Cari amici, diffondo una notizia che scuote l'anima.
L'Australia potrebbe permettere ai colossi dell'industria mineraria di costruire uno dei porti carboniferi più grandi del mondo proprio sopra l'ecosistema della Barriera Corallina, dando così avvio a un traffico di più di 8 miliardi di tonnellate di carbone, dai noti effetti tossici sul pianeta, e mettendo in questo modo a rischio la sopravvivenza di questa intera area dichiarata patrimonio dell'umanità.
Gli attivisti australiani stanno facendo pressione sul governo e anche l'UNESCO sta scendendo in campo, ma la chiave del progetto è affidata a una banca statunitense. Esercitare una pressione a livello globale sulla banca potrebbe provocare lo sdegno della comunità internazionale e puntare i riflettori sulle questioni ambientali nel bel mezzo della campagna elettorale statunitense. Se la banca decidesse di ritirarsi, questo intero folle progetto potrebbe essere definitivamente fermato.
Aumentiamo la pressione su Fred Hochberg, il presidente della banca, e chiediamo che interrompa subito il finanziamento per il porto carbonifero sulla Grande Barriera Corallina. Abbiamo solo pochi giorni per agire: proprio ora si trova in Australia per partecipare ad alcune riunioni. Clicca qui sotto unendoti alla protesta per salvare la barriera e Avaaz porterà le nostre voci a Hochberg:
Il progetto per l'enorme porto carbonifero metterebbe ulteriormente a rischio il già fragile ecosistema della barriera, costruendo un terminal per l'esportazione del carbone in quelle stesse acque e immettendo più di 8 miliardi di tonnellate di carbone d'esportazione nel mercato. In questo modo si darebbe avvio a un traffico di più di 20 navi al giorno sopra quest'area finora incontaminata, trasportando carbone inquinante dall'entroterra australiano alla Cina. Abbiamo già visto l'entità del danno che queste navi possono provocare nel 2010, quando una di esse si incagliò, formando una chiazza di petrolio di 3 chilometri nell'area.
In questo momento, il progetto sta incontrando delle difficoltà dovute alle dichiarazioni dell'UNESCO sui danni che lo sviluppo dell'industria carbonifera sta già provocando nella barriera, mentre il governo australiano è intervenuto chiedendo un'altra valutazione ambientale. Se riuscissimo a far bloccare i finanziamenti, potremmo assestare un altro duro colpo al progetto, aiutando a fermare l'intero processo di estrazione.
La statunitense Export-Import Bank sta già affrontando attacchi da parte del mondo politico e certo vuole evitare ulteriori controversie. Proprio ora una protesta globale potrebbe fermarla dal distruggere il più grande paesaggio sottomarino del mondo.
Come membri di Avaaz, in milioni in tutto il mondo abbiamo combattuto per il nostro pianeta: abbiamo fatto sentire le nostre voci durante le negoziazioni sul cambiamento climatico a Copenhagen e a Rio e abbiamo assicurato la vittoria nella protezione dei nostri oceani in Australia e dell'Amazzonia in Brasile. Ora, uniamo ancora una volta le nostre forze per proteggere la splendida Grande Barriera Corallina dall'avidità mineraria.
Con profonda speranza,
Emma, Allison, Emily, Ricken, Paul, Wissam e l'intero team di Avaaz.
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
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martedì 21 agosto 2012
Proteggiamo la Grande Barriera Corallina
lunedì 20 agosto 2012
Vecchio
La vecchiaia è la rivincita del tempo contro la baldanza dell’uomo;
è la promessa mancata di Dio;
è l’iceberg che ha affondato il Titanic;
è la resa dei conti con la preparazione dell’anima a liberarsi del corpo.
Debole, lento, indifeso bambino di un tempo, ti sorprendo spesso incantato nel sonno.
Rivedo sfumata la tua immagine di forte e deciso condottiero; progettista di un futuro, ora al tramonto.
Nessuna ha bisogno di te, se non fosse per i tuoi averi, unici e ultimi testimoni di una vita di lavoro e motivi per interessate attenzioni.
La tua esperienza non interessa a nessuno e la porterai via con te.
Sei invisibile a gran parte della società per la quale sei un peso e una spesa.
Ti chiamano vecchio in dispregiativo e a volte anziano, per un poco glorioso rispetto, condizionato dal sospetto di possedere ancora qualche misero soldo.
La tua pensione, oltre misura alle tue necessità alimentari, diventa merce di baratto per figli distratti ed incauti approfittatori.
Vorrei stringere le tue mani tremolanti per sentire l’intensità emotiva del tuo vissuto, la purezza dei tuoi sentimenti, liberi dalle ingenuità dell’infanzia e dalle bassezze dell’età adulta.
Caro vecchietto mio,
io sono convinto che tu non abbia paura di morire.
Vorresti andar via in punta di piedi e lasciare un solido ricordo a chi ti ha sempre amato.
Quando quel triste momento giungerà, io vincerò la mia commozione e guardandoti, rigido nel tuo giaciglio, ti immaginerò volare sulle nostre teste, cantando la bellezza della vita trascorsa e assaporando il premio a sorpresa che il grande Maestro riserva per ognuno di noi.

gentiluomi.... si nasce e si rimane per tutta la vita.....
Vivere con il sorriso
Amare
domenica 19 agosto 2012
Comunicare, peccato della separazione
Il bisogno di comunicare è una necessità primordiale affinché l’umanità continui ad evolvere.
L’uomo, nato come elemento separato e dotato di una propria autonomia, ha il bisogno di comunicare come un’esigenza fisiologica oltre che funzionale.
La sua natura discreta lo ha condotto a strutturare un pensiero capace di focalizzare le idee in oggetti disgiunti, cosicché il pensiero potesse formularsi sottoforma di concatenamenti relazionati e potesse trasferirsi tramite suoni veicolati nelle parole.
L’essere discreto, nel senso di essere limitato, ha implicitamente favorito l’idea che ogni elemento “esistente” debba forzatamente avere una locazione.
La facoltà che ci permette di percepirli nel nostro spazio vitale rappresenta proprio la sensibilità.
Lo spazio vitale, come l’atmosfera intorno alla terra, decreta la nostra solitudine e concretizza la stessa idea di separazione.
Per tale premessa, la comunicazione si instaura tra due soggetti separati che grazie ad un insieme di regole convenzionali, si scambiano suoni liberamente interpretabili.
La comunicazione deve perciò basarsi su un sistema di trasmissione perfetto affinché si possa superare il peccato originale della separazione.
Purtroppo, la difficoltà per la definizione delle idee da trasferire, il sistema di convenzionamento non perfettamente assimilato e fortemente personalizzato, la grossolanità del canale trasmissivo, rende arduo il funzionamento dell’intero meccanismo.
Ci siamo inventati molti sistemi alternativi per ridurre al minimo le interferenze delle imperfezioni.
Disponiamo di libri, musica e film. Usiamo il linguaggio del corpo, la forza dei sentimenti, il piacere dell’arte.
Vorremmo usare anche strumenti impalpabili, che escano dai convenzionamenti o che si affidino a idee senza giustificazioni (fede e speranza) ma attualmente risulta comunque difficile.
Non ci resta che attendere nuove prospettive in modo da costruirci, alla fine, uno stato surrogato a quello della perduta unione con l’universo.
sabato 18 agosto 2012
Test clinico di Amore
Marco era un giovane che manifestava strani sintomi. Aveva paura di rivolgersi dal suo dottore, poiché non potendo essere del tutto sincero nel fornire i dettagli del suo malessere, avrebbe potuto indurre il medico a prescrivere farmaci inopportuni.
I suoi genitori notando un continuo essere abulico, schivo, taciturno e triste, pensarono a un malessere interno del proprio figlio.
Tentarono di parlarne, ma Marco assicurò tutta la famiglia che nessun problema lo torturava.
I genitori non si arresero e convinsero il figlio a sottoporsi a normali esami clinici di laboratorio.
Tra le analisi necessarie, i genitori chiesero al medico di inserire i test rivelatori d’uso di droghe.
L’amicizia del padre di Marco con il responsabile del laboratorio di analisi, rese possibile che questo tipo di indagine rimanesse oscurata al giovane ragazzo.
L’apprensione dei genitori per l’esito degli esami insospettì Marco, per cui giocando d’anticipo, si recò dal laboratorio e facendo valere la sua data di nascita, come chiara indicazione di persona adulta e responsabile di se stesso, ritirò gli esiti dei test.
Ovviamente erano tutti negativi, ma per non deludere le aspettative dei suoi genitori, con grande arte trasformò alcuni esiti in positivo.
Trasformandosi in attore consumato e assicurandosi che la busta contenente gli esiti fosse ben chiusa, depositò il plico sul tavolo del salotto di casa e uscì.
Era il tardo pomeriggio e solitamente i suoi genitori rientravano alla sera. Forse quel giorno suo padre sarebbe passato dal laboratorio per ritirare gli esiti, prima di rincasare.
Per dar tempo e modo di costruire castelli in aria e far sfrenare la fantasia dei suoi genitori, Marco pensò di andare al cinema, così, ritirandosi un po’ più tardi del solito, avrebbe avvalorato la fantasiosa trama del figlio drogato che brancola per posti diffamanti nella notte.
Il rientro dei genitori di Marco, a dir poco, fu tragico!
La lettura degli esiti dei test fece saltare sulla sedia suo padre, il quale per aver senso del grado di gravità della situazione, volle subito telefonare in privato al suo amico analista.
La situazione divenne surreale quando l’analista cascò dalle nuvole, assicurandogli che avendo effettuato di persona gli esami, egli era certo dei risultati esattamente opposti a quelli riferiti dal padre di Marco.
La lunga amicizia con l’analista consentì al padre di ottenere subito le prove certe della manomissione dei referti.
Il padre si precipitò nella stanza del figlio per trovar traccia di qualcosa che potesse confermare o smentire il suo pensiero.
In un cassetto, accuratamente preparata, trovò una lettera; ecco il contenuto:
“Cari genitori, a malincuore e con modi ingannevoli, io sono riuscito a rompere la vostra indifferenza.
Mi dispiace per il cattivo scherzo che ho preparato.
Volevo solo un po’ di vera attenzione, non quella che generosamente mi offrite mentre fate altro o mentre vi preoccupate del vostro lavoro, oppure, quando mi ascoltate con gli occhi all’orologio, al giornale, alla televisione.
Io ho solo voi come riferimento per risolvere i miei problemi.
È vero, non mi fate mancare niente!
Ho soldi in tasca, indosso bei vestiti, posso contare su raccomandazioni quando servono.
Chissà quanta gente vorrebbe stare al posto mio.
Nonostante tutto, mi sento tradito da qualcosa che non mi spiego.
Sento di essere stanco, solo, svuotato di stimoli. Vorrei impegnarmi in un progetto ed essere seguito, sostenuto, incitato da voi.
No! Non dovete sostituirmi con voi stessi, nemmeno affermare la vostra capacità, bravura, influenza, con la motivazione di voler il meglio per me.
Voglio il padre che non perde tempo con me.
Voglio una mamma che non guarda a ciò che mi manca, ma che guarda nel mio cuore, che si accorga se mi sono innamorato di una ragazza o se ho fatto qualche brutta di figura con un amico.
Voglio una famiglia come quella di Antonio, che mi dice di aver fame a mezzogiorno, ma non può mangiare prima che tutta la sua famiglia sia seduta attorno al tavolo.
Ho modificato i risultati dei test cambiando solo un aggettivo.
Papà, se avessi avuto coraggio e confidenza con l’analista gli avrei chiesto di esaminare lo stato della mia anima, un test sulla qualità dell’amore in circolo nella mia anima.
Non so se conosce le metodiche adatte allo scopo, ma sicuramente, non potrà dirti nulla di me, se gli chiedi i valori della glicemia, azotemia, colesterolo, THC.
Grazie a voi, le medicine per il corpo, possiamo comprarle, sono sempre disponibili e pronte in farmacia.
Le medicine per l’anima, non bastano tutti i soldi della terra per comprarle, eppure si trovano molto vicine.
Sono dentro di voi!”.
* brano tratto da "Il meraviglioso mondo dell'anima" - Zedda Editore
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