riposare crederò alle favole,

mi lascerò attraversare dai piaceri del pensare inutile,

ascolterò i rumori dello spostar emozioni.

 Non soltanto di ricordi vivrò.

 

 La fantasia sarà la cometa che cavalcherò,

mi porterà per luoghi dell’universo

dove gioia e amore comandano.

 

 Raccoglierò doni che a te resteranno ignoti,

ma saranno perle vivissime per chi sente il profumo del cuore.

 

Addormentati, mia ragione,

 che nessuno disturbi il tuo breve riposo.


venerdì 13 giugno 2025

Sentimento d'amore

 

È il sentimento più bello del mondo!

Senti di appartenere a una particolare specie della natura speciale, di essere un eletto nell'ambito dell'esistenza.

Tentiamo da secoli di capirlo, definirlo, ma solo sentirlo rendono vane tutte le definizioni. 

Si ha la sensazione che attraverso la razionalizzazione, la sua sostanza muti. 

L’amore è il moto dell’anima che rifiuta la transitorietà del sentimento. 

L’amore prescinde dal tempo, ma è in esso e nelle azioni che si riconosce. 

Amare e comunicarlo, è come stare su una grande nave cullata dall’onda lunga dell’oceano. Ti fa star male e non vedi il motivo. 

L’onda lunga interessa grandi spazi che l’occhio non raccoglie, ma che l’equilibrio interno sente. Non è visibile al tuo prossimo, né è possibile indicarla per cui trasmetterla, spesso ti ridicolizza ed erige l’interlocutore alla sapienza universale. 

La pratica dell’amore è un dono alla tua interiorità che è spiegabile all’esterno solo con la magia. 

Una persona non si spiega che cosa spinge un’altra a fare ciò che nella propria razionalità non si farebbe. 

Quando l’amore è nell’essere di una persona, cioè nel suo stile di pensare, di parlare, di lavorare, allora ci si trova di fronte a qualcosa di veramente speciale, come un Santo o un Ideale. Questa persona sarà sicuramente saggia, premurosa del tuo bene, generosa e ricca in ogni senso.

L’attività dell’anima sospinta dall’amore è infallibile, instancabile, piacevole, gratificante. 

Non esistono concorrenti in amore, ma solo opportunità di percorrere con piacere tratti paralleli di vita.


mercoledì 11 giugno 2025

La fiducia non è sempre un dono


 

Molti credono che la fiducia sia affidamento più qualche altra caratteristica. Questa "qualche altra caratteristica" dovrebbe essere ciò che rende la fiducia una nozione morale, tale che se finisci per tradire la mia fiducia, hai fatto qualcosa di moralmente sbagliato, e non semplicemente non hai completato un'azione che mi aspettavo tu compissi.

Un esempio può aiutarci a comprendere la differenza tra fiducia e affidamento. Supponiamo che tu esca di casa per la giornata. Mentre chiudi la porta, giri la chiave in una serratura di alta qualità e ben recensita. La usi da anni. È solida, coerente e ti aspetti che funzioni come previsto.

In questo caso, fai affidamento sulla serratura per proteggere la tua casa.

Non hai nessun rapporto morale con la serratura. Se si dovesse rompere, potresti sentirti frustrato, ma non tradito.

In questo casa si tratta di fiducia funzionale: un'aspettativa radicata nella prestazione, senza alcuna presunzione di cura, interesse o impegno.

Ora supponiamo che lasci la città e chiedi al tuo amico di badare alla casa. Gli dai le chiavi e dici: "Per favore, tieni d'occhio la casa". L’amico è d'accordo. Dici: "Grazie, mi fido davvero di te".

In questo caso le tue aspettative non sono solo funzionali; sono morali.

Ti aspetti cura, discrezione e buon senso dall’amico. Se l’amico trascura il compito affidatogli e qualcuno entra in casa tua, non rimarrai solo deluso, ti sentirai anche tradito.

Questa è la fiducia morale: un atteggiamento moralista che presuppone il riconoscimento reciproco e la cura degli interessi altrui.

L'asimmetria dei rapporti di fiducia

In molti casi, la fiducia è un bene. Il fatto che la fiducia abbia anche un lato negativo non significa che manchi del ben noto lato positivo.

Ma dobbiamo anche aprire la porta a un lato oscuro della fiducia: situazioni in cui essere fidati è costoso, stressante o opprimente. Ci sono casi in cui ci si può fidare di qualcuno che manterrà impegni che non si accettano. Questo indica una dimensione della fiducia poco teorizzata: non il danno del tradimento, ma il danno di aver ricevuto fiducia senza averla chiesta.

Essere degni di fiducia non significa sempre acconsentire ad essere degni di fiducia. Secondo la sua opinione, "si può essere degni di fiducia senza essere disposti ad assumersi gli impegni rilevanti, o senza nemmeno essere consapevoli di essere degni di fiducia".

Questo apre uno spazio cruciale per discutere della fiducia non consensuale, in cui chi dà fiducia impone un carico morale al fiduciario senza la sua partecipazione. Se accettiamo che la fiducia implichi aspettative normative, allora la fiducia indesiderata può essere una forma di abuso morale. Senza il tuo consenso, stai assumendo obblighi morali, perché essere degni di fiducia comporta impegni morali. 

Fiducia e aspettative basate sui ruoli

Questo problema diventa particolarmente acuto nei contesti istituzionali e basati sui ruoli. Insegnanti, medici, terapisti e genitori ricevono abitualmente fiducia in modi che vanno ben oltre gli obblighi formali. Queste fiducia basate sui ruoli spesso dipendono da norme informali o aspettative culturali: l'insegnante che è "come un secondo genitore", il medico che è "sempre disponibile". Tali aspettative non sono sempre esplicite, ma possono comunque plasmare il modo in cui gli individui comprendono i propri obblighi e si sentono moralmente obbligati ad agire. Nei casi che ho descritto, gli individui coinvolti possono avvertire una significativa pressione morale ad agire, una pressione che non desiderano né gradiscono.

E quando la fiducia diventa un meccanismo attraverso il quale gli obblighi vengono scaricati senza consenso, rischia di trasformarsi in sfruttamento morale.

Immaginate un ambiente di lavoro in cui un dipendente è costantemente considerato dal suo team affidabile, empatico e altamente competente. Col tempo, i suoi colleghi iniziano a fidarsi di lui, non solo perché svolge bene il suo lavoro, ma anche per:

-assumere compiti extra nei momenti critici;

-coprire i turni dei colleghi senza lamentarsi;

-offrire supporto emotivo -quando gli altri sono stressati;

-appianare le tensioni durante i conflitti di squadra.

Nessuno chiede formalmente a quel collaboratore di fare tutto questo, e lui non acconsente mai esplicitamente. Ma la sua passata disponibilità ha creato un'aspettativa normativa: le persone presumono non solo che sia in grado di aiutare, ma che lo farà. La fiducia benintenzionata del suo team si è silenziosamente trasformata in un fardello morale che non ha mai accettato di portare.

Ora si trova in una situazione difficile: dire di no gli sembra un tradimento del gruppo. Anche se i suoi colleghi non intendono sfruttarlo, l'aspettativa morale accumulata inizia a esaurirlo, personalmente e professionalmente.

Questo schema di tradimento è potente. Amplifica la posta in gioco psicologica e morale, creando una forte pressione ad assecondare gli impegni. E, soprattutto, può farlo anche quando il fiduciario non ha mai cercato o accettato la fiducia. 

È qui che la fiducia diventa problematica: quando diventa uno strumento attraverso il quale gli altri ci vincolano a ruoli o aspettative a cui non abbiamo mai acconsentito.

Può portare ad un aumento del carico emotivo sul posto di lavoro e nelle altre relazioni, laddove non acconsentiamo ad assumerci questa fiducia. Questo, a sua volta, può portare all’esaurimento in diversi modi. 

Ad esempio, è facile vedere come il caso descritto potrebbe portare il fidato a soffrire di stanchezza morale: l’esaurimento emotivo e cognitivo che deriva dalla ripetuta esposizione a situazioni moralmente impegnative, soprattutto quando tali situazioni comportano giudizi complessi, dilemmi etici o una tensione persistente tra valori personali e aspettative esterne.

La fiducia generalmente è un bene, ma se utilizzata nel modo sbagliato, può portare all'esaurimento.

La mancanza di fiducia come forma di rispetto

Negare la fiducia non sempre segnala un vizio e può anzi essere una forma di chiarezza morale. Se la fiducia implica un invito ad assumersi un impegno, allora rifiutarsi di fidarsi – o rifiutarsi di essere fidati – può essere un modo per rispettare i limiti di qualcuno. "Non mi fido di te per questo" può a volte significare "Non desidero importi il ​​peso delle aspettative".

La fiducia deve essere informata e delimitata – non un salto alla cieca, ma un impegno ragionato con le capacità e gli impegni altrui. Quando la fiducia è illimitata o non invitata, manca di rispetto all'autonomia. Tratta l'altro come un mezzo per raggiungere i nostri fini, piuttosto che come un agente che si autodirige.

Ecco alcuni punti chiave della fiducia gestita bene:

-Deve essere consensuale.

-Devono essere riconosciuti i limiti dei ruoli.

-Devono esistere sistemi che possano assorbire la pressione morale.

-Deve essere riconosciuta una sfiducia etica (una mancanza di fiducia in determinati ambiti non deve necessariamente essere un segnale di fallimento morale. Può servire a prevenire l'eccesso di potere morale).

La fiducia indesiderata rivela una dimensione trascurata della nostra vita morale e cioè quella in cui imponiamo oneri morali agli altri, anche se fatto con buone intenzioni. Quando la fiducia diventa un veicolo per obblighi non richiesti, può silenziosamente minare l'autonomia e l'equità.

La fiducia non è sempre un dono: può anche essere una richiesta, che deve essere riconosciuta e, a volte, respinta. Riconoscere la complessità etica della fiducia significa non solo chiedersi di chi ci fidiamo, ma anche se questa persona ha scelto di essere considerata affidabile. 

Così facendo, ci muoviamo verso un'etica delle aspettative più attenta e basata sul consenso.

 

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