In questi giorni il governo degli Stati Uniti sta consultando l'opinione pubblica per decidere se creare o meno la riserva marina più grande del mondo nell'Oceano Pacifico. Ma il presidente Obama sta subendo enormi pressioni da parte di una potente lobby di pescatori per far naufragare il progetto.Non possiamo permettere che accada: maestose balene, tartaughe, i banchi di pesci, stanno tutti scomparendo. Secondo gli scienziati il modo migliore per salvare i nostri oceani è impedire lo sfruttamento di intere zone molto grandi, per consentire alla vita marina di tornare a prosperare. Quattro anni fa la nostra comunità ha avuto un ruolo chiave nel convincere il governo inglese a creare un immenso santuario marino nell'Oceano Indiano e, durante l'annuncio, il Ministro degli Esteri parlò proprio della nostra campagna. Se faremo sentire la nostra voce tutti insieme, potremo creare una riserva marina grande quanto il Messico!
Se daremo a Obama tutto il nostro sostegno, avrà la forza per contrastare l'opposizione e contribuire a salvare i nostri oceani per le generazioni che verranno. Firma la petizione e dillo a tutti: consegnamo un milione di firme prima della fine delle consultazioni:
https://secure.avaaz.org/it/ocean_of_hope_loc/?bglFhdb&v=43710
Le previsioni sono terribili: tra meno di 40 anni i nostri oceani potrebbero essere completamente privi di pesci e le barriere coralline rischiano di sparire del tutto entro le prossime due generazioni! Questo nuovo progetto da solo non basterà a risolvere il problema, ma è un primo passo per fermare la devastazione degli oceani: non solo raddoppierà l'area degli oceani protetti nel mondo, ma incoraggerà gli altri governi a fare altrettanto.Obama si dice pronto a mettere in atto il progetto, ma una potente lobby della pesca sta cercando di affondarlo con una propaganda fuorviante. Dicono che la riserva marina danneggerebbe i loro affari, ma il 95% della loro attività di pesca si svolge al di fuori dell'area protetta. E altri interessi vorrebbero mantenere la zona libera da vincoli per permettere in futuro la trivellazione e lo sfruttamento minerario, che potrebbe essere disastroso.
Le consultazioni proseguiranno ancora per poco: l'11 agosto il governo statunitense incontrerà i rappresentanti locali delle Hawaii per tracciare un piano. Se presenteremo una petizione con un milione di firme direttamente alla Casa Bianca e all'incontro alle Hawaii, sommergendo le consultazioni ufficiali con i nostri messaggi e conducendo un sondaggio che dimostri un enorme sostegno a livello locale per il progetto, riusciremo a difendere l'oceano.
Gli Stati Uniti possiedono la superficie oceanica più grande del mondo e hanno quindi un'opportunità unica. Sconfiggiamo l'opposizione e fondiamo le basi per la salvaguardia dei mari. Firma la petizione e condividila con tutti:
https://secure.avaaz.org/it/ocean_of_hope_loc/?bglFhdb&v=43710
I nostri oceani sono continuamente minacciati, ma Avaaz e i suoi membri non hanno mai smesso di battersi per salvare la preziosa vita marina. Abbiamo già contribuito alla creazione di enormi santuari marini e di progetti per la tutela dei tonni e delle balene. Possiamo vincere anche stavolta!
Con speranza e determinazione,
Danny, Luis, Lisa, Andrea, Ricken, Ana Sofia e tutto il team di Avaaz
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
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lunedì 11 agosto 2014
Una riserva marina grande quanto il Messico!
mercoledì 6 agosto 2014
Imparare forever
Quanto più già si sa, tanto più bisogna ancora imparare.
Con il sapere cresce nello stesso grado il non sapere, o meglio il sapere del
non sapere.
Friedrich
Nietzsche
domenica 27 luglio 2014
Maturità 2014 - La calma inutile
(continuazione art. precedente)
Il carattere di una commissione si forma
sullo stile del suo presidente.
Brutto o bello che sia, non si può far altro se
non adeguarsi, per evitare di terminare l’anno scolastico con una buona dose di
acidità gastrica.
ETT: già! Voi umani avete doti eccezionali nel
costruire scenari frutto di individuali frustrazioni.
LUIGI: Io tendo a dividere le persone che
conosco in due categorie: quelle che vanno direttamente sull’ostacolo, decise
ad abbatterlo e quelle che lo aggirano, sperando di evitarlo per sempre.
Sapendo che non si può muovere una montagna
per far scorrere il fiume davanti al proprio giardino, cerco giardini vicino ai
fiumi.
ETT: Questa metafora che cosa vuole
intendere?
LUIGI: Il presidente di commissione viene
nominato e, comunque difettoso possa essere, al massimo lo si congeda dopo una
ventina di giorni (la durata della sessione d’esame).
ETT: Hai avuto problemi con lui?
LUIGI: Assolutamente, no!
Anch’egli, come
tutti gli esseri umani, ha i suoi pregi e difetti.
ETT: Sorvola sui difetti (ho imparto tantissimo
su questi) e accenna a qualche pregio.
LUIGI: Un presidente ingegnere non può non
avere pregi.
Alcuni dei suoi punti migliori avevano
attinenza con la sua formazione culturale: organizzazione, ponderatezza,
concretezza.
Il decisionismo mostrato, fattore molto
importante per ottimizzare i tempi di lavoro, a volte può confondersi con l’autoritarismo
ma, nel nostro caso, questo pregio non può trasformarsi in difetto.
Mostrare di
voler “comandare” rende piccola la figura del comandante di un piccolo plotone
e senza terre di conquista.
Il difetto più “grave” del nostro
presidente era la calma inutile.
ETT: Calma inutile?
LUIGI: Sì! Questa è la facoltà di alcuni
umani che hanno bisogno di vedere decantate le proprie azioni prima di
giudicarle corrette.
ETT: Non capisco.
LUIGI: La mente umana agisce anche in
funzione di una memoria storica.
Le gratificazioni che discendono dagli
apprezzamenti ricevuti nelle interazioni con la propria sfera di conoscenze,
necessitano di un tempo di latenza affinché possano essere assimilate e
produrre quell’energia volitiva propulsiva di ogni altra successiva azione.
In altre parole, alcuni umani hanno bisogno
di “vedersi” nell’agire per giudicarsi attraverso i consensi o i dinieghi
ricevuti dai propri simili.
In questo modo, i tempi delle azioni sono dilatati.
Questo
tempo non strettamente necessario per il completamento di un lavoro ma che si
inserisce per una sorta di ossigeno alla propria respirazione psicologica, io
definisco come “calma inutile”.
Questa qualità del nostro presidente ha
determinato un allungamento della
durata degli esami di qualche giorno.
Per nostra fortuna, i pregi e i difetti,
come il caldo e il freddo, tendono ad armonizzarsi in una sorta di stato d’equilibrio
che ci riappacifica con la vita.
sabato 26 luglio 2014
Maturità 2014 (3)
(continuazione)
...................
ETT: Allora, attendo che mi disegni il
quadro di giovialità all’interno della tua commissione.
LUIGI: Iniziando a descriverti la prof di
italiano, devo ammettere per la seconda volta di essermi sorpreso.
La signorile
e stilizzata figura della collega, era molto lontana da quella che avessi
potuto associare al mio archetipo di professoressa di storia e letteratura
italiana.
Ai miei tempi lontani di studente, le
insegnanti di italiano spesso apparivano appesantite dalla cultura e, dando
ragione a Leopardi, a volte curve e un po’ bruttine.
In questo caso, la nostra prof
d’italiano si è imposta alta, elegante e con qualche vena d’ironia.
Il suo sguardo, apparentemente distratto,
girava nell’area della commissione come radar in pieno mare, pronto a riportare
a se l’essenza del sapere.
Il mistero si esaltava al termine dei lavori,
quando, inforcando occhiali da VIP, si accingeva al saluto di commiato.
Solo a posteriori posso comprenderla!
Poverina, ha dovuto leggere 45 temi in stile
ultra-moderno in cui vocabolario, lessico e grammatica erano frutto di grandi
rivoluzioni intellettuali dei miei maturandi.
Per fortuna che non ha potuto leggere
tracce storiche poiché avrebbe avuto un grave imbarazzo per rapportarle alle
sue antiche conoscenze.
La figura femminile del docente di italiano
non poteva passare inosservata per un grande intenditore di donne, quale era il
nostro bravo prof di elettronica.
Il maestro del “godi la vita” o del “ciclista”
o del “mare e amare”, è stata una presenza lieta all’interno di una commissione
che spesso tendeva alla seriosità.
Purtroppo, i miei ragazzi non sono mai stati
appassionati per la sua materia.
Qualcuno dei loro insegnanti, a furia di
ripetere che l’elettronica è una materia difficile, li ha inconsapevolmente
convinti ad abbandonarla o, addirittura, ad averne paura.
Se si vuole minacciare a morte uno
studente, basterebbe annunciargli una domanda in elettronica!
Il mio caro collega di elettronica, quindi,
non ha potuto esprimersi nel suo sapere; il tempo dedicato alle sue domande poste
agli studenti timorosi, era proporzionale alla quantità di conoscenze da
accertare, perciò dell’ordine di pochi minuti.
Questa snellezza delle interrogazioni, da
noi colleghi, è stata accettata felicemente, pensando così di finire prima delle
fatidiche due di pomeriggio il turno dell’esame orale.
Per questo motivo, era facile osservare il
collega ricurvo e con lo sguardo fisso su un cellulare nuovissimo appena comprato.
La curiosità discendente dalla sua professione
lo condizionava ad esplorare ogni funzione del telefono, cercando perfino soluzioni
alternative a quelle standard.
Il terzo membro esterno era la collega di
matematica. In questo caso, però, la figura istituzionale del rappresentante di
questa disciplina è stata rispettata.
Questa nostra collega, silenziosa, di
poche parole, dall’aspetto burbero, ha operato nella formalità del suo ruolo;
forse per questo motivo, il presidente di commissione ha voluto che fosse la
sua vice.
La matematica è un’altra materia che gli
studenti non molto studiosi non amano.
Purtroppo, quando una materia non piace,
anche chi la insegna diventa brutto e bisbetico agli occhi del discente.
La collega di matematica, in procinto di
pensionamento, sembrava insensibile o “abituata” alle bordate di sciocchezze
che i candidati potessero intentare.
La sua testardaggine nel chiedere il perché
su alcune disquisizioni matematiche, a qualche studente appariva provocatoria.
Non le bastavano le definizioni imparate a
memoria o qualche schizzetto?
Nella mente di questi particolari studenti,
era presente un sipario che doveva calare di lì a poco, per sempre sulla scena dello studio
di questa disciplina.
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