domenica 15 novembre 2015

Life for Rent




I haven't ever really found a place that I call home

I never stick around quite long enough to make it

I apologize that once again I'm not in love

But it's not as if I mind that your heart ain't exactly breaking

It's just a thought, only a thought

But if my life is for rent and I don't learn to buy

Well I deserve nothing more than I get

'cause nothing I have is truly mine

I've always thought that I would love to live by the sea

To travel the world alone and live more simply

I have no idea what's happened to that dream

'cause there's really nothing left here to stop me

It's just a thought, only a thought

But if my life is for rent and I don't learn to buy

Well I deserve nothing more than I get

'cause nothing I have is truly mine

While my heart is a shield and I won't let it down

While I am so afraid to fail so I won't even try

Well how can I say I'm alive

But if my life is for rent and I don't love to buy

Well I deserve nothing more than I get

'cause nothing I have is truly mine.

venerdì 13 novembre 2015

La burla di essere giudiziosi


 
Il pregiudizio sembrerebbe venire prima del giudizio.
Sarebbe un’anticipazione del giudizio.
In realtà, esso è un giudizio ricavato nel passato con le informazioni di oggi.

Supponete di conoscere una nuova persona.
Nessun giudizio è possibile formulare prima di iniziare la relazione.
In seguito, la persona vi delude.

Se qualcuno volesse ora il vostro giudizio su quella persona, ovviamente sarebbe negativo.
Se invece, vi fosse chiesto di raccontare le prime impressioni relative all’inizio della relazione, quale sarebbe il vostro giudizio? 
Come dipingereste quella persona? 
Con quale tono e sentimento si svilupperebbe il vostro racconto?
Non potreste mai dire che allora non avevate nessun elemento per giudicare, tantomeno mostrereste entusiasmo e piacere di parlarne.
Vi inventereste sensazioni e presentimenti negativi tali da giustificare ciò che sapete soltanto ora!

Tutto questo è falso! 
Questo è il pregiudizio!

Con il pregiudizio si inventano motivazioni e si tessono storie fantasiose con il senno del dopo!
Il pregiudizio non va tanto per il sottile.
Per scatenarsi non ha bisogno dell’esperienza diretta, gli basta anche quella “sentita” da altre fonti.
 

giovedì 12 novembre 2015

Siamo bugiardi per natura




Mentire è una attività che il nostro cervello regolarmente conduce.
Inconsapevolmente siamo mentitori professionisti per natura.
Questa è una caratteristica del nostro cervello ed è connaturata con il suo modo di lavorare.
Qualsiasi elaborazione che esso esegue, avviene revisionando un passato in cui cercare una esperienza simile e dalla quale “copiare” il metodo e la soluzione.

Il grado della genuinità della risposta individuata, è determinato dal volume del bagaglio delle conoscenze riferite ai soggetti di elaborazione.

L’insieme delle nozioni e delle relazioni tra di esse, sperimentate in passato, si veste con il nome di cultura.

In mancanza di una esperienza mirata, il cervello sfrutta le sensazioni di bello o brutto, di buono o cattivo, che giungono dal reparto sensoriale.

La giustificazione alla risposta menzoniera che la mente cosciente offre non riguarderà mai la vera fonte del pensiero ma una improvvisata sceneggiatura verosimile mascherata da opinione.
 

venerdì 23 ottobre 2015

Colloquio???

 
Vi è capitato di partecipare a un colloquio passivo?

Forse è una delle forme di colloqui più usuali.

Nel colloquio passivo si parla di se stessi continuamente. 

L’unica variazione che si nota, sta nello scambio dei ruoli tra chi ascolta (in pausa meditativa) e chi parla (in sindrome di egocentrismo).

Lo scambio avviene spesso sfruttando le pause accidentali o le difficoltà espositive di chi detiene il testimone del colloquio. 

Spesso, lo scambio è difficoltoso. Ci sono dei momenti in cui il ruolo di “parlatore” è duplicato. 

Vince (continuando a parlare) chi riesce ad assumere un tono di voce più alto e deciso. 

Sono commoventi i momenti in cui la voce perdente continua nei suoi tentativi di imporsi.

Alla fine del colloquio i duellanti si allontanano chiedendosi: 
“Ma di che cosa abbiamo parlato?”.

È stata un’inutile perdita di tempo che ha lasciato come effetti positivi lo sfogo verbale e una decisa voglia di bere (specialmente in estate!).

Il colloquio dovrebbe essere un momento magico in cui due esperienze diverse s’incontrano e colgono l’opportunità di arricchirsi e deliziarsi della vita.

L’elettronica dà un meraviglioso esempio. 

Due punti a potenziale diverso non vedono l’ora che un filo di rame possa connetterli.

Se dovesse succedere, si scatenerebbe una corsa di elettroni, forsennata. 

Tutti correrebbero verso i fratelli protoni, pronti a unirsi a loro per riversare e ricevere la quantità di carica di cui hanno fortemente bisogno. 

La loro corsa è tanto più forte, quanto più alta è la differenza di tensione che esiste tra di loro. 

È facile intuire che se uno dei due è una fonte inesauribile di energia, il traffico di elettroni continuerà in modo indefinito. Diciamo che tra i due punti c’è corrente continua!

Un colloquio interessante si sviluppa tra persone che possono dare qualcosa in termini d’idee, poiché entrambe si arricchiscono dell’esperienza dell’altro.

Ognuno è capace di tirar fuori il meglio dell’altro.

L’interesse e l’attenzione sono elementi sempre presenti nel colloquio.

La fine del colloquio porta la consapevolezza di aver trascorso un “bel” tempo.

I due si lasciano con una stima reciproca accresciuta.

La voglia di bere verrà per brindare alla bellezza della vita!

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